È l'indirizzo che si è affermato nella I edizione degli Stati Generali delle Malattie Oculari di Roma a palazzo Baldassini promossi dall'Intergruppo Parlamentare sulla 'Prevenzione e Cura delle Malattie degli Occhi'
- Costruire una strategia nazionale per garantire un "dignitoso benessere visivo in una società che invecchia sempre di più". È l'indirizzo che si è affermato nella I edizione degli Stati Generali delle Malattie Oculari, in corso a Roma a palazzo Baldassini (sede dell'Istituto Luigi Sturzo), promossi dall'Intergruppo Parlamentare sulla 'Prevenzione e Cura delle Malattie degli Occhi', in collaborazione con le società scientifiche di riferimento e le associazioni dei pazienti e advocacy. In Italia, circa 5 milioni di persone convivono con malattie ottico-retiniche, un numero destinato ad aumentare a causa dell'invecchiamento della popolazione. Un'emergenza sanitaria di fronte alla quale le istituzioni hanno riconosciuto la necessità di riorganizzare l'assistenza, investire in screening e prevenzione, e affrontare le disuguaglianze di trattamento tra le Regioni.
Il professor Massimo Nicolò, coordinatore del Comitato tecnico scientifico dell'Intergruppo parlamentare, ha ricordato che "le malattie che colpiscono l'occhio iniziano tra i 55 e i 60 anni, in moltissimi casi tra soggetti ancora in età lavorativa con tutte le conseguenze che ben si possono immaginare, e vanno avanti per molti anni.
Inoltre "va infine rivista la parte della formazione: tutte le politiche oggi- ha aggiunto Nicolo'- mettono in secondo piano il mondo universitario e semplificano sulla figura dell'oculista e il suo operare: alcune prestazioni, come la chirurgia della cataratta, vengono banalizzate e invece dietro di esse c'è una preparazione, una professionalità, ci sono tecnologie, c'è il setting operatorio. Senza polemica ma sembra esserci una minore nobiltà dell'ambito oftalmologico rispetto ad altri ambiti perché forse non c'è di mezzo la perdita della vita".
Il ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, che ha anche la delega alla Visibilità, nel suo saluto ha rimarcato che "è fondamentale sensibilizzare, accrescere la consapevolezza sulle malattie oculari e sui loro diversi aspetti, come l'importanza della prevenzione, la diagnosi, i percorsi di cure e il sostegno che è necessario costruire. Come pure è cruciale continuare a rafforzare la collaborazione a tutti i livelli per rispondere in maniera sempre più puntuale ai bisogni delle persone". Tra i temi trattati in questi Stati Generali anche la necessità di riorganizzare e potenziare i livelli di assistenza, investire appunto in screening e prevenzione, superare le disomogeneità d'accesso alle cure tra le diverse Regioni, la sensibilizzazione dei decisori politico-sanitari sul potenziamento della chirurgia ambulatoriale, l'innovazione tecnologica e la promozione di un approccio integrato tra i professionisti, la formazione di nuovi specialisti, la riduzione delle liste d'attesa, l'implementazione di tecnologie avanzate, e la gestione del welfare sociale legato alla salute visiva.
Una prima risposta ai malati è stata fornita dal disegno di legge sulla "tutela delle persone affette da patologie oculari cronico-degenerative e promozione della prevenzione, della ricerca e dell'innovazione nella cura delle malattie causa di ipovisione e cecità", di cui è relatore il senatore Giovanni Satta, co-presidente dell'intergruppo parlamentare Prevenzione e Cura delle Malattie degli Occhi insieme al deputato Matteo Rosso.
"La prevenzione e la diagnosi precoce sono essenziali per minimizzare il rischio di sviluppare patologie visive altamente invalidanti- ha detto Satta- Questi Stati Generali rappresentano una convergenza senza precedenti tra istituzioni, sanità e società civile, evidenziando una diffusa consapevolezza dell'urgenza di risposte concrete e tempestive. Purtroppo, sono ancora molte le carenze assistenziali a cui occorre fornire risposta ma sono certo che il dialogo e la collaborazione tra politica, comunità scientifica e pazienti permetteranno di sviluppare soluzioni efficaci e sostenibili per il futuro dell'assistenza oftalmologica in Italia". Per Matteo Rosso "serve costruire insieme una strategia nazionale condivisa ma soprattutto occorre mettere mano alla chirurgia ambulatoriale, che va potenziata, formare nuove generazioni di oculisti, dotare necessariamente almeno le strutture specialistiche delle più moderne tecnologie. Dobbiamo rimettere al centro anche l'importanza della prevenzione che spesso ha un alto costo iniziale ma che sul lungo periodo comporta un risparmio fondamentale non solo in termini di salute del paziente ma anche di risparmio nelle prestazioni successive. Solo così facendo riusciremo a diminuire l'impatto di uno tsunami che altrimenti, per quello che riguarda l'assistenza oftamologica in Italia, rischia di investirci nei prossimi anni".
Secondo Mario Barbuto, presidente dell'Unione Italiana Ciechi Ipovedenti e della Fondazione Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità - IAPB Italia "la vista è un bene preziosissimo da tutelare del quale prendersi cura con molta attenzione nella società attuale, considerata la crescita progressiva dell'età media e delle aspettative di vita della popolazione in tutto il mondo che determinano il significativo incremento del numero di persone con patologie oculari. Gli Stati Generali hanno evidenziato tematiche e cifre che inducono una riflessione: entro il 2030, come si legge nel rapporto annuale delle Nazioni Unite 2024, gli ultrasessantenni nel mondo cresceranno da 971 milioni del 2017 a 1,4 miliardi, mentre gli ultra ottantenni aumenteranno da 137 milioni del 2017, a ben 208 milioni. Queste modificazioni profonde nella composizione della popolazione stanno già causando una vera e propria esplosione dei problemi alla vista".
Le previsioni per il futuro parlano di un numero di persone affette da degenerazione maculare legata all'età destinato ad aumentare di 1,2 volte tra il 2020 (195,6 milioni) e il 2030 (243,3 milioni); mentre il numero di persone affette da glaucoma aumenterà di 1,3 volte tra il 2020 (76 milioni) e il 2030 (95,4 milioni). Allo stesso modo, si prevede che il numero di persone affette da presbiopia aumenterà da 1,8 miliardi nel 2015 a 2,1 miliardi nel 2030. Ci sono poi i milioni di casi di pazienti con retinopatia diabetica per i quali risulta necessario uno screening non sapendo, molti pazienti, di essere affetti da retinopatia ma neppure da diabete. In queste situazioni è importantissima la prevenzione ancora prima della cura. "Molte delle malattie oculari possono essere non solo combattute ma anche risolte se prese in carico con il dovuto anticipo- ha detto la senatrice Maria Cristina Cantù, prima firmataria del disegno di legge 483 sulle patologie oculari cronico-degenerative- C'è un bisogno di prevenzione, di un approccio di medicina predittiva e di prossimità".
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