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Dai veterinari pubblici parte l'allarme sulla Peste suina africana

Infettivologia Redazione DottNet | 27/05/2024 14:20

La situazione, pur non rappresentando un pericolo per la salute umana, è sempre più emergenziale ma sta assumendo caratteri di cronicità

Siamo nel pieno di una epidemia di Peste Suina Africana che sta mettendo in serio pericolo un comparto economico dal valore di decine di miliardi di euro. La situazione, pur non rappresentando un pericolo per la salute umana, è sempre più emergenziale ma sta assumendo caratteri di cronicità. Le azioni intraprese finora sono state pressoché ordinarie e non avranno la capacità di arginare la diffusione della malattia se non assumeranno una forza straordinaria anche in termini di risorse per la sorveglianza veterinaria.

La scelta di affidare a Commissari straordinari funzioni emergenziali a risorse invariate decreta uno stallo funzionale dei ministeri e delle regioni e ne delegittima il ruolo istituzionale esponendo i servizi veterinari delle ASL a responsabilità insostenibili. Se mancano risorse, mezzi, strategie efficaci, se manca la coesione e la convergenza fra tutti gli attori coinvolti per raggiungere gli obiettivi, i danni alla filiera suina saranno sempre più ingenti.

 Abbiamo imparato, ma sembra che non lo si ricordi quando serve, che le malattie infettive non hanno confini regionali, non si combattono con regole compiacenti il consenso o sottoposte ad approvazione referendaria. I veterinari pubblici riuniti nel loro 52° Congresso Nazionale ad Arzachena (SS) dal 22 al 24 maggio hanno ribadito che la tempestività e il rigore operativo sono essenziali per contenere la diffusione delle infezioni, hanno lamentato che occorrono subito risorse ingenti in termini di personale e mezzi per i servizi veterinari territoriali per evitare l'aggravamento di questa patologia - e di quelle che potremmo affrontare in futuro - per risparmiare i costi molto maggiori nel medio e lungo periodo se l’infezione dilaga negli allevamenti.

I Servizi Veterinari delle ASL, in carenza di personale, di mezzi e linee guida coerenti, rischiano di rimanere privi della capacità di reagire alle emergenze e ai rischi per la salute animale e umana. Il messaggio lanciato dal Congresso dei veterinari pubblici è chiaro: "Risparmiare sulla prevenzione e sulla mitigazione dei rischi per la salute animale e umana ci costerà molto di più. Prevenire è meglio che curare, ma non fa notizia e non riscuote l'adozione politica che meriterebbe, specialmente in un paese che dice di voler valorizzare al massimo le sue eccellenze agro-zootecnico-alimentari."

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