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Giuliano (UGL): “Inail conferma che le professioni sanitarie sono le più esposte a infortuni. Sicurezza sia priorità assoluta”

Sanità pubblica Redazione DottNet | 22/10/2024 15:56

La relazione: Nel 2023 calano gli infortuni, crescono le malattie e nel 93 % delle aziende ispezionate risultano irregolarità

"Chissà cosa penseranno gli operatori sanitari quando, ogni giorno, si apprestano a prendere servizio visto che l’Inail ha certificato come le loro professioni abbiano scalato la non invidiabile classifica dell’essere le più esposte ad infortuni sul lavoro, con un indice di 42,95, secondo i dati del triennio 2019-2021 forniti dall’Inail" dichiara in una nota Gianluca Giuliano, segretario nazionale della UGL Salute. "Questa è la settimana Europea della sicurezza e la pubblicazione di questi numeri dimostra in maniera inconfutabile come lavorare nella sanità sia altamente rischioso. I dati aggiornati al 2021 tengono conto, ovviamente, delle conseguenze del periodo della pandemia. Ma cosa dovremo aspettarci quando verranno aggiornati visto che, da allora ad oggi, si è impennato in maniera drammatica il numero di episodi legati non solo al mancato rispetto delle norme basilari di sicurezza, ma soprattutto delle aggressioni. Se durante la battaglia al Covid gli operatori erano dipinti come eroi al servizio dei cittadini adesso sono diventati bersaglio della rabbia di troppi. Alcuni reparti degli ospedali sono diventate trincee dove quotidianamente gli operatori cercano di sfuggire alla furia di qualche malintenzionato. Abbiamo pianto delle assurde morti per cieca violenza e quotidianamente ci troviamo a commentare nuovi episodi di aggressioni nei confronti dei professionisti della sanità.

Urliamo quindi con maggiore forza lo slogan della storica battaglia confederale: lavorare per vivere!! E chiediamo che, perché questo accada, non si abbassi di un centimetro la guardia e si applichi in maniera rigorosa il recente Decreto Antiviolenza che prevede, tra l’altro, l’arresto in flagranza di reato, anche differito, per chi commette violenza sugli operatori e l’installazione di servizi di videosorveglianza in tutte le strutture. Curarci di chi ci cura è un dovere civile a cui nessuno può sfuggire e la sicurezza dei professionisti deve essere una priorità assoluta" conclude il sindacalista

Secondo i dati registrati lo scorso anno dall'Inail e contenuti nella relazione annuale presentata in Parlamento nella giornata del 15 ottobre, gli infortuni denunciati sono stati oltre 590mila (-16,1% rispetto ai circa 704mila del 2022), di cui 1.147 con esito mortale (-9,5% rispetto ai 1.268 del 2022). Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono provvisoriamente 375.578 (pari al 64% delle denunce), di cui il 18,1% avvenuti «fuori dall'azienda», cioè «in occasione di lavoro con mezzo di trasporto» o «in itinere», nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro. Gli infortuni mortali accertati sul lavoro sono, al momento, 550 (il 48% delle denunce), di cui oltre la metà (52,2%) «fuori dall'azienda».

Malattie professionali in crescita - In aumento invece le denunce di malattie professionali che sono state oltre 72mila, a + 19,8% rispetto al 2022. Un incremento, sottolinea l'Inail, atteso dopo la forte flessione che, a causa della pandemia da Covid-19, ha caratterizzato sia il 2020 (quando sono pervenute circa 45mila denunce) sia, in minor misura, il 2021 (poco più di 55mila casi). Le denunce riguardano le malattie e non i soggetti ammalati, che sono circa 49mila. Per un singolo lavoratore afflitto da diverse patologie, infatti, possono essere protocollate più denunce.

Contrasto all' evasione contributiva - La relazione si sofferma anche sull'attività di controllo amministrativo per la verifica di congruità nella corresponsione dei premi di assicurazione e per il contrasto all'evasione. Nel 2023 gli ispettori Inail hanno definito 8.739 pratiche per accertamenti presso le aziende avviati nel 2023 e in anni precedenti. Le aziende irregolari sono risultate essere 8.191, pari al 93,73% delle aziende ispezionate, un risultato ottenuto attraverso il sistema di business intelligence, che ha consentito di indirizzare efficacemente l'attività di vigilanza utilizzando informazioni presenti nelle banche dati interne ed esterne. Grazie a questi controlli sono stati regolarizzati 44.009 lavoratori, di cui 1.708 in nero, e sono stati accertati e richiesti premi per oltre 91,1 milioni di euro.

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