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Ormone della gravidanza utile contro il dolore alle articolazioni

Farmaci Redazione DottNet | 04/06/2019 14:44

Le iniezioni di Relaxina nella versione specifica hanno un effetto duraturo

La relaxina, un ormone che si inizia a produrre a partire dal primo trimestre di gravidanza e contribuisce a sciogliere i muscoli, le articolazioni e i legamenti della futura mamma per aiutare il suo corpo ad accogliere un bambino in crescita e a prepararsi alla nascita, potrebbe essere utile nel trattare una dolorosa condizione delle articolazioni. Si tratta dell'artrofibrosi, che negli Usa ha un'incidenza del 5% della popolazione. Lo rileva una ricerca guidata dal Beth Israel Deaconess Medical Center, pubblicata su Proceedings of the National Academies of Sciences. Gli studiosi hanno scoperto che più iniezioni di questo ormone nell'articolazione colpita ripristinavano in parte il movimento e miglioravano la salute dei tessuti in un modello animale, in particolare in una forma dolorosa e debilitante di artrofibrosi comune tra le donne di mezza età, spesso diabetiche.

"Le attuali opzioni di trattamento - spiega Ara Nazarian, uno degli autori dello studio - forniscono sollievo solo marginale o temporaneo e non affrontano la fonte del dolore e della rigidità.

Anche se sono necessarie ulteriori ricerche, riproporre questo ormone della gravidanza come trattamento per l'artrofibrosi potrebbe fornire un'opportunità senza precedenti". Più comune alle spalle, alle ginocchia e ai fianchi e caratterizzata da dolore accompagnato da una riduzione del range di movimento, l'artrofibrosi è causata da un eccessivo accumulo di tessuto cicatriziale nell'articolazione, innescato da lesioni, traumi, immobilità o un intervento chirurgico. Nel nuovo studio, utilizzando cellule umane in vitro, i ricercatori hanno dimostrato che una versione specifica dell'ormone inibisce la produzione di tessuto cicatriziale delle cellule e indirettamente quella di collagene - che supporta le articolazioni e altri tessuti, ma che è sovraprodotta nelle cicatrici.Poi, in un modello animale, si è evidenziato che più iniezioni hanno prodotto miglioramenti significativi e duraturi nelle capacità di movimento.

fonte: Proceedings of the National Academies of Sciences

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