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Torna il colera, aumentano le morti e i focolai

Infettivologia Redazione DottNet | 05/09/2024 11:47

Nel 2024 sono state 22 le aree contagiate e 342.800 casi, soprattutto in Africa

 Nel 2023 il numero di casi di colera nel mondo è aumentato del 13% e i decessi del 71% rispetto al 2022. Oltre 4.000 persone sono morte l'anno scorso a causa di una malattia prevenibile e facilmente curabile. Emerge dalle nuove statistiche globali dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. I dati preliminari mostrano che la crisi continua anche nel 2024, con 22 paesi che segnalano focolai di colera attivi, per un totale, fino al 22 agosto, di 342.800 casi e 2.400 decessi in tutti i continenti.   Il colera è un'infezione intestinale acuta che si diffonde attraverso cibo e acqua contaminati colpisce soprattutto comunità con accesso limitato ai servizi igienici.

   Conflitti, cambiamenti climatici, scarsa acqua potabile e servizi igienici inadeguati, povertà e spostamenti di popolazione dovuti a conflitti ma anche disastri dovuti a calamità naturali "hanno contribuito all'aumento delle epidemie di colera lo scorso anno", scrive l'Oms. Dal report per il 2023, emerge che 45 paesi hanno segnalato casi di colera, un aumento rispetto ai 44 dell'anno precedente e ai 35 del 2021.
Il 38% dei casi riguardava bambini di età inferiore ai cinque anni. E rispetto al 2022 c'è stata una diminuzione del 32% dei casi segnalati in Medio Oriente e Asia e un aumento del 125% in Africa. Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo, Malawi e Somalia hanno continuato a segnalare grandi focolai di oltre 10.000 casi sospetti o confermati. Questo è, inoltre, il primo anno in cui più paesi hanno segnalato decessi per colera avvenuti al di fuori delle strutture sanitarie, noti come "decessi comunitari", "evidenziando gravi lacune nell'accesso alle cure".   L'Oms, che per far fronte al problema ha stanziato 18 milioni di dollari, "considera l'attuale rischio globale di colera molto elevato". Sebbene la vaccinazione sia uno strumento importante, acqua potabile sicura, servizi igienici e sanitari "rimangono le uniche soluzioni a lungo termine e sostenibili per porre fine alle epidemie e prevenirne di future". 
  

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