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I sindacati medici: sarà un 2025 denso di battaglie. Offensivi 17 euro di aumento per indennità e 7 euro agli infermieri

Sindacato Redazione DottNet | 20/12/2024 13:53

Di Silverio, Quici, De Palma: Nonostante le promesse, le belle parole, gli apprezzamenti: nulla. Onotri: Non si sono trovate le risorse adeguate a sostenere la medicina convenzionata

«È un eufemismo definire deludenti le misure previste dalla legge di Bilancio per la sanità. Poche risorse frantumate tra innumerevoli capitoli di spesa che servono solo ad accontentare qualche centro d’interesse, di certo non a rilanciare il Servizio sanitario nazionale né a migliorare l’offerta sanitaria per i cittadini. Esclusi categoricamente, dai benefici immediati delle misure adottate, i medici, se non per un aumento offensivo dell’indennità di specificità medica (circa 17 euro netti al mese), e gli infermieri, che ottengono un irrisorio aumento mensile di circa 7 euro netti. Per il resto, nulla. Nonostante le promesse, le belle parole, gli apprezzamenti: nulla». Così Pierino Di Silverio, Segretario Anaao Assomed, Guido Quici, Presidente CIMO-FESMED, e Antonio De Palma, Presidente Nursing Up, commentano il testo della legge di Bilancio arrivato in Aula alla Camera dopo l’esame in Commissione.

«Eppure nel suo complesso la legge di Bilancio fa cadere a pioggia risorse importanti su alcuni interventi, dal ponte sullo Stretto di Messina ad un infinito elenco di bonus quantomeno discutibili, confermando che non è vero che i soldi non ci sono, ma semplicemente non si vuole spenderli per la sanità pubblica, preferendo strizzare l’occhio ad alcune categorie di cittadini-elettori cui si riconoscono regalìe di poche decine di euro e che contemporaneamente vengono private dell’accesso alla sanità pubblica, il bene più prezioso che abbiamo».

«Ed è stata la stessa Corte Costituzionale – aggiungono - ad aver recentemente sottolineato in una importante sentenza come, "per fare fronte a esigenze di contenimento della spesa pubblica", debbano "essere prioritariamente ridotte le altre spese indistinte, rispetto a quella che si connota come funzionale a garantire il "fondamentale" diritto alla salute di cui all’art. 32 Cost."».

«Non possiamo più continuare a portare esclusivamente sulle nostre spalle il peso della tutela della salute dei cittadini, senza ottenere in cambio nemmeno quel riconoscimento minimo che il nostro ruolo e la nostra professione richiederebbero. Non possiamo più rinunciare alla nostra vita personale, alla nostra sicurezza e alle nostre prospettive di crescita senza ricevere nemmeno una parte della valorizzazione che troviamo invece all’estero o in altri settori. Non possiamo più credere alle promesse o accontentarci delle pacche sulle spalle». «Ci prepariamo quindi ad un 2025 denso di battaglie sindacali da combattere su più fronti. Urge portare al centro del dibattito pubblico la questione sanitaria, che non deve essere più un mero ambito di scontro partitico ma diventare il fulcro dell’azione politica e dell’interesse sociale» concludono Di Silverio, Quici e De Palma.

Sugli stessi toni  Pina Onotri, Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani: "Nella  manovra per il 2025, che molto probabilmente supererà il mio step alla Camera dei Deputati, non si sono trovate le risorse adeguate a sostenere la medicina convenzionata, né sono stati proposti  incentivi, detassazioni e decontribuzioni, validi a sostenere il lavoro dei medici, che pagano in proprio i costi di gestione dei loro studi". "Si prosegue  a disinvestire nella medicina generale, nella specialistica ambulatoriale pubblica e nell'assistenza primaria che il Servizio Sanitario Nazionale deve garantire ai cittadini, a fronte anche della grave carenza di medici di famiglia e di specialisti ambulatoriali. Quattro milioni di cittadini italiani, infatti, sono senza medico di in tutta Italia configurando una vera e propria emergenza sociale", aggiunge Onotri. 

"Si continua a non rimuovere il tetto alla spesa per l'assunzione del personale sanitario. Nella medicina ospedaliera,  in due anni (dal 2020 al 2022) sono stati tagliati 32.500 posti letto e fra il 2019 e 2022 oltre 11mila medici hanno lasciato le strutture pubbliche, mentre 95 ospedali sono stati chiusi in 10 anni. Mentre i Pronto Soccorso sono sull’orlo dell’abisso, in tutta Italia, si annuncia che l’acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati viene nuovamente incrementato di 0,5 punti percentuali per l’anno 2025 e di 1 punto percentuale a decorrere dall’anno 2026. Bisognava, invece, prevedere  incentivi per assunzioni di nuovo personale nella medicina dell’emergenza urgenza", precisa Onotri.

"Chiediamo che la Legge di Bilancio 2025 contenga nei suoi provvedimenti collegati norme per sburocratizzare il lavoro nella medicina generale, valorizzando la telemedicina per le certificazioni INPS e autocertificazioni dei primi 3 giorni di malattia. Queste misure (le stiamo chiedendo anche con una petizione pubblica che ha raggiuntoquattordicimila firme in poco tempo) potrebbero essere a costo zero per lo Stato. In questo modo si  migliorerebbero, di molto, le condizioni di lavoro dei medici di famiglia che avrebbero più tempo per la cura dei pazienti", Conclude Pina Onotri

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