Aiutano a 'ripulire' accumuli tossici nel cervello
Gli adulti vaccinati regolarmente contro una serie di malattie hanno rischi decisamente minori di sviluppare il morbo di Alzheimer: l'ipotesi, gia' avanzata in precedenza, e' confermata da un nuovo vasto studio epidemiologico della 'McGovern Medical School' di Houston. Le probabilita' di manifestare la malattia, in continuo aumento con l' invecchiamento della popolazione, scenderebbero addirittura del 30-40% a seconda dei vaccini.Consulente dell' indagine pubblicata sul Journal of alzheimer disease, è stato Paul E. Schulz, professore di neurology alla McGovern medical school, che ha osservato rischi inferiori del 40% di una diagnosi del morbo tra le persone che si erano vaccinate contro l' influenza. L' analisi retrospettiva ha considerato i dati relativi a individui tra i 65 e gli 85 anni senza segni di demenza, che sono stati seguiti per 8 anni.
Gli esperti sono comunque cauti: "Sicuramente non tutti i malati potranno beneficiare di questo trattamento"
Focus anche sul trattamento innovativo e riabilitativo
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Annarosa Racca: “La Lombardia è la prima regione ad avviare il progetto. Ci auguriamo di poterlo estendere presto a tutte le province”.
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Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori
Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione
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Aceti: "Legge di bilancio, a rischio l'accesso all'innovazione terapeutica per i pazienti a causa delle misure che precludono nuove valutazioni di innovatività per farmaci che l'hanno già ottenuta 6 anni prima"
Lo sciopero, proclamato dai medici e dirigenti sanitari di Anaao Assomed e Cimo-Fesmed e dagli infermieri ed altre professioni sanitarie del Nursing Up, inizia alle 00.00 del 20 novembre. In piazza anche la Fnomceo
Gli esperti sono comunque cauti: "Sicuramente non tutti i malati potranno beneficiare di questo trattamento"
È il dato che emerge da uno condotto dalla Unità operativa complessa di Pneumologia dell'Ospedale Luigi Sacco di Milano, in collaborazione con l'Ospedale Civico Codogno (Lodi)
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