"E' la prima causa di bronchiolite e quindi di ospedalizzazione nei bambini sotto l'anno di vita, di infezioni respiratorie acute e di bronchite asmatica in bambini, adolescenti e giovani adulti". I pediatri di famiglia della FIMP pronti a fare la pr
"E' la prima causa di bronchiolite e quindi di ospedalizzazione nei bambini sotto l'anno di vita, di infezioni respiratorie acute e di bronchite asmatica in bambini, adolescenti e giovani adulti". I pediatri di famiglia della FIMP pronti a fare la propria parte
"Evitare il contatto ravvicinato con persone malate, lavare frequentemente le mani, evitare di toccarsi gli occhi, il naso o la bocca, seguire una buona igiene respiratoria e il galateo della tosse" sono queste le misure per prevenire il contagio da virus respiratorio sinciziale indicate dal ministero della Salute in una circolare firmata dal direttore generale della Prevenzione, Francesco Vaia, e basata sulle raccomandazioni del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, l'Ecdc. Il virus respiratorio sinciziale (Vrs) è "un virus altamente trasmissibile che causa epidemie annuali durante l'autunno e l'inverno nei climi temperati", si legge nella circolare, ed è "la prima causa di bronchiolite e quindi di ospedalizzazione nei bambini sotto l'anno di vita, di infezioni respiratorie acute" e di bronchite asmatica in bambini, adolescenti e giovani adulti, nonché della riacutizzazione della broncopneumopatia cronica ostruttiva in adulti e anziani; in questi ultimi può essere anche responsabile di polmonite interstiziale con sindrome da distress respiratorio acuto.
L'Organizzazione Mondiale della sanità stima che nel mondo questo virus provochi ogni anno 33 milioni di infezioni acute delle basse vie respiratorie, con più di 3 milioni di ricoveri e 59.600 decessi nei bambini di età inferiore ai 5 anni e 1,4 milioni di ricoveri e 27.300 decessi nei bambini di età inferiore a 6 mesi. L'Ecdc indica che in Europa, Norvegia e nel Regno Unito il virus respiratorio sinciziale è responsabile del ricovero di circa 213mila bambini sotto i cinque anni, alcuni dei quali necessitano di terapia intensiva, e di circa 158mila adulti. Oltre alle misure di prevenzione non farmacologiche, la circolare del ministero indica che "sono oggi disponibili anche vaccini ed anticorpi monoclonali". Di questi ultimi, in Italia sono utilizzati il palivizumab, per i nati pretermine e i bambini ad alto rischio, e il nirsevimab, per i neonati e i "bambini nella prima infanzia durante la loro prima stagione di Vrs. Sono infine disponibili un vaccino ricombinante adiuvato destinato agli adulti e uno ricombinante bivalente per agli adulti e le donne in gravidanza.
Epidemiologia mondiale ed europea
L’organizzazione Mondiale della sanità (OMS) stima che a livello globale il carico di infezioni acute delle vie respiratorie basse sia di 33 milioni l’anno, con oltre 3 milioni di ricoveri e 59.600 decessi nei bambini di età inferiore ai 5 anni. Nei bambini di età inferiore a 6 mesi, le infezioni acute delle vie respiratorie inferiori associate a VRS rappresentano circa 1,4 milioni di ricoveri e 27.300 decessi. L’ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) riporta che ogni anno nell’Unione Europea, in Norvegia e nel Regno Unito, il VRS è responsabile del ricovero ospedaliero di circa 213.000 bambini sotto i cinque anni, alcuni dei quali necessitano di terapia intensiva, e di circa 158.000 adulti. Le popolazioni più a rischio sono i neonati prematuri e i bambini di età inferiore ai sei mesi, gli ultra65enni e le persone con un sistema immunitario indebolito o con patologie preesistenti.
Trasmissione
Il VRS si diffonde da persona a persona attraverso le particelle e le goccioline rilasciate nell’aria da una persona infetta quando respira, parla, tossisce o starnutisce. Il VRS può diffondersi anche attraverso le goccioline respiratorie che si depositano su superfici che altre persone toccano e che a loro volta possono infettarsi toccandosi con le mani contaminate il naso, la bocca o gli occhi. Questa modalità di trasmissione è comune nei neonati e nei bambini piccoli che toccano superfici e giocattoli infetti o li mettono in bocca.
Fattori di rischio
Tutti i bambini sono a rischio di sviluppare una forma grave di infezione delle basse vie aeree da VRS, come bronchiolite e polmonite, tale da richiedere cure mediche, ambulatoriali o ospedaliere. Il rischio di infezione grave da VRS dipende da più fattori, tra cui in particolare:
Vi sono fattori di rischio aggiuntivi per una prognosi più grave, quali nascita pretermine, displasia bronco-polmonare, cardiopatie congenite emodinamicamente significative e altre malattie che implicano deficit immunitari o neuromuscolari. Il virus provoca anche frequenti reinfezioni in soggetti di età più avanzata. Le infezioni da VRS in età adulta e anziana possono portare a gravi complicazioni respiratorie. Nei pazienti adulti (≥60 anni) con condizioni di rischio e ospedalizzati, l’infezione da VRS si manifesta spesso come grave malattia delle vie respiratorie inferiori, polmonite, con necessità di ventilazione meccanica, ricovero in terapia intensiva e letalità a breve e lungo termine.
Attualmente, per la cura delle gravi forme di malattia delle basse vie respiratorie sia nel neonato che nell’adulto non esistono opzioni terapeutiche specifiche e sono limitate a terapie sintomatiche e misure di supporto (idratazione e ossigeno).
Strategie di prevenzione
Misure di igiene e protezione individuale
L’ECDC raccomanda le seguenti misure di protezione personali (misure non farmacologiche), valide per la maggior parte dei virus respiratori e utili per ridurre la trasmissione del virus:
Anticorpi monoclonali e vaccini
Oltre alle misure non farmacologiche, sono oggi disponibili anche vaccini ed anticorpi monoclonali. Risultano al momento autorizzati, in Italia, due anticorpi monoclonali, palivizumab (SYNAGIS) destinato a nati pretermine e bambini ad alto rischio e nirsevimab (BEYFORTUS) destinato neonati e bambini nella prima infanzia durante la loro prima stagione di VRS, e due vaccini, di cui uno ricombinante adiuvato, destinato agli adulti (AREXVY), e uno ricombinante bivalente, destinato sia agli adulti che alle donne in gravidanza (ABRYSVO).
"Un importante passo in avanti verso l’adozione di una strategia preventiva efficace contro il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS), principale causa di ospedalizzazione nei bambini sotto l’anno di vita, che tiene conto delle nuove soluzioni di prevenzione disponibili", dichiara Antonio D’Avino, Presidente Nazionale della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), a commento della circolare diramata alle Regioni dalla Direzione generale della Prevenzione del Ministero della Salute con le "Misure di prevenzione e immunizzazione contro il virus respiratorio sinciziale".
Come riconosciuto anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la prevenzione del VRS rappresenta una priorità di sanità pubblica, essendo il virus la principale causa di ricovero e responsabile di infezioni alle basse vie aeree, come bronchioliti e broncospasmo, per neonati e bambini entro il primo anno di vita. Il picco di incidenza del VRS avviene nel periodo invernale, contemporaneamente ad altre malattie respiratorie, determinando un sovraccarico assistenziale con migliaia di accessi negli ambulatori del pediatra di famiglia e nei Pronto Soccorso, e ricoveri in ospedale e in terapia intensiva per le forme più gravi.
"Oggi, grazie alla disponibilità di anticorpi monoclonali innovativi indicati per neonati e bambini è possibile prevenire la circolazione del virus e tutelare la salute della popolazione pediatrica che, specialmente nel primo anno di età, è maggiormente esposta ai rischi derivanti dall’infezione", prosegue D’Avino. "In particolare, l’anticorpo monoclonale Nirsevimab negli studi preregistrativi si è dimostrato sicuro e in grado di ridurre dell’80% le forme più gravi di infezione da VRS. Evidenze confermate anche dai primi dati di utilizzo di Paesi come Spagna, Lussemburgo e Stati Uniti che hanno inserito l’anticorpo monoclonale all’interno dei loro calendari per tutti i lattanti alla loro prima stagione di VRS. Alla stregua di un programma vaccinale, sarebbe opportuno organizzare la somministrazione di tale anticorpo monoclonale direttamente in ambito ospedaliero, prima della dimissione dal reparto di maternità, per tutti i bambini nati nel periodo epidemico, tra ottobre e marzo, mentre i bambini nati nel periodo compreso tra aprile e settembre dovrebbero essere immunizzati nel mese di ottobre dell’anno di nascita, a cura dei servizi territoriali e del proprio Pediatra di Famiglia".
"L’auspicio è che tutte le Regioni possano recepire in maniera omogenea le indicazioni contenute nella circolare ministeriale e rendere disponibili le nuove soluzioni per consentire l’attuazione di strategie preventive adeguate a tutelare la salute dei più piccoli e a ridurre i carichi assistenziali causati dalle infezioni da VRS sul territorio e negli ospedali. I Pediatri di Famiglia della FIMP si rendono disponibili a essere parte attiva di questa strategia, consapevoli di essere per i genitori un punto di riferimento certo per gli interventi assistenziali in materia di prevenzione. Il rapporto fiduciario che ci lega alle famiglie rappresenta il migliore antidoto contro la disinformazione contribuendo, insieme al counseling, alla scelta consapevole di prevenzione della patologia da VRS", conclude il Presidente nazionale FIMP.
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