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Long Covid, dalla diagnosi alla terapia

Infettivologia Redazione DottNet | 02/04/2024 19:49

La broncopolmonite interstiziale è certamente la complicanza più pericolosa e spesso fatale della infezione da Covid

La broncopolmonite interstiziale è certamente la complicanza più pericolosa e spesso fatale della infezione da COVID 19. Essa si manifesta con rigidità dell’albero bronchiale dovuta alla perdita dell’elasticità della rete interstiziale, cui consegue spesso una notevole riduzione degli scambi gassosi alveolo-capillari e caduta della saturazione di ossigeno a valori spesso inferiori a 94%. L’eziopatogenesi è legata alla proteina "spike" espressa sia sul virocapside che sulla membrana infetta che stimola l’attivazione del sistema monociti-macrofagi (evidenziato in un incremento dei monociti all’emocromo), prima linea difensiva. La fagocitosi dei virioni e delle cellule infette nell’albero bronchiale provoca la loro degranulazione con liberazione di enzimi, citochine e fattori aggreganti piastrinici (PF4 contenuto nei granuli delle piastrine) che danno origine ad una "microtrombosi bianca" intravascolare disseminata (aumento del MPV all’emocromo), al fine di limitare la diffusione del virus nell’organismo.

A livello polmonare si manifesta quindi come broncopolmonite interstiziale "a vetro smerigliato", senza versamento pleurico in quanto non batterica e perciò non essudativa. La terapia con doppia antiaggregazione piastrinica determina una completa risoluzione del quadro clinico-radiologico e conseguente blocco dell’evoluzione in fibrosi. 

CLINICA E RADIODIAGNOSTICA

I primi casi clinici presentavano vari sintomi non tutti necessariamente presenti contemporaneamente negli stessi soggetti, quali difficoltà respiratoria ma con saturazione normale, tosse, astenia con affaticamento nello svolgimento di attività come nel salire le scale. La caratteristica principale era un aumento dei monociti-macrofagi e del MPV (volume piastrinico medio) all’emocromo e la presenza di un quadro di broncopolmonite interstiziale alla Radiografia o TC del Torace con aspetto a "vetro smerigliato". Un caso era stato dimesso dal reparto di Malattie Infettive del Policlinico di Bari, dove l’Angio TC eseguita in regime di ricovero escludeva l’embolia polmonare, per cui nonostante l’apparente guarigione presentava affaticamento e dispnea con evidenza radiologica e successiva conferma alla TC Torace del quadro "a vetro smerigliato" caratteristico della pregressa infezione da Covid 19. Successivamente è stato considerato un caso di cecità monolaterale improvvisa con visus ridotto ad 1/10 e due casi di bronchite resistente a terapia antibiotica. Infine un caso di broncopolmonite interstiziale, scoperto durante accertamenti radiologici per noduli polmonari in soggetto fumatore e già operato per melanoma). 

RISULTATI

Tutti i casi presi in considerazione sono stati sottoposti a terapia con doppia antiaggregazione piastrinica (Clopidogrel 75 mg/die + Acido acetilsalicilico 100 mg/die) con completa guarigione (Fig.6), mentre il paziente con l’occhio cieco ha recuperato il visus a 9/10 (Fig.7). Alla Radiografia e TC Torace eseguita successivamente si è riscontrata la completa risoluzione della broncopolmonite interstiziale (in un caso anche del "enfisema diffuso centrolobulare e parasettale bilaterale" associato).

Dott. Giuseppe Cinquepalmi,

Medico di medicina generale

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