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Oculisti, all'esame della patente con certificato sulla vista

Oculistica Redazione DottNet | 04/10/2017 16:55

Sempre più frequenti gli incidenti stradali dovuti ai difetti visivi

 All'esame della patente si dovrebbe andare presentando anche un certificato sulla situazione visiva rilasciato dall'oculista. Lo chiedono gli oculisti della Società Italiana di Oftalmologia Legale (SIOL) che discuteranno nell' ambito del loro congresso nazionale a Roma il 12 e 13 ottobre.    In Particolare, i decessi nel 2016 a seguito di incidenti d'auto nella fascia d'età fra i 65 e oltre i 90 anni sono stati 1045 su un totale di 3283 (dati ACI-ISTAT al 27 luglio 2017), con un picco tra i 75 e i 90 anni (233), con un incremento rispetto al 2015 dell'8% tra i 65 e i 69 anni (215) e del 20% tra gli over 90 (72). Ed è un fatto che l'età media degli automobilisti continua ad aumentare, in relazione all'aumento dell' aspettativa di vita media di uomini e donne e ciò può rappresentare un pericolo per la sicurezza di guida. 

  "Negli anziani - spiega Danilo Mazzacane, segretario del Gruppo Liberi Oculisti Ambulatoriali - aumentano le patologie che possono compromettere la vista come diabete, cataratta, glaucoma, maculopatie, ictus cerebrali con deficit di campo visivo.

Diversi studi stimano che in Italia gli incidenti legati alla vista varino dal 20 al 60% (dati ACI-ISTAT - Università Bicocca di Milano) e un automobilista su 4 non effettua un controllo visivo da oltre due anni".    Da soli 6 anni è in vigore il decreto ministeriale che fissa i 'requisiti minimi' secondo le direttive europee per il conseguimento e il rinnovo delle patenti di guida: valutazione di acutezza visiva, esame del campo visivo binoculare, sensibilità al contrasto, visione crepuscolare, tempo di recupero dopo abbagliamento. E' un provvedimento che prevede che l'oculista sia consulente, a richiesta, del medico monocratico che normalmente misura la vista presso gli uffici dell'ACI.  

Ma il medico monocratico, senza un certificato della situazione visiva del candidato fatta da un oculista, si limita a "misurare la vista facendo leggere al candidato le lettere sul tabellone - conclude Mazzacane - e, valutando una buona acutezza visiva, può non accorgersi di eventuali altri importanti deficit come la possibile limitatezza del campo visivo, rischiando di dare l'idoneità alla guida a chi non ce l'ha".

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