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Formaggi a latte crudo, un'etichetta per tutelare i bimbi

Nutrizione Redazione DottNet | 29/01/2025 11:53

Nuove norme contro le gravi infezioni da Escherichia

Nuove etichette, con maggiori informazioni e quindi più efficaci per proteggere i bambini dai rischi delle infezioni contratte mangiando prodotti a latte crudo, che possono portare a gravi conseguenze. Come la sindrome emolitico uremica (Seu), la più grave complicanza di un'infezione intestinale batterica, sostenuta da ceppi di Escherichia coli, che colpisce in particolare i piccoli sotto i 5 anni. E' uno degli obiettivi delle misure a cui sta lavorando il governo che, con un decreto, pubblicato sul sito del ministero della Salute, ha istituito un tavolo tecnico di esperti.

Ne fanno parte membri del ministero della Salute, di quello dell'Agricoltura, dell'Istituto superiore di sanità, degli Istituti zooprofilattici e delle associazioni di categoria, con lo scopo di individuare "l'etichettatura più efficace possibile che possa avvertire il consumatore finale di tali rischi" E anche per andare oltre l'obbligo di etichettatura disposto dall'Unione europea, "prevedendo indicazioni aggiuntive in etichetta", affermano il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida e il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato (nella foto).

 

"Intendiamo così tutelare la popolazione pediatrica nei primi anni di vita e rendere le scelte dei consumatori pienamente consapevoli del rischio di infezione intestinale da ceppi di escherichia coli", affermano. La Seu rappresenta la più grave complicanza di un'infezione intestinale batterica, sostenuta da ceppi di Escherichia coli (Stec) produttori di una potente tossina detta Shiga-tossina (Stx) o vero-citotossina (VtT). L'infezione si trasmette principalmente per via alimentare (carne cruda o poco cotta, soprattutto di origine bovina, latte crudo non pastorizzato e formaggi prodotti con latte crudo e poco stagionati, vegetali e frutta crudi non lavati), ma può anche essere contratta a seguito di un contatto stretto con ruminanti infetti o con un ambiente contaminato o per trasmissione interumana attraverso la via oro-fecale.

Tra il primo luglio 2023 e il 30 giugno 2024 sono stati registrati 68 casi di Seu in Italia, secondo i dati del Registro italiano Sindrome emolitico uremica, la maggioranza nei pazienti in età pediatrica (sotto i 15 anni di età) con 67 casi (98,5% del totale). Per Paolo Chiandotto, presidente del Progetto Alice - Associazione per la lotta alla sindrome emolitico uremica Ets le nuove misure sono "un primo passo importante verso le nostre istanze inviate al ministro della Salute e al sottosegretario nella speranza che anche l'Associazione dei pazienti sia coinvolta nel tavolo. È importante affrontare il tema etichettatura, ma non solo, è necessario affrontare il problema anche a livello di filiera e informare attraverso una campagna di comunicazione i consumatori".

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