La nuova legge di bilancio prevede che tutte le ricette mediche dovranno essere emesse in formato digitale, per semplificare la gestione delle prescrizioni sanitarie a livello nazionale
Addio alla ricetta bianca. Come anticipato da Dottnet nelle settimane scorse, dal 2025 le prescrizioni saranno tutte in formato digitale. Nel dettaglio l’indicazione con cui vengono prescritti i farmaci di fascia C a pagamento per il cittadino, dall’anno prossimo dovrà essere eliminata. Lo prevede il governo Meloni, in un articolo della manovra, il numero 57, dove è indicata come dematerializzata, come la rossa lo è in quasi tutto il paese e come vale per i medicinali di classe A (ovvero quelli a carico dello Stato). La novità arriva in un momento particolare per Sogei, la società del Mef che tra l’altro genera l’Nre, il numero della singola ricetta elettronica, visibile da tutti i farmacisti.
La norma stabilisce, infatti, che "tutte le prescrizioni a carico del Servizio sanitario nazionale, dei servizi territoriali per l'assistenza sanitaria al personale navigante, marittimo e dell'aviazione civile (Sasn) e dei cittadini sono effettuate nel formato elettronico".
Resterà, dunque, il "formato" elettronico: si potrà ricevere quindi via email o WhatsApp. Il provvedimento riguarda i farmaci di fascia C, quelli a carico del cittadino e per cui è prevista la prescrizioe del medico. Un provvedimento non è una vera e propria novità. La ricetta rossa, infatti, quella dei medicinali di classe A (a carico dello Stato) è già stata dematerializzata. L'obiettivo è quello di «potenziare il monitoraggio dell'appropriatezza prescrittiva nonché garantire la completa alimentazione del Fascicolo sanitario elettronico». I pazienti quindi potranno ricevere le loro ricette sia attraverso la mail che attraverso WhatsApp e potranno ritirare il farmaco anche in una regione diversa dalla propria. Secondo Silvestro Scotti, segretario della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, il rischio «è che la misura non tenga conto dell'attuale capacità del sistema informatico come dimostrano i black out delle settimane scorse».
Per i medici di famiglia, la misura non comporterà grandi stravolgimenti. Tuttavia, Sergio Bartoletti, vice segretario della Fimmg (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), ha segnalato che “non tutti i farmaci nelle ricette bianche sono dematerializzabili: ad esempio non lo sono sonniferi e tranquillanti”. Inoltre, un’altra problematica legata all’utilizzo delle ricette elettroniche attiene alle difficoltà per i pazienti più anziani. Al riguardo, Bartoletti ha aggiunto che “oggi già stampiamo per loro le ricette quando vengono a studio e continueremo a farlo se necessario. Quello che chiediamo è che anche tutti gli altri medici specialisti, compresi i dentisti, facciano le ricette digitali e non ci obblighino a fare i tipografi contoterzisti facendo materialmente le prescrizioni al loro posto”. Preoccupazione per tale innovazione anche da parte di Tania Sacchetti, segretaria dello Spi Cgil per i pensionati, la quale ha evidenziato l’assenza di misure di supporto, come sportelli o servizi di assistenza per le persone anziane o in difficoltà con il digitale.
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