Canali Minisiti ECM

I rischi dalle cure per la menopausa con l'automedicazione

Medicina Interna Redazione DottNet | 25/03/2024 16:14

Per gli esperti del Gemelli la terapia va personalizzata

  Farcela da sole a volte non basta. Lo sanno bene oltre 17 milioni di italiane, tra i 45 e i 55 anni, alle prese con i sintomi della menopausa e perimenopausa che, a seconda dei casi, trovano sollievo facendo ricorso alla terapia ormonale sostitutiva. Eppure, l'ultima serie di studi pubblicati dalla rivista scientifica The Lancet ha riacceso il dibattito sul tema, sottolineando "l'importanza di approcci alternativi", come per esempio la terapia comportamentale, per la gestione di una fase della vita che spesso "viene trattata come una malattia", gestita con "un'eccessiva medicalizzazione" e un "semplicistico aumento di prescrizioni di estrogeni".

In realtà, non esiste una ricetta valida per tutte. Se diverse sono le soluzioni a disposizione per ridurre alcuni sintomi come vampate, sudorazioni notturne, secchezza vaginale o insonnia, ciò non significa che le donne debbano ricorrere al fai-da-te, come sottolinea Giovanni Scambia, Direttore Scientifico di Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS e Ordinario di Ostetricia e Ginecologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. "Le donne oggi trascorrono in menopausa circa un terzo della loro vita e hanno a disposizione tante soluzioni che consentono loro di vivere questo tempo in maniera ottimale - spiega -.

A volte, però, l'automedicalizzazione è più un rischio che un concreto aiuto e anche gli integratori andrebbero presi sotto controllo medico". Quanto alla terapia ormonale sostituiva questa "non va demonizzata ma contestualizzata in base alla paziente che abbiamo di fronte, alla sua familiarità con alcune patologie come per esempio l'osteoporosi o il rischio di malattie cardio-metaboliche. Ma non c'è una regola assoluta - continua-.     E' chiaro che in assenza di grossi sintomi, si può anche valutare un approccio alternativo, ma di fronte a una paziente con ricorrenti vampate, per esempio, la terapia ormonale andrebbe prescritta. La possibilità che possa aumentare il rischio di tumori alla mammella o all'utero in alcuni casi c'è, ma se la terapia è bilanciata e soprattutto personalizzata, è un rischio calcolato che si puo' gestire perché tanti i potenziali benefici per la paziente." Una paziente spesso alle prese con un carico di stress da lavoro e impegni quotidiani che i sintomi della menopausa mettono a dura prova.

"La sintomatologia è varia. Alcune conseguenze della carenza estrogenica devono per forza essere trattate con terapie mediche e non vanno sottovalutate - aggiunge Paola Villa, responsabile UOS ginecologia della terza età, ambulatorio menopausa e osteoporosi e follow up integrato per le pazienti oncologiche-. Si rischia di far passare certe sintomatologie come poco significative e trascurarle". Ma pensare di prevedere il momento esatto in cui si andrà in menopausa con i test rapidi attualmente in commercio, simili ai test di gravidanza da eseguire a domicilio, e credere così di saperla gestire meglio, o affidarsi a rimedi naturali per ridurne i sintomi, non significa prevenzione.     "L'autogestione è riduttiva e a tutto svantaggio della donna - continua Villa-. Non abbiamo bisogno di un test per misurare il FSH per sapere se si è in menopausa. Spesso sono poco attendibili perché il FHS può fluttuare e comunque non possono sostituire l'approccio medico che permette di fare il punto sullo stato di salute generale, anche in previsione degli anni successivi. Così come tanti altri prodotti in commercio pensati per la menopausa non possono essere la soluzione. Se non vogliamo troppo medicalizzare la menopausa ma poi trattarla con questi approcci avremo grossi problemi per la salute delle donne perché non risolvono sintomatologie importanti", conclude.

Commenti

I Correlati

Circa 200 medici riuniti, in presenza e in diretta streaming, per discutere degli esiti della Legge 130/2023, prima e unica al mondo ad avviare uno screening per celiachia e diabete di tipo 1 su bambini da 2 a 10 anni

Le malattie del fegato rappresentano un’emergenza epidemiologica e clinica sia a livello mondiale che nazionale, con forte impatto economico per il Servizio Sanitario Nazionale

Il protocollo avrà durata di 5 anni e nello specifico la sinergia sarà finalizzata ad accrescere la qualità dell’assistenza garantendo un approccio globale al paziente e perseguendo processi di umanizzazione delle cure

Dopo i 30 della prima edizione messi a dimora altri alberi donati dai Carabinieri per la Tutela della Biodiversità in 32 Ospedali Italiani. Ogni pianta potrà essere geolocalizzata fotografando uno speciale cartellino

Ti potrebbero interessare

Diminuiscono le probabilità di avere almeno due patologie assieme

"Nel mondo reale rallenta la malattia nel 50% dei pazienti"

Zooprofilattico Venezie, più vigilanza sui rischi biologici

Ha effetti positivi sui grassi e gli zuccheri nel sangue

Ultime News

La Circolare Inps 29 maggio 2019, n. 78, riepiloga i principi essenziali dell’istituto, specie in ordine alle modalità di calcolo dell’onere che si deve sostenere e su come provare l’esistenza del rapporto di lavoro

Di Silverio: "Dopo 15 anni di costanti disinvestimenti nella Sanità pubblica si danno ai medici 14 euro in più al mese". Schillaci: “Personale viene da decenni di turni massacranti e burnout”

I pazienti trattati hanno perso in media il 15,7% del peso corporeo rispetto al 2,2% di chi assumeva un placebo. Inoltre, migliora i sintomi di insufficienza cardiaca, questo include una riduzione delle limitazioni fisiche

Lo afferma uno studio italiano pubblicato sulla rivista scientifica The Journal of Allergy and Clinical Immunology e sul Journal of Allergy and Clinical Immunology