Chirurgia mini-invasiva e robotica le armi contro la stenosi del canale lombare
L’innovazione tecnologica contro il mal di schiena ha riscontrato progressi anche più rilevanti rispetto ad altre discipline. Ne derivano interventi mininvasivi sempre più precisi, ricoveri più brevi, convalescenze più veloci, ritorno alle proprie abitudini - anche sportive - in tempi prima impensabili. I minori rischi nell’intervento e i tempi più rapidi di recupero producono benefici sia per il paziente che per le strutture. Questo tipo di intervento è emblematico nel caso della stenosi del canale lombare, una patologia assai diffusa nella popolazione che ha superato i 65 anni. La realtà dell’Ospedale Israelitico di Roma rappresenta un’esperienza importante in tal senso.
LA RIVOLUZIONE CHIRURGICA PER IL MAL DI SCHIENA – L’intervento chirurgico per la stenosi del canale lombare è divenuto assai frequente grazie alle migliori condizioni che vengono messe a disposizione dei pazienti e dell’elevato numero di persone che vi soffre, patendo un decadimento della qualità della vita per il restringimento (la stenosi, appunto) del canale lombare, che spesso si verifica in tarda età.
"In passato, la stenosi del canale lombare era associata all’invecchiamento e alla riduzione dell’autonomia e della qualità di vita, mentre solo di rado si ricorreva all’intervento chirurgico che era invasivo, con una pesante anestesia e una lunga convalescenza, condannando le persone a rinunciare all’operazione e a rassegnarsi a una vita meno dinamica – spiega il Dott. Luca Serra (nella foto), Responsabile UO Chirurgia Vertebrale, Ospedale Israelitico – Oggi è possibile sottoporsi all’intervento e tornare a una vita dinamica e persino sportiva. Il canale lombare che si è ristretto va allargato e successivamente stabilizzato: questa seconda parte dell’intervento, che prima si associava a possibili complicazioni, adesso si può fare senza aprire la colonna vertebrale, ma con semplici incisioni. L’intervento è facilmente realizzabile anche in tarda età, fino anche a 90 anni. La diffusione di questo tipo di attività chirurgica ha aperto la strada ad altri interventi mini-invasivi, con queste tecniche percutanee sempre più diffuse contro i vari tipi di mal di schiena".
L’INVESTIMENTO IN ROBOTICA, UN VANTAGGIO PER IL PAZIENTE E PER LA STRUTTURA – A rendere ancora meno invasivo l’approccio contro il mal di schiena come nel caso della stenosi del canale lombare vi è la robotica, che aiuta molto nella messa in sicurezza degli interventi alla colonna e rinforza il tratto operato.
"Nella stenosi, grazie alla tecnica chirurgica dell’artrodesi conservativa consentita dalla robotica, è possibile allargare canali in persone anziane che fino a qualche anno fa si rassegnavano ad avere una vita scadente, a non camminare più, a fare interventi molto invasivi – commenta il Dott. Luca Serra – Possiamo poi contare su procedimenti come la navigazione, ossia la possibilità di seguire l’intervento in tempo reale nel corpo umano anche in aree delicate come il canale vertebrale, dove passano il midollo e il nervo, il cui monitoraggio rende l’atto chirurgico molto più sicuro. Questi miglioramenti sono però oggi disponibili solo in alcuni centri selezionati. Apparentemente il costo di queste innovazioni è rilevante, ma saranno sempre più necessarie in tutte le chirurgie vertebrali e rappresenteranno un investimento ampiamente compensato dal risultato. Ne beneficia sia il paziente, che può contare su tempi di recupero più brevi, maggiore precisione e sicurezza dell’intervento, un minore impatto operatorio e minore ricorso a farmaci e terapie; sia per la struttura, che può così svolgere più attività e non rischiare complicazioni dell’intervento".
L’AMPIA DIFFUSIONE DEL MAL DI SCHIENA IN ITALIA. IL 10% SONO CASI SEVERI – Le novità rappresentano un passo avanti significativo per tutte quelle persone che soffrono di forme gravi di mal di schiena, che in forma generica riguarda il 70-80% degli italiani. È spesso correlato agli stili di vita, che portano alla mancanza di attività fisica e a una errata postura. Questi numeri così elevati comportano anche dei costi, stimati in 36 miliardi di euro, visto che proprio il mal di schiena è la principale ragione di visite mediche e la causa più frequente di assenza dal lavoro: si tratta di 2,3 punti del PIL, da cui si intuiscono i risvolti socioeconomici, sia come costi diretti (diagnostici e terapeutici) che indiretti (assenze dal lavoro, mancata produttività). "La patologie che portano al mal di schiena sono numerose, come l’artrosi, l’ernia del disco, l’osteoporosi, le deviazioni della colonna (scoliosi o cifosi), o ancora scivolamenti, instabilità, spondilolistesi – sottolinea il Dott. Luca Serra –. Sono fondamentali le moderne tecnologie per diagnosi accurate e trattamenti mirati, come terapia del dolore, chirurgia mininvasiva, infiltrazioni terapeutiche. Tolte le forme transitorie, resta il 10% di patologia seria, su cui servono trattamenti specifici e, talvolta, l’intervento chirurgico, necessario soprattutto in tarda età per patologie come la stenosi del canale vertebrale, le fratture vertebrali, l’osteoporosi".
Pubblicato sulla rivista Nature Mental Health, lo studio identifica nel cervello dei pazienti con schizofrenia connessioni funzionali uniche, una sorta di firma cerebrale della malattia
Offre nuovi strumenti per controllare attacchi di panico e ansia
Gli esperti sono comunque cauti: "Sicuramente non tutti i malati potranno beneficiare di questo trattamento"
Focus anche sul trattamento innovativo e riabilitativo
In Italia, si stima che la prevalenza dei soggetti osteoporotici over 50 corrisponda al 23,1% nelle donne e al 7,0% negli uomini (International Osteoporosis Foundation)
Potrebbe essere sfruttato come base di terapia per l'osteoporosi e per aiutare a guarire le fratture ossee
In uno studio su animali pubblicato sulla rivista Cell Reports Medicine il peptide, Pepitem, ha garantito la formazione di nuovo osso sano in topolini con problemi di osteoporosi
La campagna, promossa da IBSA Italy con il patrocinio di ANMAR, accende i riflettori sui campanelli d’allarme dell’osteoartrosi rappresentandone simbolicamente gli effetti sui pazienti nella vita di tutti i giorni
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