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Quando gli ospedali restano indietro rispetto agli smartphone: come possiamo stimolare l'innovazione nel settore sanitario?

Sanità pubblica Redazione DottNet | 15/04/2025 18:18

ll ciclo di incontri Morning Health Talks di EIT Health aiuta ad indentificare gli ostacoli alla digital transformation del settore healthcare e raccoglie proposte per accelerare l’innovazione in sanità, in Italia e non solo

Quando si parla di innovazione in ambito sanitario, si pensa spesso a robotica, diagnostica basata sull’intelligenza artificiale (IA) o medicina personalizzata alimentata dai dati. Tuttavia, in molte aree dell’Europa centrale, orientale e meridionale, la realtà è spesso ancora arretrata: molti ospedali operano ancora con sistemi obsoleti e hanno scarsa capacità di adottare anche solo gli strumenti digitali già esistenti.

Questo contrasto è stato forse riassunto nel modo più efficace da Filipa Fixe, Direttrice di KPMG Healthcare in Portogallo, che ha osservato: "Attualmente abbiamo più potenza nei nostri smartphone che negli ospedali. Questo evidenzia l’enorme potenziale della tecnologia moderna di rivoluzionare la sanità, se sapremo sfruttarla in modo efficace."

Questa riflessione è stata una delle lezioni più significative emerse dai Morning Health Talks dello scorso anno, una serie di eventi organizzati da EIT Health InnoStars in diversi Paesi dell’Europa centrale, orientale e meridionale, Italia inclusa. Durante l’edizione 2024, professionisti della sanità, start-up, ricercatori, autorità pubbliche e investitori si sono riuniti per discutere sull’evidenza che l’innovazione, in queste regioni in via di sviluppo, spesso si blocca – e su cosa si può e deve fare per superare gli ostacoli al processo di trasformazione digitale.

Le principali sfide che frenano l’innovazione in ambito sanitario

Nonostante l’entusiasmo che circonda l’innovazione, i Morning Health Talks hanno messo in luce diversi ostacoli persistenti e interconnessi. Con l’avvicinarsi dell’edizione 2025, le lezioni apprese lo scorso anno rappresentano un vero e proprio invito all’azione.

Mancanza di infrastrutture tecniche presso le strutture sanitarie. Una delle sfide più frequentemente citate è la semplice assenza di infrastrutture digitali di base negli ospedali e nelle cliniche. Le strutture sanitarie fanno spesso del loro meglio con risorse limitate, ma senza sistemi IT aggiornati non c’è spazio per integrare nuove tecnologie — figuriamoci collaborare con start-up che sviluppano strumenti avanzati come la diagnostica basata su IA o la gestione digitale del paziente. 

    • Dati sanitari frammentati e di difficile accesso. Sebbene molti Paesi dispongano di sistemi digitali centralizzati, i dati risultano frammentati, non standardizzati e bloccati da processi burocratici. Le start-up e i ricercatori spesso faticano a capire quali dati esistono, chi ne è il proprietario e come ottenerne l’accesso. Questo crea una situazione in cui le innovazioni non sono bloccate dalla mancanza di idee, ma dall’impossibilità di lavorare con dati reali. Come ha spiegato Joana Carrilho dell’Università di Porto: "Le soluzioni tecnologiche devono basarsi su sfide reali ed essere user-friendly per favorire l’adozione. Questo assicura che le innovazioni abbiamo un risvolto pratico e ampiamente accettate dagli utenti."
    • Regolamenti obsoleti. In tutta l’aerea del sud ed est Europa, molti sistemi sanitari operano ancora secondo normative superate, non pensate per un’epoca digitale o guidata dall’innovazione. Le nuove tecnologie – dalla diagnostica basata su IA al monitoraggio remoto – spesso rientrano in zone grigie dal punto di vista legale. E nei Paesi in cui i governi cambiano frequentemente, è difficile portare avanti riforme significative.
    • Mentalità conservative e mancanza di conoscenza. Le istituzioni sanitarie spesso resistono al cambiamento. Inoltre, tra i decisori politici manca consapevolezza su quanto le soluzioni di sanità digitale stiano diventando essenziali. Gli innovatori possono contribuire a cambiare questa visione promuovendo messaggi più positivi. Come ha osservato Ana Correia de Barros del Fraunhofer Portugal: "E se vedessimo l’open innovation non solo come qualcosa di nuovo o rivoluzionario, ma anche come uno strumento per riparare ciò che non funziona?"
    • Basso coinvolgimento dei pazienti. L’innovazione non riguarda solo la tecnologia, ma anche le persone. Eppure, i pazienti – che sono gli utenti finali – sono spesso esclusi dalle fasi di test o co-progettazione delle soluzioni. Come ha sottolineato la Dr.ssa Suja Somanadhan del University College Dublin: "I pazienti devono essere al centro di tutte le iniziative sanitarie. Le loro esperienze e i loro bisogni devono guidare l’innovazione."

Imparare dal successo: cosa si può fare?

Nonostante le numerose sfide, i Morning Health Talks hanno anche messo in luce esempi concreti di progresso che altri Paesi possono prendere come riferimento all’interno dei Paesi del programma Regional Innovation Scheme (RIS), di EIT, Italia inclusa.

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