Al via una campagna sui social per farne conoscere i benefici
In Italia sono oltre 2 milioni e mezzo le persone che soffrono di asma e per loro fare attività fisica è quasi una medicina, con benefici sulla salute del corpo e della mente. Eppure, tra chi ne soffre in forma grave, solo 4 su 10 pratica sport e 9 su 10 ritengono che questa malattia costituisca un limite nel farlo (dati Doxa 2019). Mira a promuovere il ruolo dell'attività fisica nel migliorare la qualità di vita delle persone asmatiche la campagna "Ho l'asma e faccio sport", presentata oggi al Ministero della Salute.Nel mondo sono 235 milioni le persone che soffrono di asma e questa malattia infiammatoria dei bronchi colpisce il 10% dei bambini.
Inoltre ha anche molti benefici psicologici, soprattutto nei più giovani. "Numerosi studi mostrano che migliora l'interazione sociale - precisa Ilaria Baiardini, psicoterapeuta - aumenta l'autostima e anche la consapevolezza dei propri limiti, aiutandoli a vivere meglio con questa malattia cronica". Obiettivo della campagna, realizzata in collaborazione con il Coni e 6 associazioni sportive, è raccogliere, attraverso i social, esempi positivi che aiutino a promuovere il messaggio #holasmaefacciosport. I contributi piu significativi verranno inseriti in un video che sarà lanciato in occasione della Giornata Mondiale dell'Asma del prossimo 6 maggio. "Lo sport, per l'asmatico, - commenta Simona Barbaglia, presidente dell'Associazione Respiriamo Insieme e ideatrice dell'iniziativa - è spesso un obiettivo non raggiunto, in molti casi anche per la poca informazione sul vantaggio che comporta. Vogliamo spiegare invece che questa malattia non deve rappresentare un limite, bensì un incentivo a fare attività fisica".
La notizia è stata ufficializzata in una lettera firmata dal Direttore Regionale OMS per l’Europa, Dr. Hans Henri P. Kluge
I risultati di uno studio di Monzino e Università Statale di Milano identificano nell’infiammazione di basso grado e nell’attivazione piastrinica la causa dei danni polmonari
Il processo decisionale condiviso migliora l’aderenza terapeutica, educa al trattamento e favorisce lo stile di vita più idoneo al paziente, con un impatto positivo sul decorso della Sclerosi Multipla (SM) e sulla qualità di vita
È il dato che emerge da uno condotto dalla Unità operativa complessa di Pneumologia dell'Ospedale Luigi Sacco di Milano, in collaborazione con l'Ospedale Civico Codogno (Lodi)
Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie
Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen
I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali
Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri
Cartabellotta: "Urgente un rilancio delle politiche per il personale sanitario per garantire il diritto alla tutela della salute"
Al momento si è solo stabilito che nel 2025 e nel 2026 l'età di vecchiaia resti a 67 anni e che per l'anticipata ci vogliano 42 anni e 10 mesi (41 anni e 10 mesi per le donne), oltre a tre mesi di finestra mobile
In Cina è epidemia da metapneumovirus umano (Hmpv) mentre in Italia sta circolando un mix di virus respiratori tra cui adenovirus, virus respiratorio sinciziale e Covid
"Oltre all'arresto, manca il procedimento di querela d'ufficio da parte delle Asl contro chi compie atti di violenza. Senza dimenticare, poi, la tutela legale per i medici e gli infermieri che sono stati aggrediti"
Commenti