Nei partecipanti degli studi analizzati semaglutide ha ridotto il rischio di esito composito di morte cardiovascolare o di eventi di peggioramento di insufficienza cardiaca del 31 per cento
Risultati pubblicati recentemente su The Lancet, provenienti da una analisi cumulativa degli studi STEP HFpEF, STEP HFpEF-DM, SELECT and FLOW, mostrano che semaglutide riduce in modo statisticamente significativo il rischio combinato di mortalità cardiovascolare o di eventi da scompenso cardiaco nei pazienti con insufficienza cardiaca con frazione di eiezione preservata (HFpEF) o lievemente ridotta. I risultati non hanno invece dimostrato un effetto benefico statisticamente significativo sulla mortalità cardiovascolare da sola nelle persone con HFpEF e obesità e/o diabete tipo 2.1
L'analisi ha preso in considerazione 3.743 partecipanti con insufficienza cardiaca con frazione di eiezione preservata provenienti dagli studi STEP HFpEF, STEP HFpEF-DM, SELECT e FLOW.1 Nello studio STEP HFpEF (semaglutide 2,4 mg) le persone arruolate avevano HFpEF correlata all'obesità, nello studio STEP HFpEF-DM (semaglutide 2,4 mg) correlata all'obesità e diabete tipo 2, mentre lo studio SELECT (semaglutide 2,4 mg) includeva partecipanti con malattia cardiovascolare conclamata e sovrappeso o obesità e lo studio FLOW (semaglutide 1,0 mg) con diabete tipo 2 e malattia renale cronica.1
Nei partecipanti degli studi analizzati semaglutide ha ridotto il rischio di esito composito di morte cardiovascolare o di eventi di peggioramento di insufficienza cardiaca (definiti da ospedalizzazione o visita urgente per scompenso cardiaco) del 31 per cento e il rischio di peggioramento dell’insufficienza cardiaca da sola del 41 per cento. I risultati ottenuti in relazione alla morte cardiovascolare non sono stati statisticamente significativi (59 eventi tra le persone trattate con il farmaco contro 67 eventi tra coloro che avevano assunto solo placebo).1
Le persone che convivono con HFpEF possono presentare sintomi invalidanti e limitazioni fisiche e hanno un alto rischio di andare incontro a ricoveri ospedalieri e morte, soprattutto coloro che soffrono anche di obesità, diabete tipo 2 o entrambi.2,3 L'obesità è considerata un importante fattore di rischio nello sviluppo dell'HFpEF,2,4 tanto che circa l'80 per cento delle persone che ne soffre è obesa.5,6 Anche il diabete tipo 2 è spesso presente nelle persone affette da HFpEF.7
Nonostante i progressi nella cura dello scompenso cardiaco, le opzioni terapeutiche per gli aspetti cardiovascolari sono limitate.8
«Le persone che convivono con l'HFpEF sono ad alto rischio di incorrere in un evento da insufficienza cardiaca che potrebbe portare all'ospedalizzazione o addirittura alla morte. I risultati di questa nuova analisi dimostrano che semaglutide può ridurre significativamente il rischio di questi eventi», ha dichiarato Stephen Gough, Global Chief Medical Officer and head of Global Medical Affairs di Novo Nordisk.
I risultati completi dell'analisi congiunta sono stati pubblicati il 30 agosto 2024 nella pubblicazione [https://www.thelancet.com/article/S0140-6736(24)01643-X/abstract].
HFpEF, obesità e diabete tipo 2
Il termine insufficienza cardiaca con frazione di eiezione conservata (HFpEF) si riferisce alla condizione per cui il cuore si contrae normalmente, ma è troppo rigido per riempirsi correttamente.
Bibliografia
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