E più aperti ai migranti e ai loro diritti: lo dice l'indagine Iea Iccs condotta su 22 Paesi
In Italia, gli studenti di 13-14 anni hanno atteggiamenti più favorevoli rispetto alla media internazionale nei confronti dell'eguaglianza di genere. Inoltre gli studenti italiani hanno atteggiamenti più favorevoli nei confronti dell'eguaglianza dei diritti tra gruppi con o senza background migratorio rispetto alla media internazionale. E' quanto emerge dall'indagine Iea Iccs sull'educazione civica e alla cittadinanza che ha coinvolto 22 Paesi nel mondo e a cui in Italia hanno partecipato 224 scuole, 2400 insegnanti e circa 4900 studenti.
Attenti ai diritti degli immigrati
Attenti ai diritti degli immigrati, all'ambiente e consapevoli dell'importanza della democrazia anche se critici nei confronti del sistema politico. E' la fotografia che emerge sui 13-14enni italiani dall'Indagine IEA ICCS (International Civic and Citizenship Education Study), lo studio internazionale più ampio mai condotto sull'educazione civica e alla cittadinanza. L'83% degli studenti italiani - contro il 74% a livello internazionale - si sono detti infatti d'accordo sul fatto che la democrazia "è ancora la migliore forma di governo per il proprio paese". Inoltre gli studenti italiani dichiarano di essere più propensi a partecipare alle elezioni in futuro rispetto alla media internazionale, seppure con un calo nel punteggio rispetto ai cicli precedenti. Agli studenti è stato chiesto di indicare quanto si fidassero di alcuni gruppi e istituzioni, quali, ad esempio, il governo nazionale, il parlamento, i media tradizionali, i tribunali. In Italia, rispetto al passato, si evidenzia un calo nella fiducia di oltre 10 punti percentuali rispetto ai media tradizionali (-15%) e al parlamento (-13%). La partecipazione politica attesa degli studenti italiani è superiore a quella media internazionale e costante rispetto al 2016. Gli studenti tredici-quattordicenni italiani, inoltre, si mostrano più aperti dei coetanei stranieri anche rispetto all'immigrazione. Per loro infatti "i figli degli immigrati dovrebbero avere le stesse opportunità di studio degli altri bambini", "gli immigrati dovrebbero avere gli stessi diritti delle altre persone nel Paese, dovrebbero avere l'opportunità di conservare i propri usi e costumi". Infine ritengono che , "gli immigrati che vivono da diversi anni in un Paese, dovrebbero avere l'opportunità di votare alle elezioni" anche perchè "portano molti benefici culturali, economici e sociali". In generale, svela infine la ricerca, sia in Italia che all'estero, laddove lo status socioeconomico familiare è più elevato, gli studenti hanno dimostrato una conoscenza civica mediamente più alta rispetto agli studenti con status socioeconomico più basso. Incidono molto anche il numero dei libri presenti a casa e l'occupazione dei genitori, meno, invece, il livello di istruzione dei genitori.
Gli studenti italiani preparati sull'educazione civica, le ragazze le più brave
Gli studenti italiani sono preparati in educazione civica: hanno raggiunto infatti un punteggio medio di 523, significativamente superiore alla media internazionale e il 70% di loro raggiunge almeno il livello B (in una scala da A a D) mentre solo l'1% non raggiunge il livello D. Questi gli esiti italiani dell'Indagine Iea Iccs (International civic and citizenship education study) svoltasi nel 2022: si tratta dello studio internazionale più ampio mai condotto sull'educazione civica e alla cittadinanza, il cui obiettivo è identificare ed esaminare, all'interno di una dimensione comparativa, le modalità con le quali gli studenti delle scuole medie, di 13-14 anni quindi, vengono preparati per svolgere attivamente il proprio ruolo di cittadini nelle società democratiche. In media, a livello internazionale, i dati evidenziano un generale aumento della conoscenza civica tra il 2009 e il 2016, e una diminuzione statisticamente significativa di 13 punti tra il 2016 e il 2022. In nessun Paese il punteggio medio è aumentato in modo significativo tra il 2016 e il 2022 e l'ipotesi più accreditata, hanno spiegato oggi la responsabile Area Indagini internazionali Invalsi, Laura Palmerio e Sabina Greco, coordinatrice della ricerca sempre dell'Area Indagini internazionali di Invalsi, è che abbia in qualche modo influito la pandemia da Covid che tanto ha pesato sugli studenti. In Italia, il punteggio medio degli studenti sulla scala di conoscenza civica è caratterizzato da stabilità: non si sono osservate, infatti, variazioni significative fra i tre cicli di Iccs. Anche facendo riferimento ai trend del 2022 rispetto al 2016 nelle varie aree del Paese, c'è una stabilità nel tempo, e dunque il livello di conoscenza civica dei nostri studenti ha tenuto anche nel periodo in cui la pandemia Covid ha creato i maggiori disagi alla scuola. Nel ciclo 2022 la media del punteggio delle ragazze risulta significativamente superiore a quella dei ragazzi in quasi tutti i Paesi, mantenendo l'andamento riscontrato già nel 2016 e nel 2009. In Italia il divario di punteggio è di 27 punti a favore delle studentesse ed è statisticamente significativo.
Uno studente su 2 discute di politica con i propri genitori
Il 47% degli studenti italiani discute frequentemente con i propri genitori di questioni politiche e sociali. E' quanto emerge dall'indagine Iea Iccs, lo studio internazionale più ampio mai condotto sull'educazione civica e alla cittadinanza. A livello internazionale, un terzo degli studenti partecipanti ha dichiarato di discutere di frequente, almeno settimanalmente, con i propri genitori su questioni politiche e sociali. La fonte più comune di informazione riguardo a questi temi tra gli studenti delle scuole medie resta la televisione, con il 50% degli studenti che ha riportato una frequenza almeno settimanale nell'uso di questa fonte. Seguono l'uso di Internet (29%) e la lettura di giornali, compresi quelli online (21%). Nel periodo tra il 2016 e il 2022, lo studio osserva una forte diminuzione nell'uso della televisione come fonte di informazione, che è scesa dal 66 al 49% in media nei paesi che hanno partecipato ad entrambi le rilevazioni. Anche in Italia si è verificata una diminuzione nell'uso della televisione come fonte di informazione (-6 punti percentuali rispetto al 2016), mentre l'uso di Internet per informarsi su temi politici e sociali è aumentato tra i giovani italiani di 8 punti percentuali.
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