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Aumentano i virus e i batteri: quadruplicate le nuove malattie

Infettivologia Redazione DottNet | 12/02/2017 16:56

A causare il fenomeno, sottolineano gli esperti sono soprattutto le attività umane

Come se non bastassero virus e batteri conosciuti, dal morbillo a Ebola, a turbare i sonni alla già lunga lista dei patogeni si aggiunge ogni anno qualche nuovo esemplare, con una tendenza in aumento negli ultimi anni. Dagli anni '60 a oggi, affermano i dati della EcoHealth Alliance, una Ong specializzata in prevenzione, rielaborati per uno speciale del sito della radio pubblica Usa Npr, le nuove malattie sono quadruplicate, e il fenomeno riguarda tutto il mondo.


    Solo nelle ultime due decadi, sottolineano gli esperti, più di una dozzina di nuovi virus e batteri capaci di provocare malattie nell'uomo sono stati scoperti in Nord America, mentre l'Asia ne ha avuti 17, l'Africa 7 e l'Europa almeno 18, con qualche caso anche in Italia.

Il nostro paese ad esempio ha avuto il primo paziente al mondo colpito da babesiosi, una infezione trasmessa da un protozoo nel 1998.    Oltre a patogeni interamente nuovi, che finora fortunatamente hanno fatto pochi casi, la lista comprende quelli che ritornano dopo essere stati in teoria debellati, come quello che causa la peste che è ricomparso negli Usa, o quelli che si espandono in territori nuovi, o che sono ceppi più aggressivi e pericolosi.


    Da una parte a causare il boom sono i metodi sempre più sofisticati per scovare e caratterizzare i virus, spiega Barbara Han del Cary Institute of Ecosystem Studies, ma questa non è la sola ragione. "Non ci sarà mai un modo perfetto per tenere conto delle differenze nei campionamenti e nelle analisi - spiega -, ma anche se cerchiamo di compensare con il maggior numero di informazioni a disposizione oggi, continuiamo a trovare un aumento delle malattie. I dati sono molto convincenti".    A causare il fenomeno, sottolineano gli esperti, sono soprattutto le attività umane, che fanno sì ad esempio che virus e batteri prima inaccessibili vengano in contatto con l'uomo o che i loro vettori trovino nuovi habitat.

Nonostante la possibilità che da uno di questi microrganismi si sviluppi una epidemia come quella di Ebola o di Zika sia tutt'altro che remota, il mondo è ancora largamente impreparato. Lo scrivono su Bmj gli esperti della Graduate Institute of International and Development Studies di Ginevra, che hanno esaminato i vari passi compiuti dalle istituzioni internazionali proprio dopo l'epidemia di Ebola. "Abbiamo visto un consenso ragguardevole su cosa sia andato storto nella risposta a Ebola e su cosa abbiamo bisogno per correggere le mancanze - scrivono -, ma ciò che è stato fatto non è lontanamente sufficiente".

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