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Salute urbana, compie 10 anni il progetto Cities Changing Diabetes

Sanità pubblica Redazione DottNet | 25/09/2024 13:47

Dopo 10 anni, il progetto si rinnova e amplia, diventando “Cities for Better Health”. Con una visione olistica della salute, si propone di dare priorità alla prevenzione e all’equità sanitaria nelle città

Si celebra oggi il 10° anniversario del progetto Cities Changing Diabetes, l’iniziativa nata da una partnership tra Novo Nordisk, l’University College of London e Steno Center di Copenaghen per evidenziare il rapporto tra urbanizzazione e patologie croniche, con l’obiettivo di promuovere iniziative per salvaguardare la salute dei cittadini e prevenire l’insorgere di tali malattie. In 10 anni di attività, l’Italia ha giocato un ruolo chiave con la partecipazione di 14 Città metropolitane e 1.300 comuni, con il coinvolgimento di ben 23 milioni di persone, ovvero il 40 per cento dei cittadini italiani, tanto che è stata scelta la città di Roma come sede dell’evento celebrativo, alla presenza dell’Ambasciatore di Danimarca Anders Carsten Damsgaard e di autorevoli esponenti delle Istituzioni Italiane, trasmesso in diretta sul sito web di SkyTg24.

Il programma si fonda su tre elementi interconnessi che consentono alle città di mappare i fattori associati a obesità e diabete, condividere approfondimenti e aspetti chiave e fornire strumenti in grado di accelerare l’azione locale territoriale. Dal suo lancio nel 2014 con cinque città partner, le dimensioni e la portata della rete è cresciuta fino a raggiungere a livello globale oltre 200 partner in 46 città e in 24 Paesi, con una popolazione complessiva di quasi 250 milioni di abitanti coinvolti. In Italia, dove il progetto è coordinato dall’Health City Institute, in collaborazione con Anci – Associazione nazionale comuni italiani, e autorevoli rappresentanti delle Istituzioni e della comunità scientifica e supportato da Novo Nordisk, sono state coinvolte 8 città come partner - Bari, Bologna, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino, Venezia - 12 città advocate - Brindisi, Cagliari, Cremona, L’Aquila, Livorno, Novara, Palermo, Pescara, Ravenna, Reggio Calabria, Siena, Varese, - sei città follower - Catania, Cremona, Empoli, Firenze, Messina, Varese, la rete dell’hinterland milanese e torinese - e una regione: Le Marche.



«Una buona salute è alla base dello sviluppo sociale ed economico di un paese. Questa fondamentale correlazione implica che tutti gli Stati Europei dovranno presto ripensare ai servizi sanitari per renderli più sostenibili e durevoli, nonché alla necessità di creare collaborazioni trasversali tra pubblico e privato – necessarie per realizzare un sistema sanitario davvero virtuoso», afferma Anders Carsten Damsgaard, Ambasciatore di Danimarca in Italia. «Il programma CCD, realizzato con il supporto di Novo Nordisk, è un eccellente esempio di come sia possibile contribuire insieme per salvaguardare la salute dei cittadini, promovendo azioni volte alla prevenzione di gravi malattie croniche, con un particolare focus ai contesti urbani a misura d’uomo».

«Ormai più della metà della popolazione mondiale è concentrata in ambienti urbani e, secondo le stime, questo numero è destinato a crescere ulteriormente. Se da un lato le città sono motore di crescita economica e innovazione, dall'altra sono alla base di disuguaglianze di salute, influenzando il modo in cui le persone vivono, mangiano, si muovono.
Vivere in città spesso comporta lavori sedentari, scarsa attività fisica e alimentazione scorretta, tutti fattori che hanno un impatto sul rischio di sviluppare malattie croniche come diabete e obesità», spiega Andrea Lenzi, Presidente di Health City Institute e del Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze per la vita della Presidenza del Consiglio dei ministri.

«Il successo del Progetto Cities Changing Diabetes sta, innanzitutto, nel potente messaggio di consapevolezza che ha saputo radicare in tutti i comuni italiani, a partire dalle città partner, rispetto ai fattori di rischio presenti nei contesti urbani e nell’attuale tassonomia della popolazione e rispetto all’importanza che le politiche pubbliche messe in campo dai decisori locali rivestono», commenta l'On. Roberto Pella, Presidente f.f. ANCI, Deputato e Presidente Intergruppo "Qualità di Vita nelle Città". «Aver squarciato questo velo grazie al progetto e alle profonde sinergie attivate ha fatto sì che, in questi primi dieci anni, l’Italia abbia visto nascere piani di azioni e metodi di lavoro condivisi per promuovere la salute e il benessere dei cittadini. E di questo la nostra Associazione è molto orgogliosa, convinta che sia essenziale continuare a impegnarsi su questo fronte», conclude.

Visto il successo e l’ampia portata raggiunta, dopo 10 anni è stato deciso di rinnovare il progetto e intensificare l’impegno per la promozione della salute urbana: sotto la bandiera di Cities for Better Health, con una visione olistica della salute, il progetto vuole dare priorità alla prevenzione e all’equità sanitaria nelle città con l’ambizione di risolvere le cause alla radice delle malattie croniche, riunendo attori in diverse discipline e settori, con un focus particolare sulle popolazioni più vulnerabili, come le comunità con basso livello socioeconomico e i bambini, attraverso la prevenzione dell’obesità infantile. In particolare, i tre temi al centro del progetto sono creare ambienti alimentari favorevoli, garantendo l’accessibilità di cibi sani, rendere l’attività fisica più facile e piacevole, e mobilitare finanziamenti sostenibili per la prevenzione primaria.

«Siamo molto orgogliosi della portata e dei traguardi raggiunti finora dal progetto a livello internazionale e, ancora di più, nel nostro Paese, dove grazie alla collaborazione di numerosi partner di valore, abbiamo creato la rete più estesa di città aderenti», dice Alfredo Galletti (nella foto), Corporate Vice President & General Manager di Novo Nordisk Italia, che aggiunge «nonostante i tanti sforzi già compiuti, c’è ancora molto da fare per creare città più sane e sostenibili in grado non solo di contrastare le malattie croniche, ma anche di garantire un equo benessere socio-economico, fisico e mentale che, in sintonia con la natura, il rispetto dell’ambiente, il minor spreco di energia, dia valore aggiunto alla salute. Per questo motivo non solo continua, ma si intensifica il nostro impegno con il progetto Cities for Better Health».

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