Subito dopo aver aumentato i coefficienti di rivalutazione dei montanti contributivi il Ministero del Lavoro ha rivisto al ribasso i coefficienti di trasformazione per il calcolo della quota contributiva della pensione nel biennio 2025-2026
Doccia scozzese per i medici e gli odontoiatri dipendenti che si accingono ad andare in pensione nel corso del 2025. Subito dopo aver aumentato i coefficienti di rivalutazione dei montanti contributivi (cioè il totale dei contributi versati che costituisce la base per il calcolo della pensione contributiva) sulla base della media quinquennale dell’incremento del PIL nominale, il Ministero del Lavoro ha rivisto al ribasso i coefficienti di trasformazione per il calcolo della quota contributiva della pensione nel biennio 2025-2026.
Sulla base del sistema di calcolo contributivo, l’importo della pensione annua si ottiene appunto moltiplicando il montante contributivo, cioè la somma dei contributi versati durante tutta la vita lavorativa ed opportunamente rivalutati, per un coefficiente di trasformazione previsto dai 57 ai 71 anni, che si incrementa con il crescere dell’età, inglobando quindi un premio per coloro che vanno in pensione più tardi. Al di sotto dei 57 anni (soprattutto nei casi di pensioni a superstiti e di invalidità), si applica comunque il coefficiente del cinquantasettesimo anno.
La modifica in parola è stata assunta con il Decreto Direttoriale del 20 novembre 2024 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Rispetto ai valori attuali, i nuovi coefficienti (e quindi la pensione conseguente), si riducono, secondo l’elaborazione a cura del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, tra l’1,55% ed il 2,18% a parità di età anagrafica.
Tutti i precedenti aggiornamenti sono stati negativi, grazie al progressivo incremento della speranza di vita, con l’unica eccezione rappresentata dai valori 2022, validi per il biennio 2023/2024, dove hanno inciso gli effetti dell’emergenza pandemica. Rispetto ai valori in vigore per il 2024, la riduzione degli importi lordi delle pensioni dovuta alla variazione di questi coefficienti, si colloca in media fra i 20 ed i 50 euro mensili, a seconda dell’età di pensionamento e dell’effettiva consistenza dei montanti. Un cenno che può essere parzialmente consolatorio per gli interessati: nonostante la riduzione, i valori attuali restano ancora leggermente superiori rispetto a quelli in vigore nel biennio 2019-2020.
L’impatto della revisione dei coefficienti riguarda quasi tutti i prossimi pensionati, e cioè in dettaglio:
Gli unici soggetti non interessati sono quindi coloro che sono in possesso solo di contribuzione ante 1996.
Nel 2027-2028 i requisiti per la pensione dovrebbero aumentare di tre mesi: l’età richiesta per la pensione di vecchiaia passerebbe a 67 anni e 3 mesi
Per i periodi lavorati fino al 31 dicembre 1995 si deve calcolare il 2,5 % per anno d’anzianità contributiva anche per chi ha compiuto 65-66 anni
"E' un’opportunità a costo fisso che permette di investire sull’assegno futuro sfruttando le agevolazioni fiscali e, per professionisti che andranno in pensione in cumulo, di anticipare il pensionamento"
L’Enpam, grazie ad una disposizione regolamentare, conserva la facoltà di decidere se recuperare le quote di contribuzione minima obbligatoria mediante ruolo o direttamente
Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo
Quando ad essere accentrati sono periodi contributivi particolarmente lunghi, il costo può diventare importante e divenire un deterrente spesso insuperabile
L’integrazione, in Enpam, è curata dal Servizio Trattamento Giuridico e Fiscale delle Prestazioni, dell’Area della Previdenza.
Il cedolino è già disponibile, mentre i pagamenti partiranno a inizio mese
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