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Cura dell'emicrania, efficace lo switch tra anticorpi monoclonali

Farmaci Redazione DottNet | 01/10/2024 10:58

Prudenzano: "La facciamo quotidianamente per la classe di farmaci Fans o i Triptani, e quindi ci possiamo aspettare risultati simili e ottimali anche passando da un anticorpo monoclonale all'altro"

Lo switch tra anticorpi monoclonali anti- Cgrp è possibile nelle nuove terapie contro l'emicrania? È uno dei temi affrontati in occasione del simposio, sponsorizzato in maniera non condizionante da Teva, nel corso del 38/o congresso della Sisc, la Società Italiana per lo Studio delle Cefalee, che si è svolto al Lingotto di Torino dal 26 al 28 settembre.    Lo switch è il passaggio da un farmaco a un altro nell'ambito della stessa classe farmacologica nel tentativo di ottimizzare la risposta terapeutica o di ridurre eventuali problemi di tollerabilità. Ad oggi nell'ambito dei criteri di rimborsabilità definiti dall'Aifa per il trattamento preventivo dell'emicrania con gli anticorpi monoclonali anti-Cgrp lo switch è possibile solamente per decisione clinica o scelta del paziente.

   "La pratica clinica dello switch tuttavia è abbastanza diffusa nella gestione del paziente emicranico, la facciamo quotidianamente per la classe di farmaci Fans o i Triptani, e quindi ci possiamo aspettare risultati simili e ottimali anche passando da un anticorpo monoclonale all'altro", sostiene la professoressa Maria Pia Prudenzano, responsabile del Centro Cefalee della clinica Amaducci Aouc Policlinico di Bari.
    "Nell'ambito dello studio Finesse ad esempio, studio di real world evidence, in 153 pazienti che hanno assunto per un periodo abbastanza lungo, da uno a quattro anni, anticorpi monoclonali che non si sono mostrati efficaci, la terapia con fremanezumab a distanza di tre mesi dalla sua somministrazione ha mostrato nel 43% dei casi una riduzione di almeno il 50% dei giorni di emicrania mensili".   Risultati promettenti e con maggiore forza dal punto di vista scientifico data la casistica decisamente più ampia rispetto al passato, anche se "sarà necessario ampliare queste casistiche e pensare a studi analoghi per poter rafforzare la posizione nei confronti degli enti regolatori e far si che anche questa possibilità venga inserita nell'ambito delle linee guida internazionali", aggiunge la professoressa Prudenzano.

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