Quaranta Leoni: "Alcune complicanze sono a volte inevitabili, ma purtroppo una parte non trascurabile della nostra attività chirurgica consiste nella revisione di interventi precedenti non eseguiti correttamente"
La Chirurgia Oftalmoplastica è una chirurgia particolarmente delicata e deve essere appannaggio di professionisti che abbiano un expertise certificata, cioè di persone che dedichino la loro attività principalmente o esclusivamente a questa branca dell’oftalmologia, proprio per ridurre la possibilità di incorrere in complicanze. Alcune sono a volte inevitabili, ma purtroppo una parte non trascurabile della nostra attività chirurgica consiste nella revisione di interventi precedenti non eseguiti correttamente". A dirlo il dottor Francesco Quaranta Leoni, Past President della Società Europea di Chirurgia Oftalmoplastica e Ricostruttiva (ESOPRS) e consigliere scientifico di AIMO, intervenendo in occasione di un simposio dedicato alle possibili complicanze della Chirurgia Oftalmoplastica, che si è svolto nell’ambito del 13esimo Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Medici Oculisti, il primo organizzato congiuntamente con la Società Italiana di Scienze Oftalmologiche (SISO).
"È fondamentale puntare sulla formazione specifica dei colleghi che vogliono intraprendere questo tipo di attività - ha proseguito il dottor Quaranta Leoni - Il problema è che la formazione universitaria è talvolta carente perché solo poche Scuole di Specializzazione hanno docenti esperti in questa sub-specialità.
I problemi di cui si occupa la Chirurgia Oftalmoplastica, intanto, sono molteplici. Si va infatti dalle malformazioni congenite alle anomalie funzionali dovute all’età; dalle alterazioni estetiche dovute all’invecchiamento della zona perioculare (borse palpebrali) alle neoplasie benigne o maligne orbito-palpebrali (tra cui angiomi infantili, tumori vascolari dell’adulto, tumori del nervo ottico); dagli esiti di traumi (come lacerazioni palpebrali o fratture delle ossa orbitarie) alle patologie sistemiche su base autoimmune. Ma ancora: dalla riabilitazione funzionale ed estetica dei pazienti affetti da paresi del nervo facciale alle alterazioni combinate della motilità extra-oculare e palpebrale presenti in forme patologiche come per esempio le miopatie o l’orbitopatia tiroide-correlata, fino alla riabilitazione dei pazienti anoftalmici.
Un focus, durante il simposio, è stato infine dedicato alle complicanze negli interventi di blefaroplastica, che hanno lo scopo di migliorare l’aspetto estetico delle palpebre, rimuovendo o rimodellando in maniera personalizzata l’eccesso di cute, di tessuto muscolare o di grasso presenti a livello delle palpebre. "Un buon risultato- ha sottolineato il dottor Quaranta Leoni- richiede un’analisi ragionata, una pianificazione adeguata, un’esecuzione corretta ma soprattutto un chirurgo qualificato, perché anche in questo tipo di interventi si può andare incontro a complicanze post-operatorie. La blefaroplastica, è bene ricordarlo, è un intervento che deve essere modellato su ogni singolo paziente. È di fondamentale importanza il monitoraggio e la conservazione della funzione visiva e per questo motivo il chirurgo oftalmoplastico- ha infine concluso- è lo specialista più adatto per la realizzazione di questo intervento".
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