Canali Minisiti ECM

Biotecnologie e malattie neurologiche: un parassita ingegnerizzato trasporta proteine terapeutiche al sistema nervoso centrale

Neurologia Redazione DottNet | 29/07/2024 17:18

Un gruppo di scienziati internazionali dell’Università degli Studi di Milano e di Human Technopole ha studiato un metodo per l’ingegnerizzazione del parassita Toxoplasma gondii come veicolo per il trasporto di proteine terapeutiche

Ingegnerizzare un parassita, il Toxoplasma gondii, naturalmente adatto ad attraversare la barriera emato-encefalica ed entrare nelle cellule neuronali, in modo che possa fornire proteine ​terapeutiche al sistema nervoso centrale: ecco il risultato dello studio di un gruppo di scienziati internazionali di cui fanno parte anche gli studiosi dell’Università degli Studi di Milano e di Human Technopole, appena pubblicata su Nature Microbiology.

Le proteine ​​possono infatti essere utilizzate come terapie o come strumenti per studiare i processi biologici, ma il loro trasferimento alle cellule e ai tessuti bersaglio è reso complesso dalle loro grandi dimensioni, dalle interazioni con il sistema immunitario ospite e dalla necessità di aggirare diverse barriere, come la barriera ematoencefalica. Gli scienziati sono partiti da studi precedenti sul Toxoplasma gondii, un parassita che viaggia naturalmente dall'intestino umano al sistema nervoso centrale, e che, grazie alla sua naturale capacità di attraversare la barriera emato-encefalica ed entrare nelle cellule neuronali, è un potenziale strumento trasformativo per il trattamento dei disturbi cerebrali.

Il gruppo di ricerca italiano è coordinato da Giuseppe Testa, docente di Biologia Molecolare presso il Dipartimento di Oncologia ed Emato-Oncologia della Statale di Milano, Head of Neurogenomics presso Human Technopole e Direttore del Laboratorio di Epigenetica delle Cellule Staminali presso IEO- Istituto Europeo di Oncologia. 

Attraverso una strategia di ingegnerizzazione per trasportare varie proteine umane ai neuroni sfruttando due organelli secretori (strutture specializzate che svolgono specifiche funzioni all'interno di una cellula) di Toxoplasma gondiigli autori hanno dimostrato con successo che le proteine potevano essere trasferite ai neuroni di topo e anche ai neuroni umani, grazie a esperimenti di laboratorio e analisi computazionali a risoluzione di singola cellula in organoidi cerebrali infettati dal parassita ingegnerizzato.

"Diverse proteine di fusione, tra cui GDNF, PARK2, TFEB, SMN1 e MeCP2, sono state trasportate con successo nelle cellule ospiti. In particolare, MeCP2, una proteina implicata nella sindrome di Rett, un disordine del neurosviluppo, è stata trasportata con successo nei neuroni, e ha mostrato un’associazione funzionale con lacromatina, il complesso ecosistema di DNA, RNA, proteine e metaboliti nel nucleo delle cellule in cui si svolge l’espressione dei nostri geni. Lo studio ha dimostrato la somministrazione di MeCP2 agli organoidi cerebrali corticali differenziati da cellule staminali pluripotenti umane" spiega il professor Testa.

"Possono adesso prendere il via i prossimi passi per ottimizzare ulteriormente l’efficienza del sistema e affrontare i potenziali problemi di sicurezza associati all’utilizzo di un parassita come vettore. Siamo molto felici che una collaborazione internazionale così proficua fornisca un promettente nuovo approccio per il rilascio di proteine al sistema nervoso centrale mediante Toxoplasma gondii, offrendo una potenziale soluzione alle sfide poste dal trattamento delle malattie neuropsichiatriche, specialmente quelle dell’età evolutiva", conclude Giuseppe Testa

Commenti

I Correlati

Lo rivela una nuova analisi globale condotta nell'ambito del Global Burden of Diseases, Injuries, and Risk Factors Study (GBD) 2021

Una ricerca pubblicata su The American Journal of Human Genetics e condotta tra Canada e Italia, ha evidenziato che le varianti del gene Ddx53 contribuiscono all'Asd

La dislessia è una questione genetica

Neurologia | Redazione DottNet | 20/12/2024 08:21

In uno studio pubblicato su Science Advances sono state identificate alcune specifiche differenze nella struttura cerebrale

Il virus salirebbe al cervello per il nervo vago favorendo malattia

Ti potrebbero interessare

Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata

Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori

Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione

All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti

Ultime News

Gli scienziati dell'UNSW Sydney's Centre for Healthy Brain Ageing, in Australia, hanno esaminato i dati relativi a 3.483 gemelli di età superiore ai 45 anni coinvolti in studi nazionali

Il comparto ha perso nell’ultimo anno in totale 2.920 iscritti soprattutto tra i medici di famiglia e i pediatri. La discesa tocca tutti i sindacati e sembra inarrestabile

Gli esperti hanno stimato che per ogni 10 punti in più di aderenza alle 8 abitudini su una scala da 0 a 100, il cervello appare più giovane di 113 giorni

Farmacie, dopo 26 anni rinnovata la Convenzione

Farmacia | Redazione DottNet | 20/12/2024 19:23

Cossolo: L'accordo regolamenta le modalità di svolgimento della dispensazione dei farmaci e dell'erogazione dei servizi in farmacia, per permettere ai cittadini di fruirne al meglio