“La crisi della sanità pubblica è sotto gli occhi di tutti. È urgente intervenire con più risorse vincolate alla sanità pubblica, l’unico presidio per i ceti più deboli della società"
"Per rilanciare il SSN occorre ben altro", lo dichiarano in una nota dell’Intersindacale dei Dirigenti Medici, Veterinari e Sanitari i rappresentanti nazionali di: Aaroi-Emac, Fassid, Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN, FVM Federazione Veterinari Medici e Dirigenti Sanitari, Uil Fpl Medici, in riferimento al testo della legge di bilancio. "La crisi della sanità pubblica è sotto gli occhi di tutti. È urgente intervenire con più risorse vincolate alla sanità pubblica, l’unico presidio per i ceti più deboli della società. La bozza di legge di bilancio non contiene elementi strutturali di cambio di rotta per salvare il SSN.
Ma le risorse, nel complesso, sono molto scarse e creano una sperequazione tra i professionisti che appartengono alla stessa Area contrattuale. Ancora una volta non viene finanziata la specializzazione dei professionisti non medici.Date le carenze oggettivamente patite dai cittadini è grave che non ci siano risorse per le assunzioni di personale mentre si aumenta la spesa pubblica a favore della sanità privata.Per salvare il servizio sanitario nazionale è necessario un piano assunzionale, così invece si continuano ad esternalizzare i servizi e le risposte alla cittadinanza. Il governo poteva fare moltissimo in più, ma ha scelto di sostenere altri settori. Purtroppo - con queste iniziative e queste poche risorse - non ci sarà resilienza del SSN e non migliorerà la risposta ai bisogni dei cittadini, per questo ribadiremo le nostre richieste al Ministro Schillaci nell’incontro che abbiamo ottenuto per oggi e il 13 novembre convocheremo i nostri esecutivi a Roma nelle sale del Capranichetta in Piazza Montecitorio, per continuare la mobilitazione in difesa del Servizio Sanitario Nazionale pubblico" concludono.
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Testa: “Serve uno straordinario investimento nel territorio prima che della medicina di famiglia rimangano solo le ceneri.”
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Il Quirinale ha firmato il testo approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 15 ottobre, ora il documento passa all'esame del Parlamento
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