Canali Minisiti ECM

Covid, riconosciuto nesso di causalità fra vaccino e una morte. Il legale: si apre la strada ad azioni risarcitorie

Infettivologia Redazione DottNet | 20/10/2024 17:42

L'autopsia ha evidenziato che il decesso era avvenuto per miocardite. Si diffonde la variante Xec: cambiano i sintomi: forte tosse, naso chiuso e poco appetito. Tornano le ascherine negli ospedali, il parere degli esperti

 La Commissione medica militare di Messina (Cmo) ha riconosciuto il nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino anti-Covid 19 e il decesso di un 35enne agrigentino che, nell'aprile 2021, si era sottoposto alla somministrazione della prima dose del vaccino Astrazeneca.  Il giovane, in ottima salute, è morto 10 giorni dopo la somministrazione del vaccino, lasciando moglie e tre figli.  L'autopsia ha evidenziato che il decesso era avvenuto per miocardite. Il verbale della Cmo è stato trasmesso al Ministero della salute a Roma che potrà confermare o riformare il giudizio.    La moglie della vittima, assistita dall'avvocato Angelo Farruggia, una volta ottenuto il riconoscimento del nesso di causalità tra il decesso e la somministrazione del vaccino avrà diritto all'indennizzo a carico dello Stato. "È un risultato importante che apre la strada al riconoscimento dei danni da vaccinazione anti Covid - ha detto l'avvocato Farruggia - . Tanti i danneggiati dopo la somministrazione del vaccino che non riescono ad avere diagnosi certe e per questo sono costretti a continue visite specialistiche a loro spese. L'incertezza della diagnosi e le conseguenti difficoltà a stabilire il nesso di causalità con il vaccino, impediscono loro di accedere ai ristori economici. Il riconoscimento del nesso di causalità, apre anche la strada all'azione risarcitoria nei confronti delle case produttrici dei vaccini e a mio avviso - conclude Farruggia - anche dello stesso ministero della Salute". "La miocardite è un evento avverso molto raro per diversi vaccini e in particolare per quelli mRNA - ha commentato all'AGI, il virologo Fabrizio Pregliasco - In genere si tratta di miocarditi lievi che si auto risolvono". "E' chiaro - ha continuato l'esperto - che se il ministero ha evidenziato nel caso specifico un nesso di casuali causalità, è giusto prevedere il risarcimento".

"E' vero però - conclude Pregliasco - che il vaccino AstraZeneca, nel momento dell’utilizzo dell’applicazione dell’ampia diffusione del COVID, manteneva un rapporto costo-benefici a favore della necessità della vaccinazione".

Cambiano ancora i sintomi del Covid con la variante Xec, l'ultima mutazione predominante del Sars-CoV-2. "Oggi non vediamo più positivi che hanno perso l'olfatto o i sapori come accadeva nel 2020-2021, ma fortunatamente anche la polmonite si vede molto di meno. L'ultima variante Xec - anche se è molto difficile distinguere un quadro uniforme nei singoli casi - ha come sintomi una forte tosse e la congestione nasale, perché sembra colpire maggiormente le alte vie respiratorie. Alcuni positivi testimoniano la perdita di appetito e grande stanchezza. E' un quadro che potremmo avere nei prossimi mesi, quindi il consiglio è - se ci sono i sintomi e il tampone è positivo - di indossare la mascherina". Così all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, Società italiana malattie infettive e tropicali e professore ordinario all'università Tor Vergata di Roma. Xec è una combinazione di due diverse varianti: KS.1.1 (una cosiddetta variante FLiRT) e KP.3.3 (variante FLuQE). Secondo l’esperto Mike Honey di Melbourne (Australia), che ha tracciato un primo identikit di Xec, ciò che colpisce maggiormente, ha sottolineato Honey in un focus postato su X, è il "vantaggio di crescita" che sta mostrando "a livello globale”. Honey ha calcolato che Xec sta crescendo del "3,8% al giorno (27% alla settimana)", superando le varianti JN.1 “che hanno già in aggiunta mutazioni che le rendono competitive”. L’esperto ha definito Xec come la variante "con la crescita più rapida" che abbia osservato finora.

L'arrivo dell'inverno e l'aumento della circolazione dei virus respiratori, dall'influenza al Covid fino al virus respiratorio sinciziale, mettono in allerta i direttori di alcuni ospedali che, come previsto dall'ultima circolare Covidpossono scegliere di reintrodurre l'obbligo della mascherina per l'ingresso o per alcuni reparti sensibili. È la scelta fatta da dall'ospedale di Brescia che - visto il rialzo dei casi Covid nella zona - ha deciso di ripristinare l'obbligo di indossare i dispositivi di protezione Ffp2 per utenti, visitatori, accompagnatori e caregiver in tutti i reparti. Ma non è l'unico. "In queste settimane in molte regioni del Paese, come ad esempio in Campania, sono state diramate indicazioni per gli ospedali per l’utilizzo dei dispositivi di protezione soprattutto per i reparti a rischio. L’aspetto epidemiologico è importante ma di più lo è la consapevolezza dei cittadini nello scegliere comportamenti adeguati", afferma Federsanità Anci. Il primo luglio scorso era caduto proprio l'ultimo obbligo delle 'vecchie' misure anti-Covid, quello delle mascherine nei reparti con fragiliLa circolare del ministero della Salute apriva però alla discrezionalità dei direttori sanitari che possono "valutare l'opportunità di disporre l'uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie nei diversi contesti della propria struttura, tenendo conto della diffusione dei virus a trasmissione aerea, delle caratteristiche degli ambienti nonché della tipologia di pazienti, lavoratori o visitatori che li frequentano, in funzione del livello di rischio di infezione e/o trasmissione". E così sta accadendo in alcune realtà che preferiscono 'prevenire' eventuali problemi.

"È una cosa giusta entrare in  ospedale, dove ci sono soggetti fragili, e mantenere una ridotta circolazione di virus a trasmessione respiratoria. Quindi sono  d'accordo con le strutture che scelgono di reintrodurre in vista  dell'inverno l'uso della mascherina per i visitatori e l'igiene delle  mani" afferma Massimo Andreonidirettore  scientifico della Simit, Società italiana malattie infettive e  tropicali e professore ordinario all'università Tor Vergata di Roma,  interviene sulla decisione dell'ospedale Civile di Brescia di  reintrodurre per i pazienti e i visitatori le mascherine e gli ingressi contingentati visto il rialzo dei contagi Covid.  "In questo momento c'è una maggiore circolazione di virus respiratori, abbiamo molto Covid, i primissimi casi di influenza che vengono  segnalati - sottolinea - Dove ci sono persone ad alto rischio è  condivisibile che ci siano queste misure che dovrebbero essere valide  anche per i reparti di geriatria".

Il ritorno delle misure anti-Covid, dalle mascherine agli ingressi contingentati, per i pazienti e i  visitatori, deciso dall'ospedale Civile di Brescia per il rialzo dei contagi, "è assurdo. Gli ospedali non possono essere prigionieri di queste misure anti-Covid o dei  tamponi che ancora vengono chiesti per il trasferimento dei pazienti o per fare gli esami e le visite afferma Matteo Bassetti,  direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di  Genova. "Prendiamo spunto dal caso di Brescia, ma ci sono retaggi dell'impianto di misure anti-Covid - aggiunge - ci sono una serie di  centri in Italia che applicano queste norme".

"Con il Covid dovremo convivere,  avremo continuamente fasi di salita e di discesa e adesso siamo in una fase di salita. In funzione dell'andamento delle infezioni in un  determinato contesto geografico, in strutture particolari come sono  gli ospedali, è giusto che siano i direttori sanitari ad assumersi la  responsabilità di profilare delle misure di protezione" anti-contagio  come è accaduto agli Spedali Civili di Brescia. "Meglio un approccio  di buon senso, che sarebbe assurdo stigmatizzare". Parola del virologo Fabrizio Pregliasco, a capo della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell'università Statale di Milano, che parla anche da direttore dell'Irccs ospedale Galeazzi-Sant'Ambrogio del  capoluogo lombardo: "Per ora da noi c'è l'indicazione di indossare le  mascherine nei reparti con pazienti fragili", spiega il medico. "È vero - premette l'esperto - oggi il Covid, nella stragrande maggioranza dei casi, per l'adulto o per il giovane, è un'infezione  risolvibile, seppure a volte con una sintomatologia molto significativa nella fase acuta. Però vediamo ancora degli elementi di  gravità e soprattutto dei decessi nelle persone molto anziane e  fragili, con comorbilità. Questi pazienti - ribadisce Pregliasco -  vanno protetti". "Nessun nuovo allarme Covid negli ospedali". Se la quota di tamponi positivi aumenta, la cosa "non  stupisce" e va presa come "un'indicazione osservazionale" relativa a "persone con una sindrome parainfluenzale, o comunque riportabile a  virus che danno influenza o raffreddore. La cosa importante", il dato  da monitorare, "sono i ricoveri e gli eventuali decessi, che sono  assolutamente stabili". Così Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e  diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano, in merito al ripristino di misure anti-contagio nelle strutture  sanitarie, come disposto agli Spedali Civili di Brescia. "Misure tipo gel e mascherine - precisa l'esperta - sono misure standard adottabili sempre, soprattutto nei reparti con pazienti fragili. In particolare il gel è una buona pratica" in corsia, "non da riferire al Covid, bensì a un'igiene standard ospedaliera".


 

Commenti

Rispondi
2 Risposte Rispondi

I Correlati

I legali: "Alla fine, si è trovato a svolgere, per quindici anni, un orario lavorativo ben superiore a quello contrattualizzato"

Testa: "Mentre si continua ad investire sugli ospedali e sui dipendenti, la medicina generale e il territorio continuano a essere ignorati e sottofinanziati"

Il 10% presentava polmonite, l'8% una infezione del flusso ematico (BSI) e il 4% una infezione del tratto urinario (UTI)

Irccs Negrar ha isolato virus in liquido seminale di un paziente

Ti potrebbero interessare

Commissario straordinario, armonizzare azioni nei territori

Le indicazioni per la prossima campagna ricalcheranno quelle dello scorso autunno, quindi l'anti-Covid sarà "raccomandato" a persone di età pari o superiore a 60 anni. Dalla Florida sconsigliano i vaccini mRna

Lo rivela una ricerca sul New England Journal of Medicine

Nello spot di Italia Longeva il rapporto speciale tra nonno e nipote per sensibilizzare sulla importanza della prevenzione vaccinale per difendersi dalle malattie più temibili nella terza età

Ultime News

L'autopsia ha evidenziato che il decesso era avvenuto per miocardite. Si diffonde la variante Xec: cambiano i sintomi: forte tosse, naso chiuso e poco appetito. Tornano le ascherine negli ospedali, il parere degli esperti

I legali: "Alla fine, si è trovato a svolgere, per quindici anni, un orario lavorativo ben superiore a quello contrattualizzato"

L'obiettivo è di "spezzare il monopolio dell’industria farmaceutica sull’informazione dei medicinali per veicolare verso gli operatori sanitari le informazioni scientifiche e portare i cittadini verso un uso appropriato dei farmaci"

Testa: "Mentre si continua ad investire sugli ospedali e sui dipendenti, la medicina generale e il territorio continuano a essere ignorati e sottofinanziati"