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Aviaria in Usa, l'epidemiologo: Fare scorta di antivirali, dopo sarà tardi

Infettivologia Redazione DottNet | 09/06/2024 16:06

Eric Feigl-Ding su X: "Iniziare ad accumulare farmaci in caso H5N1 diventi trasmissibile tra uomo e uomo". Bassetti: "Esagerato". I ricercatori italiani: "Evitare al lupo al lupo"

I continui focolai di influenza aviaria H5N1 negli allevamenti Usa spingono l'epidemiologo americano Eric Feigl-Ding, con oltre 750 follower su X, e già in prima linea nella divulgazione scientifica durante al Covid a lanciare un appello: "Iniziare ad accumulare una serie di farmaci contro l'influenza" citando diversi antivirali (Xofluza, Relenza) molto conosciuti "per tutta la famiglia, nel caso l'influenza aviaria diventi trasmissibile tra uomo e uomo.

Il rischio - aggiunge Feigl-Ding - è di pentirsene quando poi questi antivirali saranno carenti". Poi in un secondo post su X, lo scienziato prosegue su questa linea spiegando che alcuni antivirali possono essere assunti anche in via preventiva chiedendo al proprio medico. "Il Tamiflu è stato approvato dall'Fda anche per la prevenzione dell'influenza", rimarca l'epidemiologo.

Bassetti: "Esagerato"

"Mi pare esagerato dire alle persone di prendere l'antivirale per la profilassi o di fare scorte di farmaci" contro l'influenza aviaria H5N1, "siamo andati oltre, non esageriamo. Ci vuole grande equilibrio e attenzione quando uno scienziato ha anche tanti follower sui social". Così all'Adnkronos Salute l'infettivologo Matteo Bassetti commenta il post su X dell'epidemiologo americano. "In un attimo si passa dalla giusta attenzione" sull'aviaria "al cattivo allarmismo: è giusto organizzarsi, è corretto che i sistemi sanitari lavorino per l'approviggionamento dei farmaci, verificare i casi sospetti, avere i posti letto. Tutto quello che fa un piano di preparazione - avverte - ma dire alle persone che se stanno male si possono prendere gli antivirali è sbagliato. La comunicazione, l'abbiamo visto con il Covid, è importante non va fatto allarmismo e neanche sottovalutare il problema".

I ricercatori italiani invitano alla calma: "Evitare al lupo al lupo"

La favola di Esopo, 'Al Lupo, al lupo!', come metafora della comunicazione sull'influenza aviaria H5N1. E' lo spunto che alcuni ricercatori italiani hanno scelto per "esaminare la situazione attuale sull'aviaria" soprattutto con la partenza della stagione estiva e quindi dei viaggi, "evitando allarmismi ingiustificati ma sottolineando la importanza di una vigilanza costante". Troppi allarmi, gli 'al lupo' appunto della favoletta, "non giovano affatto anche nel rispondere alla domanda che oggi arriva dai cittadini: è sicuro viaggiare?", precisano Francesco Branda (Università Campus Bio-Medico di Roma), primo autore dell'articolo (firmato anche da Alessandra Ciccozzi, Chiara Romano, Daria Sanna, Massimo Ciccozzi e Fabio Scarpa) inviato alla rivista 'Travel Medicine and infectious disease'.

Nel testo gli autori "sottolineano l’importanza del monitoraggio genetico continuo e dell'approccio 'One Health'" per l'emergenza sanitaria in Usa legata ai bovini positivi al virus H5N1, un approccio "che integra la salute animale, umana e ambientale". Il rischio attuale, però, "per i viaggiatori rimane basso", ed "è fondamentale mantenere alta l'attenzione e la preparazione per prevenire future pandemie". Nella loro lettera gli scienziati ricostruiscono poi quanto accaduto negli allevamenti di bovini in Usa, i primissimi casi anche nell'uomo e la risposta delle autorità sanitarie americane.

"Questo virus aviario, già riscontrato in passato in mammiferi come visoni e leoni marini - ricordano gli scienziati - non era mai stato rilevato nelle mucche, e questa è la notizia importante, ma senza eccessivi allarmismi. Non dobbiamo spaventare la popolazione ma cercare di adottare misure di prevenzione e monitoraggio, ribadendo l'importanza di condividere dati e informazioni che possano renderci pronti ad ogni grave emergenza". I ricercatori rimarcano "l'importanza del monitoraggio" che deve essere effettuato "dai veterinari negli allevamenti intensivi per evitare la diffusione del virus ed evitare possibili mutazioni che potrebbero peggiorare la situazione". In conclusione, i ricercatori ritornano sulla favola di Esopo, "non si deve gridare 'al lupo' quando non ce n'è bisogno, altrimenti quando si verificherà una mutazione del virus o un riassortimento, che può portare alla trasmissione da uomo a uomo, nessuno crederà davvero all'allarme".

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