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Sciopero del personale sanitario: 1,2 milioni di prestazioni a rischio, 15 mila gli interventi chirurgici in bilico, 100 mila le visite annullate

Sindacato Redazione DottNet | 19/11/2024 16:07

Lo sciopero, proclamato dai medici e dirigenti sanitari di Anaao Assomed e Cimo-Fesmed e dagli infermieri ed altre professioni sanitarie del Nursing Up, inizia alle 00.00 del 20 novembre. In piazza anche la Fnomceo

Sono 1,2 milioni le prestazioni sanitarie che potrebbero saltare per lo sciopero nazionale di 24 ore dei medici, dirigenti sanitari, infermieri e altre professioni sanitarie indetto per mercoledì 20 novembre. A rischio tutti i servizi, compresi gli esami di laboratorio, gli interventi chirurgici (circa 15mila quelli programmati che potrebbero essere rinviati), le visite specialistiche (100 mila), i servizi assistenziali e le prestazioni infermieristiche ed ostetriche, anche a domicilio, e gli esami radiografici (50mila).

Saranno in ogni caso garantite le prestazioni d'urgenza.

Lo sciopero, proclamato dai medici e dirigenti sanitari di Anaao Assomed e Cimo-Fesmed e dagli infermieri ed altre professioni sanitarie del Nursing Up, al quale hanno aderito anche numerose altre sigle, inizia alle 00.00 del 20 novembre e coinvolgerà un numero massivo di professionisti.

Allo sciopero possono aderire, nel rispetto delle rispettive norme di regolamentazione del diritto di sciopero, tutti i medici, dirigenti sanitari, tecnici e amministrativi in servizio con rapporto a tempo determinato o indeterminato presso le Aziende ed Enti del SSN, compresi gli IRCCS, IZS, Arpa, oppure dipendenti delle strutture di carattere privato e/o religioso che intrattengono un rapporto di convenzione e/o di accreditamento con il SSN. Possono aderire anche i medici specializzandi assunti con il cosiddetto Decreto Calabria.

Può scioperare anche il personale medico universitario che svolge attività assistenziale presso una Azienda Ospedaliera Universitaria.

Sempre nel rispetto delle rispettive norme di regolamentazione del diritto di sciopero, possono aderire tutti gli infermieri, le ostetriche, ed il resto del personale sanitario non medico afferente alle qualifiche contrattuali del comparto della sanità, operanti nelle ASL, nelle Aziende Ospedaliere e negli enti della sanità pubblica italiana, compresi i territori delle province autonome di Trento e Bolzano.

Questi i principali motivi della protesta:

    • al finanziamento dei contratti di lavoro, compreso quello dei colleghi dell’ospedalità privata, vengono assegnate risorse assolutamente insufficienti;
    • mancata detassazione di una parte della retribuzione;
    • mancata attuazione della normativa sulla depenalizzazione dell’atto medico e sanitario;
    • esiguo ed intempestivo incremento dell’indennità di specificità infermieristica, non viene prevista la sua estensione alle Ostetriche;
    • assenza di risorse per l’immediata assunzione di personale;
    • mancata introduzione di norme che impegnino i Ministeri competenti alla immediata attivazione di Presidi di Pubblica Sicurezza negli ospedali italiani al fine di renderli luoghi sicuri per il personale che vi opera;
    • mancata riforma delle cure ospedaliere e territoriali;
    • mancata contrattualizzazione degli specializzandi di area medica e sanitaria, e mancata previsione di retribuzione anche per quelli di area non medica;
    • mancato inserimento delle professioni assistenziali tra quelle a carattere usurante, con relativa ammissione ai benefici d legge;
    • Mancata introduzione di norme atte a sospendere, l’attuazione dell’Accordo Stato Regioni sulla figura dell’assistente infermiere;
    • Mancata introduzione di norme per il superamento delle disposizioni vigenti, e per la concreta abolizione del vincolo di esclusività per gli infermieri ed i professionisti sanitari ex legge n 43/2006. 

I leader delle Associazioni – Pierino Di Silverio per l’Anaao Assomed, Guido Quici per la Cimo-Fesmed e Antonio del Palma per il Nursing Up - parteciperanno alla manifestazione prevista mercoledì 20 novembre a Roma in Piazza SS Apostoli alle ore 12.00.

"Lo sciopero è il frutto dell’esasperazione dei medici, che chiedono da almeno tre anni un’attenzione nei confronti delle Professioni sanitarie". Così il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, alla vigilia dello sciopero nazionale di 24 ore proclamato dai medici e dirigenti sanitari di Anaao- Assomed e Federazione Cimo-Fesmed e dagli infermieri e altri professionisti sanitari del Nursing up, al quale hanno aderito numerose altre sigle e che inizierà alle 00.00 del 20 novembre. Una delegazione della Fnomceo sarà presente domani a Roma alla manifestazione in Piazza Santi Apostoli, per esprimere sostegno e solidarietà.

"Già nel 2021 – argomenta Anelli – abbiamo posto il tema alla politica. Era il tempo del PNRR, che aveva investito 15 miliardi sulle strutture e infrastrutture; ma non c’era stata la stessa attenzione verso i professionisti, che pure, con il loro impegno e i loro sacrifici, avevano traghettato il Paese fuori dalla pandemia.  Abbiamo parlato di "Questione medica", proprio perché senza il sostegno dei professionisti sono messi in discussione i servizi, le prestazioni".  "È quello che accade anche oggi – continua il Presidente Fnomceo – con l’abbandono del Servizio sanitario nazionale da parte dei professionisti, che trovano condizioni di lavoro più favorevoli, per organizzazione prima ancora che per remunerazione, all’estero o nel privato. O che - stremati da burnout, stress professionale, carenze di organico e organizzative, violenze gratuite e inaccettabili, denunce ingiuste - scelgono il prepensionamento o la libera professione".

"Lo sciopero, le proteste – aggiunge – rappresentano il picco, la punta massima di questa esasperazione, cui non si riesce a trovare una soluzione. Le risorse allocate sulla sanità non sono investite nella maniera migliore, si registrano ritardi nel rinnovo dei contratti, tanto che l’accordo per il contratto 2022 -2024, di fatto già scaduto, non è ancora stato siglato. E questi ritardi si riverberano a loro volta sulle organizzazioni, sull’erogazione dei servizi, andando, in un circolo vizioso, ad alimentare la carenza di personale".  "L’attuale Governo – prende atto Anelli – si è dimostrato sensibile a tematiche come le liste d’attesa, o il contrasto alla violenza nei confronti degli operatori, emettendo con urgenza provvedimenti che, nel caso della violenza, si sono dimostrati sin da subito realmente efficaci. Provvedimenti che, tuttavia, per essere risolutivi, vanno accompagnati e supportati da una rivoluzione culturale, da un sostegno forte alla scienza e da una valorizzazione delle competenze, che restituiscano autorevolezza e ruolo ai professionisti".  "Occorre ora – conclude – un segnale forte da parte del Governo che, privilegiando la sanità tra le priorità su cui intervenire, dia una risposta non solo ai suoi lavoratori, ai professionisti, ma a tutti i cittadini. Che allocando risorse sul potenziamento degli organici, sulle retribuzioni riduca le liste d’attesa e migliori le performance. Che, intervenendo sulla governance del sistema, consenta ai medici di riprendere il loro ruolo, frutto di competenze e principi etici capaci di orientare le scelte su obiettivi di salute e non solo su criteri economicistici".  

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