Il 2022 si è rivelato il secondo anno migliore di sempre per il settore, con un valore delle operazioni a circa 90 miliardi di dollari a livello globale. Sotto-segmenti e diversificazione in focus per gli investitori nel 2023
Nonostante il rallentamento globale delle operazioni di M&A, causato principalmente dall’incertezza macroeconomica e geopolitica che ha caratterizzato la seconda metà dello scorso anno, il settore Healthcare e Life Science ha confermato la propria solidità anche nel 2022. Negli scorsi 12 mesi, infatti, questo comparto ha messo a segno il secondo miglior anno di sempre, sia in termini di volume che di valore delle operazioni, a quota quasi 90 miliardi di dollari, in calo rispetto ai 151 miliardi di dollari registrati nel 2021, ma comunque superiore di oltre 10 miliardi di dollari rispetto all’anno migliore precedente al 2021. Ecco cosa emerge dal 12° Report annuale Global Healthcare Private Equity and M&A di Bain & Company.
"L’attività di M&A e la crescita inorganica si confermano leve fondamentali nel Pharma e Lifescience e, per quanto in calo rispetto al record registrato l’anno precedente, il 2022 rappresenta il secondo miglior anno di sempre.
Dalla ricerca emergono alcuni segmenti a cui guarderanno gli investitori con più interesse nel corso di quest’anno:
Per quanto riguarda l’Italia, conclude Di Filippo, "l’outlook è positivo per le aziende farmaceutiche del nostro Paese, che sono sempre più protagoniste anche nell’ambito M&A, come dimostrano i diversi deal registrati nel corso degli ultimi mesi. Tuttavia, rimangono alcune sfide cruciali per uscire vincitrici dal contesto di incertezza: continuo focus su innovazione e nuove tecnologie, messa in sicurezza della Supply Chain e continuo miglioramento dell’efficienza, posizionamento strategico (e non solo difensivo) in ambito ESG, pieno sfruttamento delle potenzialità legate al digitale ed evoluzione verso modelli sempre più focalizzati su medico e paziente".
Prudenzano: "La facciamo quotidianamente per la classe di farmaci Fans o i Triptani, e quindi ci possiamo aspettare risultati simili e ottimali anche passando da un anticorpo monoclonale all'altro"
Nei partecipanti degli studi analizzati semaglutide ha ridotto il rischio di esito composito di morte cardiovascolare o di eventi di peggioramento di insufficienza cardiaca del 31 per cento
Il 90% circa dei pazienti trattati in prima linea con ofatumumab fino a 6 anni non ha rilevato progressione della disabilità indipendente dall’attività di recidiva (PIRA). Lo conferma l’analisi dello studio di estensione ALITHIOS in aperto
Il prodotto, caratterizzato dalla tecnologia TPGS, viene presentato al Congresso Nazionale SIGENP 2024
Nel nostro Paese sono 3 milioni i cari che li assistono e si accorgono dei primi segnali della malattia, spesso subdoli da identificare, anche se intervenire precocemente offre nuove opportunità per rallentarne la progressione
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"Malattia è emergenza sanitaria, al Parlamento europeo chiediamo politiche per garantire equità e omogeneità di trattamenti"
Lo studio PACE-A è il primo studio randomizzato che ha confrontato la radioterapia con la prostatectomia in pazienti affetti da carcinoma prostatico localizzato
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