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Il Covid non si ferma in Italia, cresce con 9mila casi in 7 giorni

Infettivologia Redazione DottNet | 19/07/2024 18:26

Iss-Ministero, stabili i ricoveri. Domina la variante KP.3 (40%). Ecco sintomi e cure

Sono quasi 9mila (8.942) i contagi Covid registrati in Italia nella settimana tra l'11 e il 17 luglio, il 62% in più rispetto ai 7 giorni precedenti quando i casi erano 5.503. Stabili le occupazioni nei reparti ordinari degli ospedali - 1,9% (1.183 ricoverati) rispetto all'1,6% (1.006 ricoverati) della settimana scorsa -, e nelle terapie intensive: 0,5% (43 ricoverati) in linea rispetto allo 0,5% (43 ricoverati) della scorsa settimana. I morti sono 40: con una variazione di +21,2% rispetto alla settimana precedente, quando le vittime sono state 33. Effettuati 79.967 tamponi con una variazione di +4,5% rispetto alla settimana precedente (76.532). Il tasso di positività si attesta all'11,2% con una variazione di +4,0% rispetto alla settimana precedente (7,2%). E' quanto riporta il bollettino aggiornato del ministero della Salute sull'andamento di Covid nel Paese. Sono 3 le regioni che superano quota mille contagi censiti: in testa resta la Lombardia con 1.761 casi, seguita dal Lazio con 1.627 positivi e dalla Campania con 1.483.

Nella settimana che va dall'11 al 17 luglio sono 8.942 i nuovi casi positivi al Covid in Italia con una variazione di +62,5% rispetto alla settimana precedente.

 Il dato, piuttosto preoccupante, emerge dal Monitoraggio settimanale dell'Iss e del Ministero della Salute. Stabili le occupazioni nei reparti ordinari degli ospedali - 1,9% (1.183 ricoverati) rispetto all'1,6% (1.006 ricoverati) della settimana scorsa -, e nelle terapie intensive: 0,5% (43 ricoverati) in linea rispetto allo 0,5% (43 ricoverati) della scorsa settimana. I morti sono 40: con una variazione di +21,2% rispetto alla settimana precedente, quando le vittime sono state 33. Effettuati 79.967 tamponi con una variazione di +4,5% rispetto alla settimana precedente (76.532). Il tasso di positività si attesta all'11,2% con una variazione di +4,0% rispetto alla settimana precedente (7,2%). I sintomi della malattia data sono simili a quelli delle altre varianti del Covid-19, ma generalmente meno gravi. Questi includono dei sintomi simil-influenzali, come: febbretossedifficoltà respiratorie; perdita di gusto e olfatto (meno comuni, ma che con questa variante abbiamo visto ripresentarsi).

La  variante KP3, che fa parte del gruppo delle cosiddette varianti Flirt, «è quella presente in maggiore proporzione, quindi la maggiore responsabile dell'ondata in corso. Questo anche per una sua caratteristica che inganna». Così all'Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva dell'università Statale di Milano. E' immunoevasiva: vuol dire che il nostro organismo, nonostante abbia un'immunità ibrida, cioè da infezioni pregresse e vaccino, poiché il virus si 'traveste', non lo riconosce prontamente come nemico, e quindi ricadiamo nell'infezione. Prosegue il virologo. «Il virus del Covid-19 è camaleontico - spiega Pregliasco che è anche direttore sanitario dell'Irccs ospedale Galeazzi Sant'Ambrogio di Milano - e si caratterizza proprio per la sua capacità di mutare, ma alcune mutazioni possono offrire vantaggi al virus proprio in termini di immunoevasività e di conseguenza diffondersi maggiormente tra la popolazione, come nel caso della variante Kp3».

Anche la durata dei sintomi "è simile a quella delle altre infezioni respiratorie, per questo è difficile distinguere il Covid-19 da altri virus respiratori senza avere effettuato un tampone. Per quanto riguarda invece il trattamento, molto dipende dalla tipologia di paziente e dalla gravità dei sintomi. Per i casi gravi - sottolinea Pregliasco - e soprattutto in pazienti anziani come il presidente Biden, o che presentano altre patologie come diabete o problematiche respiratorie o cardiache, è disponibile un trattamento antivirale specifico. Tuttavia, per la maggior parte delle persone, un trattamento con antinfiammatori e qualche giorno di riposo è sufficiente».

Se il nuovo aumento dei casi di Covid è legato all'arrivo della nuova variante KP.3 che a giugno, è stata responsabile del 40,5% dei contagi, insieme al calo dell'immunità della popolazione, c'è una terza ragione che favorisce i contagi: "È la completa perdita di precauzioni", dice Cesare Cislaghi. "Non è un'indicazione poliziesca dire che chi è contagiato non dovrebbe andare in società, almeno per i primi 3-4 giorni", conclude. Intanto, uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine mostra come dall'inizio della pandemia per chi contrae Covid sia sceso bruscamente il rischio di sviluppare long-Covid: oggi accade al 3,5% dei malati rispetto al 10,4% del 2020. Si tratta di un effetto delle nuove varianti, ma anche della vaccinazione. Attenzione, però: "Se abbandoniamo le vaccinazioni, è probabile che il rischio aumenti di nuovo", dice il coordinatore della ricerca Ziyad Al-Aly.

"I dati sono in lieve aumento ma restano sostanzialmente sotto controllo: l'importante è proteggere i più  fragili. Oggi è un anno che sono al Ministero.Se ricordo quei momenti trascorsi allo Spallanzani, la paura e lo sconcerto dei tanti ed il coraggio che abbiamo dato agli italiani ancora oggi non riesco a trattenere una fortissima emozione. Soprattutto quando incontro le persone o leggo i loro commenti sui social. Ci hanno voluto e ci vogliono bene". Così Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, in relazione alla crescita dei contagi Covid in Italia. "Sono certo che grazie alla grande energia e determinazione della Presidente Meloni il nostro Paese mai piu si farà trovare impreparato, a partire dalla ventilazione meccanica controllata nelle scuole. Mai più bambini con i cappotti addosso nelle classi. Mai piu'", conclude l'ex numero uno dello Spallanzani di Roma.

“L’ondata di calore e l’aumento della circolazione del Covid in questi giorni destano una certa preoccupazione per le condizioni di salute di anziani e fragili. Questa convergenza di due circostanze avverse deve farci tenere alta la guardia per evitare e moltiplicare gli sforzi di monitoraggio attivo da parte dei medici di medicina generale che conoscono la condizione dei loro pazienti. Occorre in ogni modo evitare che scompensi cardiocircolatori o respiratori li portino a dover arrivare in gravi condizioni in pronto soccorso”. Così il presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, Giovanni Migliore. “Nelle ultime settimane c’è stato un importante aumento dei casi Covid - aggiunge Migliore - è un segnale che merita attenzione anche se i numeri assoluti sono ancora decisamente bassi e non c’è pressione sugli ospedali. I pazienti che stiamo registrando arrivano presentando una blanda sintomatologia respiratoria ma soprattutto per la cura di altre patologie ma ‘con Covid’, ovvero si riscontra la positività dopo il tampone. Se guardiamo all’incidenza per età, il tasso più alto è quello tra gli anziani. Questo deve indurci ad adottare comportamenti responsabili che non sostengano la diffusione dei contagi. Ancora una volta occorre seguire le raccomandazioni che conosciamo, evitando in caso di positività al Covid di stare in luoghi chiusi e affollati e in presenza di sintomi di restare magari qualche giorno a casa”, conclude.

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