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Trattamento della tosse cronica: una ricerca ha valutato le preferenze dei pazienti.

Infezioni Respiratorie Redazione DottNet | 21/02/2025 06:28

Una percentuale considerevole di individui è affetta da una tosse cronica definita refrattaria o inspiegabile, ovvero persistente nonostante il trattamento.

Abstract


La tosse cronica è un disturbo comune, ma le opzioni terapeutiche disponibili sono ancora limitate. L’inibizione della segnalazione purinergica rappresenta un approccio terapeutico promettente, sebbene sia associata a effetti collaterali, in particolare correlati al gusto. Una recente indagine americana ha valutato fino a che punto i pazienti siano disposti a tollerare i classici effetti degli antitussivi in cambio di un possibile sollievo dalla tosse. Lo studio è stato condotto grazie ad un esperimento di scelta discreta in grado di quantificare le preferenze dei pazienti e la loro disponibilità ad accettare compromessi tra efficacia ed effetti collaterali.


La tosse cronica è un problema di salute comune che colpisce il 5-10% degli adulti in tutto il mondo e ha un impatto negativo sulla qualità della vita. Definita negli adulti come una tosse che persiste per 8 settimane o più, la tosse cronica è associata a disturbi del sonno, affaticamento, riduzione della produttività lavorativa, ansia, depressione e maggiore ricorso all’assistenza sanitaria.

Una percentuale significativa di individui soffre di tosse cronica definita refrattaria o inspiegabile, ovvero persistente nonostante una valutazione approfondita e un trattamento ottimale delle condizioni comorbide, come suggerito dalle linee guida delle migliori pratiche cliniche. Recenti approfondimenti sui meccanismi della tosse cronica hanno portato allo sviluppo di farmaci mirati all’ipersensibilità neuronale. In particolare, l’inibizione dell’eccitabilità dei nervi afferenti, attraverso il blocco del recettore P2X 3 dipendente dall’ATP, è stata identificata come una strategia terapeutica promettente.

I recenti studi clinici di fase 3, COUGH-1 e COUGH-2, hanno valutato gefapixant, l’antagonista del recettore P2X 3, nel trattamento della tosse cronica refrattaria o tosse cronica inspiegata negli adulti. I risultati hanno dimostrato, nei pazienti trattati con 45 mg di gefapixant due volte al giorno, una significativa riduzione della frequenza della tosse nelle 24 ore e un miglioramento della qualità di vita. Tuttavia, gli eventi avversi correlati al gusto erano comuni, verificandosi in circa il 59%-69% dei pazienti trattati.

L’evento avverso correlato al gusto più comune era la disgeusia, spesso descritta come un sapore metallico, amaro o salato. Altri eventi avversi correlati al gusto includevano ageusia (perdita della sensibilità al gusto), ipogeusia (definita come gusto ridotto) e ipergeusia (aumento della sensibilità al gusto). In particolare, sono stati osservati effetti collaterali spiacevoli correlati al gusto nella maggior parte degli antagonisti del recettore P2X 3 in fase di sviluppo.

Poichè si sa poco sulle preferenze di trattamento dei pazienti con tosse cronica, una recente indagine americana ha valutato fino a che punto i pazienti siano disposti a tollerare i classici effetti collaterali degli antitussivi in cambio di un possibile sollievo dalla tosse.

La ricerca è stata condotta sottoponendo ai partecipanti un sondaggio sperimentale online di scelta discreta: le domande richiedevano di scegliere tra profili di trattamento che implicavano un compromesso tra sicurezza, efficacia e praticità della terapia. La selezione delle proprietà correlate alla tosse e al gusto è stata ottenuta da interviste qualitative e dati di sperimentazioni cliniche, che hanno identificato le caratteristiche che avevano un maggiore impatto sulle preferenze dei pazienti.

Gli esperimenti di scelta discreta hanno il vantaggio di saper misurare le preferenze dei partecipanti e la loro disponibilità ad accettare compromessi tra i diversi aspetti correlati alla salute e al trattamento. La misurazione delle preferenze dei pazienti è un’espressione efficace della loro opinione ed è considerata prioritaria sia dalle agenzie cliniche che da quelle di regolamentazione.

Il sondaggio è stato completato con successo da 472 partecipanti con tosse cronica. Tra gli attributi proposti, la frequenza di attacchi di tosse intensi era considerata la più importante, seguita dal cambiamento del gusto, dalla frequenza della tosse notturna e dalla frequenza della tosse diurna. In merito ai compromessi è emerso che i partecipanti erano disposti ad accettare i disturbi del gusto in cambio di:

  • eliminazione della tosse notturna insieme a una leggera riduzione della tosse diurna;
  • eliminazione della tosse diurna insieme a una riduzione pronunciata della tosse notturna;
  • riduzione degli attacchi di tosse intensi da 7 a 2 volte a settimana.

I risultati ottenuti hanno identificato due distinti modelli di preferenza, ciascuno dei quali attribuisce un’importanza diversa ai compromessi tra efficacia ed effetti collaterali.

Dallo studio emerge che gli adulti affetti da tosse cronica sono generalmente disposti ad accettare alterazioni del gusto in cambio di un miglioramento dei sintomi della tosse cronica, soprattutto se si riduce la frequenza degli attacchi di tosse intensi.

L’indagine ha contribuito, quindi, ad approfondire la conoscenza sul peso degli effetti collaterali in pazienti con tosse cronica. Ciò potrebbe supportare in maniera essenziale i processi decisionali clinici e normativi che ruotano attorno a questo disturbo cronico.


Referenze: Swaminathan AC et al. Patient preferences for the treatment of chronic cough: a discrete choice experiment. BMJ Open Respir Res.19 gennaio 2024;11(1):e001888. doi: 10.1136/bmjresp-2023-001888

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