Prevista la reclusione fino a 5 anni e multe fino a 10 mila euro per chi danneggia beni negli ospedali. Schillaci: "Abbiamo mantenuto un impegno preso con chi ogni giorno si dedica alla cura dei cittadini e non merita di essere oggetto di violenza”
Arresto obbligatorio in flagranza per chi compie atti di violenza contro i sanitari o danneggia beni destinati all'assistenza, con la possibilità anche di arresto in flagranza differita laddove sia disponibile la documentazione, per esempio video, che attesti il reato; reclusione fino a cinque anni e multa fino a 10mila euro per chi danneggia beni all'interno di strutture sanitarie. Sono queste le principali misure contenute nello schema di decreto legge per contrastare la violenza nei confronti dei professionisti sanitari approvato dal Consiglio dei ministri.
Nel primo caso, lo schema di dl sanziona in maniera più grave la condotta di danneggiamento quando questa sia posta in essere “all'interno o nelle pertinenze di strutture sanitarie o socio-sanitarie residenziali o semiresidenziali, pubbliche o private, con violenza alla persona o con minaccia ovvero in occasione del delitto previsto dall'articolo 583-quater” (lesioni personali a pubblico ufficiale).
"Abbiamo dato un’altra risposta concreta a tutela di medici, infermieri e di tutti gli operatori sanitari e sociosanitari. Con l’approvazione del decreto legge sulle aggressioni, è immediatamente applicabile l’arresto in flagranza di reato anche differita per chi aggredisce un operatore sanitario. Abbiamo mantenuto un impegno preso con chi ogni giorno si dedica con competenza e dedizione alla cura dei cittadini e non merita di essere oggetto di violenza". È quanto dichiara il Ministro della Salute, Orazio Schillaci. "Il decreto inoltre – aggiunge - inasprisce la pena per chi danneggia beni all’interno o all’esterno di una struttura sanitaria. Non vogliamo più assistere a violenze nei confronti di donne e uomini del servizio sanitario ma neanche alla distruzione di pronto soccorso o reparti. Queste misure si aggiungono alle altre già approvate lo scorso anno, a scopo preventivo e di deterrenza: sono aumentate le pene per gli aggressori, è già prevista la procedibilità d’ufficio, indipendentemente dalla denuncia di chi viene aggredito e sono stati potenziati i presidi di polizia negli ospedali. Vogliamo che nelle strutture sanitarie e sociosanitarie si lavori in sicurezza – conclude il Ministro - ma sappiamo che accanto a questi doverosi e necessari interventi occorre uno sforzo ancora maggiore sul piano culturale. Per questo continueremo a promuovere, insieme alle categorie, campagne per sensibilizzare i cittadini e rinsaldare il rapporto di fiducia tra paziente e medico". Il decreto legge modifica gli articoli del codice di procedura penale 380 (arresto obbligatorio in flagranza) e 382 bis (arresto in flagranza differita): si estende l’arresto obbligatorio in flagranza anche agli atti di violenza che causano lesioni personali ai professionisti sanitari o che producono danni ai beni mobili e immobili destinati all’assistenza sanitaria, con la conseguente compromissione del servizio pubblico erogato dalle strutture. Inoltre si applica l’arresto obbligatorio in flagranza, anche "differito", ossia nelle quarantotto ore successive alla condotta delittuosa inequivocabilmente provata da documentazione videofotografica. La norma modifica anche l’articolo 365 del codice penale prevedendo una pena aggravata per chi danneggia beni mobili o immobili all’interno o nelle pertinenze di strutture sanitarie o socio-sanitarie residenziali o semiresidenziali, pubbliche o private, compresi beni di medici e personale sanitario: reclusione da uno a cinque anni e multa fino a 10.000 euro e la pena è aumentata se il fatto è commesso da più persone riunite.
FNOMCEO
Soddisfazione, da parte della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, per l’approvazione, in Consiglio dei Ministri, del Decreto-legge che introduce nuove misure urgenti per contrastare la violenza nei confronti degli operatori sanitari e il danneggiamento delle strutture. A esprimerla, in un video per il Tg sanità della Federazione, Filippo Anelli, che della Fnomceo è il presidente e che nelle ultime settimane aveva rivolto diversi appelli al Governo per un provvedimento urgente sulla materia. "Il decreto è stato proposto dai ministri Schillaci e Nordio, che ringrazio – spiega Anelli - e adotta finalmente l'estensione dell'arresto in flagranza differita anche alle violenze operate nei confronti dei professionisti sanitari o comunque nelle strutture sanitarie, attraverso un filmato, una videoregistrazione o qualsiasi altro strumento che consenta di poter individuare l'aggressore. Come noto, l'arresto in fragranza differita dà la possibilità al personale di pubblica sicurezza di poter arrestare entro le 48 ore il soggetto che ha procurato violenza e quindi di assicurarlo alla giustizia".
L’istituto dell’arresto in flagranza differita, già adottato in contesti quali le manifestazioni sportive o i reati inerenti alla violenza domestica, permette infatti di estendere la flagranza sino alle 48 ore dopo il fatto, ove sia disponibile adeguata documentazione derivante, ad esempio, da dispositivi di videosorveglianza. Una misura, questa, suggerita da Fnomceo e subito fatta propria dal Ministro Orazio Schillaci, insieme al Ministro Carlo Nordio, in quanto consente di effettuare comunque l’arresto anche quando, per il contesto come può essere quello di un pronto soccorso affollato, non sia possibile farlo contestualmente all’aggressione. "Il decreto introduce anche – aggiunge Anelli - multe pecuniarie fino a 10.000 euro per chi produce qualsiasi tipo di violenza e di distruzione di suppellettili o di ambienti nelle strutture sanitarie. Rappresenta quindi oggi un primo passo importante". "Crediamo che il Governo ora – conclude - debba dare delle precise indicazioni alle Aziende Sanitarie e alle Regioni perché adottino sistemi di videosorveglianza, utilizzando eventualmente anche i fondi del Pnrr, per poter consentire a questa norma di diventare realmente efficace".
CIMO-FESMED
“L’approvazione del decreto legge sulle aggressioni è una risposta concreta e immediata ad una emergenza nazionale, pludiamo e sosteniamo l’operato del Ministro Orazio Schillaci. Naturalmente questa è soltanto una risposta a valle di una emergenza sociale incontrollabile. A questo punto è necessario che la raccomandazione numero 8 del Ministero diventi una direttiva obbligatoria da attuare da parte dei direttori generali degli ospedali. auspichiamo, inoltre, che il documento di valutazione del rischio non sia il solito “foglio di carta” che resta a marcire nelle scrivanie, come nel recente passato lo è stato il piano pandemico pre covid, ma che venga immediatamente attuato”. Così Guido Quici, presidente del sindacato medici Federazione Cimo-Fesmed (a cui aderiscono Anpo-Ascoti, Cimo, Cimop e Fesmed).
ANAAO
Per il segretario Nazionale Anaao Assomed Pierino Di Silverio, iIl decreto approvato dal Consiglio dei Ministri è un provvedimento che risponde in maniera decisa, dura ed efficace alle nostre richieste di intervento per ridurre il fenomeno delle aggressioni agli oepratori sanitari. Sappiamo bene che queste misure rappresentano un deterrente e non sono sufficienti a risolvere completamente il problema che è oramai diventato sociale ancor prima che professionale o politico. Ora bisogna procedere spediti verso la riformulazione del paradigma della presa in cura del paziente, rendendo più appetibile la professione e contrastare così la carenza di personale. Per uscire dal questa spirale di violenza è necessario agire anche sulla cultura e sulla sensibilizzazione della popolazione e restituire la dignità professionale al dirigente medico e sanitario. Riteniamo infine che tutti debbano fare la propria parte, noi per primi, per infondere fiducia nel sistema di cure pubbliche e nei suoi professionisti, e non cercare a tutti i costi il capro ispiatorio anche attraverso pubblicità mirate come sempre più spesso accade da parte di sedicenti studi legali".
SNAMI
Finalmente una risposta nel nuovo DL contro le aggressioni al personale sanitario. Il sindacato autonomo esprime grande soddisfazione ed il plauso per l’approvazione del nuovo Decreto Legge che prevede pene più severe e misure rafforzate per contrastare le aggressioni nei confronti del personale sanitario e i danneggiamenti alle strutture sanitarie e socio-sanitarie. "Accogliamo con favore l’introduzione di sanzioni più incisive, che prevedono fino a 5 anni di reclusione e 10 mila euro di multa per i responsabili di danni alle strutture sanitarie-dice Angelo Testa,presidente nazionale Snami- Questo è un passo importante per garantire che luoghi fondamentali per la salute pubblica vengano tutelati adeguatamente.Il potenziamento della videosorveglianza, accompagnato da specifiche linee guida per il suo corretto utilizzo, rappresenta una misura concreta per incrementare la sicurezza in sanità." "Apprezziamo particolarmente l’obbligo di arresto in differita in caso di aggressioni al personale sanitario, -aggiunge Federico Di Renzo,addetto stampa nazionale Snami-un segnale forte che mette al centro la tutela dei medici e di tutto il personale impegnato nella cura dei cittadini. È essenziale che chi opera quotidianamente per la salute delle persone possa farlo in un ambiente protetto e sicuro, senza il timore di essere oggetto di atti di violenza." "Riteniamo che questo Decreto rappresenti una risposta chiara e concreta da parte del governo e del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ha mantenuto l’impegno preso con la nostra categoria-puntualizza Matteo Picerna,vice segretario nazionale Snami." "Il nostro sindacato-conclude il leader Testa-continuerà come sempre a sostenere ogni iniziativa che contribuisca a proteggere i professionisti della sanità e a promuovere la sicurezza delle strutture, con l’obiettivo di garantire un servizio di qualità e proteggere il benessere dei nostri medici."
Ecco cosa prevede il nuovo decreto.
Articolo 1 (Modifiche all’articolo 635 del codice penale)
Viene qui prevista una novella al codice penale. Chiunque, all'interno o nelle pertinenze di strutture sanitarie o socio-sanitarie residenziali o semiresidenziali, pubbliche o private, con violenza alla persona o con minaccia ovvero in occasione del delitto previsto dall'articolo 583-quater (lesioni a danno di esercenti la professione sanitaria), distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili cose ivi esistenti o comunque destinate al servizio sanitario o socio-sanitario, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa fino a 10.000 euro. Se il fatto è commesso da più persone riunite, la pena è aumentata.
Articolo 2 (Modifiche agli articoli 380 e 382-bis del codice di procedura penale)
Modificato anche l’articolo 380 del codice penale, al comma 2. Previsto l’arresto obbligatorio in flagranza in caso di lesioni personali a personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria e a chiunque svolga attività ausiliarie ad essa funzionali con reclusione da due a cinque anni; e arresto in flagranza in caso di danneggiamento di materiale destinato al servizio sanitario o socio-sanitario.
Viene poi aggiunto un comma 1 bis all’articolo 382 bis del codice penale introducendo l’arresto in flagranza differita in caso di aggressione a esercenti la professione sanitaria e danneggiamento di attrezzature destinate all’assistenza sanitaria. Questo avverrà “sulla base di documentazione video-fotografica o di altra documentazione legittimamente ottenuta da dispositivi di comunicazione informatica o telematica, dalla quale emerga inequivocabilmente il fatto, ne risulta autore, sempre che l'arresto sia compiuto non oltre li tempo necessario alla sua identificazione e, comunque, entro le quarantotto ore dal fatto”.
Articolo 3 (Misure applicative dell'articolo 7 della legge 14 agosto 2020, n. 113)
Al fine di armonizzare sull'intero territorio nazionale le misure applicative in tema di prevenzione a episodi di aggressione, il Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'interno, dovrà adottare apposite linee guida anche con riguardo all'utilizzo dei dispositivi di videosorveglianza nelle strutture presso cui opera li personale sanitario e socio-sanitario. I sistemi di videosorveglianza installati nelle strutture sanitarie dovranno essere segnalati con appositi cartelli informativi.
Articolo 4 (Clausola di invarianza finanziaria)
Dalle disposizioni presenti nel decreto non dovranno derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Articolo 5 (Entrata in vigore)
Il decreto entra in vigore il giorno successi alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
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