Tra i temi del Congresso SIOT 2024: i progressi dell’ortobiologia e della medicina riparativa e rigenerativa, dall’acido ialuronico, al PRP, alle cellule mesenchimali e poi ancora longevità e sport
Numerose le sessioni scientifiche previste nelle ultime giornate del 107° Congresso Nazionale della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, che si concluderà domani 31 ottobre: il futuro della medicina riparativa e rigenerativa grazie alle tecniche innovative di Ortobiologia che comprendono tutti quei trattamenti non chirurgici con procedure minimamente invasive, dalle infiltrazioni con farmaci anti infiammatori e acido ialuronico, all’utilizzo di cellule mesenchimali e PRP (Plasma Ricco di Piastrine) per trattare principalmente artrosi da lievi a moderate; i benefici dello sport e come incide su invecchiamento e longevità e quale l’interconnessione tra biologia e malattie dell’apparato muscolo-scheletrico.
"In questa 107° edizione – affermano Francesco Benazzo e Pietro Cavaliere, Presidenti del Congresso - abbiamo voluto dare un focus importante alla formazione, che è il tema poi di uno dei Simposi che si terranno al Congresso, a cui parteciperanno i presidenti delle varie società scientifiche, proprio per mettere a fuoco la situazione attuale della formazione dei giovani ortopedici e quello che potrebbe e dovrebbe essere il futuro.
Tra i momenti conclusivi del Congresso SIOT 2024, giovedì 31 ottobre alle ore 11,30, si tiene la Tavola Rotonda istituzionale dal titolo "Il Futuro dell’Ortopedico" per un confronto e una riflessione, alla luce dei recenti decreti legge, se sia corretto l’inserimento degli Specializzandi in Ortopedia nel Servizio Sanitario Nazionale per risolvere carenze di personale o piuttosto compromette la qualità del loro percorso formativo, con la partecipazione della Dott.ssa Luisa De Paola, Ministero Università e Ricerca; Prof. Carlo Della Rocca, Sapienza Università di Roma; Dott. Andrea Piccioli, Direttore Generale ISS; Dott. Sebastiano Cudoni, Vice Presidente SIOT; Prof. Pasquale Farsetti, Presidente AUOT; Dott. Fabrizio Cortese, Presidente OTODI; Dott. Pietro Cavaliere, Presidente SICOOP; Dott. Orlando Cosentino, Presidente AISOT.
E ancora riflettori puntati sulla celebrazione dei Premi "Albero D’Oro" uno consegnato dalla SIOT per meriti scientifici e un altro, da parte della Commissione SIOT Diversity & Inclusion, in collaborazione con l’Associazione WOW Italia, per l’impegno umanitario.
La Medicina Rigenerativa – Ortobiologia
Tra i temi di grande attualità al centro del dibattito nella seconda e terza giornata del Congresso SIOT 2024, un ruolo da protagonista viene affidato alla medicina rigenerativa e una delle sue branche più interessanti, l’ortobiologia, che in ambito ortopedico viene utilizzata per stimolare la ricrescita di alcuni tessuti e attenuare l’infiammazione per prevenire e trattare l’artrosi, da lieve a moderata. L’ortobiologia comprende tutti quei trattamenti non chirurgici e minimamente invasivi effettuabili su persone che fino a pochi anni fa non avevano altra scelta terapeutica se non l’intervento di sostituzione protesica. "In ambito ortopedico, grazie alle tecniche di ortobiologia – spiega Alberto Momoli, Presidente SIOT e Direttore UOC Ortopedia e Traumatologia Ospedale San Bortolo, Vicenza - si è entrati in una nuova era. La prima generazione di cure ortobiologiche è rappresentata dalle infiltrazioni di acido ialuronico che aumentando l’elasticità e la viscosità della cartilagine, rallenta il processo degenerativo causato dall’artrosi. Un trattamento ortobiologico più avanzato è il Prp, mentre l’ultima frontiera in quest’ambito è rappresentata dall’uso delle cellule mesenchimali. Bisogna comunque tener presente che tali trattamenti sono in grado solo di rallentare il processo artrosico, ma non di farlo regredire. Ed è sempre importante rivolgersi a centri certificati e con elevati standard qualitativi".
In caso di artrosi, evidenze scientifiche hanno dimostrato l'efficacia sia riguardo le infiltrazioni con l'acido ialuronico sia con il PRP (plasma ricco di piastrine) e la letteratura più recente anche quelle con le cellule mesenchimali, ancora in fase sperimentale, in particolare nell'articolazione del ginocchio. I trattamenti con PRP e acido ialuronico sono indicati quando l’artrosi è di primo o secondo grado; quando invece è di terzo grado si può valutare solo l’opzione della tecnica che prevede l’uso delle cellule mesenchimali, mentre se è di quarto grado, cioè molto avanzata, non ci sono alternative all’intervento chirurgico. Al momento sono in corso studi scientifici per valutare l’efficacia del trattamento con le cellule mesenchimali sulle lesioni muscolari e sulla rigenerazione cutanea e del callo osseo a seguito di fratture. Il PRP, in particolare, trova ampia applicazione anche nella rigenerazione dei tendini della cuffia dei rotatori della spalla, su cui anche l’impiego delle staminali ha dimostrato una guarigione più rapida e meno dolorosa rispetto agli interventi standard, sebbene sia ancora necessaria un’ampia replicazione degli studi per una validazione definitiva. I trattamenti infiltrativi presentano, generalmente, controindicazioni estremamente ridotte, con un’attenzione particolare nei soggetti fragili o coloro che fanno uso di farmaci anticoagulanti o presentano varie comorbidità. Le tecniche di medicina riparativa e rigenerativa sono applicabili al trattamento conservativo delle articolazioni ma anche alla fase post-intervento chirurgico, per migliorarne l’esito, favorendo la guarigione dei tessuti.
Al Congresso un’ampia sessione è stata, poi, dedicata all’invecchiamento, longevità e sport con uno scambio di pareri scientifici tra ortopedici, referenti della Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI), genetisti ed endocrinologi.
"La salute e il benessere di una persona - spiega Sergio Pecorelli, Presidente del Comitato Scientifico FMSI - sono influenzati da una complessa interazione tra fattori genetici, sociali, economici e ambientali, insieme agli stili di vita adottati. La teoria dei primi 1000 giorni di vita, sostenuta da numerosissime ricerche, introduce un nuovo paradigma per comprendere la salute, evidenziando come questo periodo cruciale, dal concepimento fino ai primi due anni di vita, possa influenzare fino al 70% della salute futura dell'individuo e delle generazioni successive. Durante questi mille giorni, il cervello e gli organi del corpo sono in uno stato di elevata plasticità che li rende particolarmente sensibili all’ambiente circostante".
E' fondamentale ricordare che, nel corso degli anni, l'esposizione a condizioni ambientali favorevoli con sani stili di vita e nutrizione e una corretta attività fisica, può "modificare" l'espressione dei geni attraverso meccanismi epigenetici, ovvero cambiamenti che non alterano il DNA, ma influenzano l’attivazione o la disattivazione dei geni. Esposizioni sfavorevoli, invece, come una alimentazione scorretta, attività fisica inadeguata o stress prolungato, possono portare a cambiamenti neuroendocrini che predispongono a malattie croniche in età adulta, tra cui diabete, obesità e patologie cardiovascolari o autoimmuni. Le neuroscienze e l'epigenetica confermano che le esperienze vissute nei primi mille giorni possono modulare l'espressione genetica, influenzando significativamente la salute dell’individuo
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