Il rapporto Oms rileva che già oggi oltre l'85% dei medici di famiglia è dotato di sistemi potenzialmente in grado di condividere in maniera sicura le informazioni cliniche con gli altri professionisti
Cresce l'infrastruttura e le funzionalità, e la ricetta sanitaria elettronica raggiunge in Italia il 90% di quelle emesse. Alla sanità digitale italiana, però, manca da percorrere l'ultimo miglio della reale implementazione dei servizi così come del governo dei Big data e dell'interoperabilità delle piattaforme che ancora spesso non parlano fra di loro impedendo il pieno utilizzo dei dati. È questo il profilo dell'Italia che emerge da un rapporto ("Exploring the digital health landscape in the WHO European Region: digital health country profiles") dell'Ufficio Europeo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
"Il settore sanitario sta vivendo una profonda trasformazione segnata dalla crescente integrazione delle tecnologie sanitarie digitali", si legge nel rapporto.
Su questo fronte, il rapporto Oms rileva che già oggi oltre l'85% dei medici di famiglia è dotato di sistemi potenzialmente in grado di condividere in maniera sicura le informazioni cliniche con gli altri professionisti, di ricevere i referti in caso di ricovero in ospedale dei loro pazienti e i risultati degli esami di laboratorio. È invece del 90% la quota di prescrizioni fatte in modalità elettronica.
L'Italia si caratterizza a livello europeo anche per avere uno dei quadri normativi più solidi, specie per quel che riguarda la tutela della privacy. In questo ambito, la maggiore criticità è la tutela del diritto dei cittadini di richiedere la cancellazione dei propri dati dal fascicolo sanitario. Siamo indietro, invece, nel governo dei Big Data da parte delle istituzioni, così come sul fronte dell'interoperabilità tra le diverse piattaforme (solo 1 Regione su 2 ha una strategia in merito). C'è da lavorare, inoltre, anche sull'alfabetizzazione sanitaria digitale, specie dei cittadini.
Da questo punto di vista è scarsa o inesistente la disponibilità di portali e app istituzionali per la promozione della salute, la gestione delle emergenze e la valutazione dei servizio sanitari. Intanto e' partita la campagna di informazione sul Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 "Sicuri della nostra salute". In linea con quanto disposto dall'Autorità garante per la protezione dei dati personali, la campagna informa anche sulla possibilità di opporsi all'inserimento automatico nel fascicolo dei dati e documenti sanitari generati da eventi clinici riferiti alle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale prima del 19 maggio 2020. Sarà possibile quindi esprimere la facoltà di opposizione da lunedì 22 aprile fino al 30 giugno 2024 tramite il servizio "FSE - Opposizione al pregresso" disponibile on line nel Sistema Tessera Sanitaria (TS).
Bloccati anche i finanziamenti destinati ai medici di famiglia per l'acquisto di servizi digitali e i programmi di screening per il tumore al seno e le patologie oculari degenerative
Un approccio multidisciplinare: costante collaborazione tra dermatologi, medici di medicina generale, reumatologi, psicologi e altri specialisti coinvolti
"il medico di base, contrariamente al medico di guardia, non è istituzionalmente preposto a soddisfare le urgenze, le quali rimangono affidate al servizio sanitario di urgenza ed emergenza medica già denominato 118"
Sul tavolo ci sono diversi passaggi, come il futuro della formazione dei medici di base e la possibilità che i solo i nuovi specialisti diventino dipendenti del Ssn
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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