Report del Ministero, "interventi mirati sarebbero necessari"
La copertura vaccinale contro l'Hpv nelle ragazze è "discreta se si confrontano i dati con altre nazioni europee, ma ben al di sotto della soglia ottimale prevista". Nessuna Regione o provincia autonoma raggiunge infatti il 95% in nessuna delle coorti prese in esame. E ancor peggio va per i ragazzi. A non lasciar dubbi su quanto sia ancora lunga la strada da fare è il report sulle coperture vaccinali per l'Hpv relativo al 2018, pubblicato sul sito del Ministero della Salute. Il Papilloma Virus Humano (Hpv) si trasmette attraverso rapporto sessuale ed è collegato all'insorgenza di diversi tipi di tumore, tra cui quello alla cervice dell'utero. La vaccinazione è offerta gratuitamente alle bambine nel dodicesimo anno di vita a partire dal 2007-2008 e col Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019 è stata introdotta anche per i maschi.
Non solo a livello nazionale ma anche a livello regionale, tuttavia, nessuna Regione raggiunge il 95% in nessuna delle coorti prese in esame. Le coperture per le ragazze sono comprese, infatti, in un range tra 36,9-80,6% per la coorte 2003, tra 37-80% per la coorte 2004, tra 34,7-78,5% per la coorte 2005 e tra 19-71,8% per la coorte 2006. I dati evidenziano un'ampia variabilità delle coperture vaccinali tra le Regioni. Ad esempio, rispetto alle ragazze nate nel 2006 si va dal 76% di vaccinate con la prima dose in Emilia Romagna e il 75% in Piemonte al 37% di Bolzano e il 45% dell'Abruzzo. La copertura vaccinale media per Hpv nei ragazzi è molto lontana dagli obiettivi previsti che identifica una soglia graduale dal 60% nel 2017 fino al 95% nel 2019: solo il 44% tra i nati nel 2006 hanno ricevuto la prima dose e solo il 21% ha ricevuto anche la seconda. "Interventi mirati sarebbero necessari in specifici contesti geografici tenendo presente che la vaccinazione anti-Hpv, pur non rientrando tra quelle obbligatorie è un Livello Essenziale di Assistenza".
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