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L'influenza incalza: due morti a Vicenza, tre gravissimi. Il ceppo Ah1n1 è nel vaccino

Infettivologia Redazione DottNet | 10/01/2024 18:32

Rezza: "può causare polmoniti". Bassetti: "Morti per H1N1 non sono novità, abbiamo vaccinato poco". Andreoni: "C'è ancora tempo per vaccinarsi, vediamo proprio da questi casi di cronaca quanto possa essere determinante essere immunizzati"

Due decessi nel giro di pochi giorni a Vicenza per le conseguenze del virus A H1N1. Si tratta in entrambi i casi di uomini, il primo, 55 anni, è morto domenica 7 gennaio, l’8 gennaio il secondo decesso, un uomo di 47 anni, per le gravi complicazioni respiratorie conseguenti al virus. All'ospedale San Bortolo si troverebbero, secondo quanto riportato dall’Ansa, altri tre pazienti in gravissime condizioni, ricoverati in terapia intensiva. Una situazione che ha destato allarme, si è parlato anche di “suina”, ma nella serata di ieri la Direzione prevenzione della Regione Veneto è intervenuta per precisare che il virus che ha colpito queste persone è quello dell’influenza stagionale.

Nella nota diramata dalla Direzione Prevenzione della Regione Veneto, che riporta le parole del Direttore Francesca Russo, si spiega che “chiamarlo virus da ‘influenza suina’ è un retaggio mediatico che fa pensare a un virus non stagionale” mentre “l’influenza di questa stagione è caratterizzata dalla circolazione del virus H1N1 pdm09 (Pandemic disease Mexico 2009): si tratta del virus influenzale che circola in modo diffuso in tutte le stagioni influenzali dal 2009”. “Ogni anno – precisa ancora Russo - i virus respiratori determinano un aumento dei ricoveri e della mortalità nel periodo di circolazione; allo stato attuale è in linea con le stagioni influenzali del periodo pre pandemico. Il recente report dell’Oms conferma infatti che la mortalità è sovrapponibile a quella precedente al periodo della pandemia Covid. Rimane in ogni caso importante la sorveglianza attraverso i medici di medicina generale e pediatri e la sorveglianza ospedaliera”.

La buona notizia è che, trattandosi del virus dell’influenza, c’è un’arma per contrastarlo: “Questo ceppo influenzale è contenuto nel vaccino, disponibile per i soggetti a rischio e per tutte le categorie indicate dal ministero: la vaccinazione è quindi assolutamente consigliata, anche ad un pubblico più ampio. Rimane importante l’uso di mascherine e strumenti di protezione individuale nel caso di contagio, e negli episodi più gravi un eventuale terapia tempestiva con antivirali soprattutto, nei soggetti con condizioni di rischio, ma solo dopo attenta valutazione medica”, precisa Russo.


“Per esigenze di chiarezza – conclude la nota - è bene quindi rendere noto che non esiste, al momento, alcun nuovo caso di “influenza suina”, bensì contagi da virus H1N1, alla base della “normale” ondata influenzale che sta coinvolgendo ampie porzioni di popolazione”.

Il virus influenzale H1N1, ora dominante, "deriva da quello cha aveva causato la pandemia nel 2009 e, come tutti i virus influenzali, ha subito piccoli cambiamenti nel corso degli anni", afferma Gianni Rezza, epidemiologo, professore di Igiene all'università San Raffaele di Milano e già a capo del dipartimento della Prevenzione del ministero della Salute e di quello di Malattie infettive dell'Iss. Il virus, precisa, "può dare, in rari casi, polmonite interstiziale primaria nei giovani adulti. Naturalmente, negli anziani, può assumere frequentemente un certo livello di pericolosità".     Al momento, aggiunge l'epidemiologo, "credo che siamo vicini al picco, ma ci vorrà del tempo prima che la stagione finisca.   Per i fragili che non si sono ancora vaccinati, siamo in 'Zona Cesarini': sarebbe saggio vaccinarsi adesso per proteggersi in questa coda della stagione". Già la scorsa primavera, spiega Rezza, "c'erano segnali che il virus dell'influenza A/H1N1, che abbiamo conosciuto con la pandemia di suina nel 2009, avrebbe avuto un ruolo di primo piano nella stagione influenzale di quest'anno. Nella stagione influenzale dello scorso anno il virus A/H3N2 era stato predominante. Ma verso la fine della stagione è stato progressivamente sostituito dal virus influenzale A/H1N1. Si è verificata quella che viene chiamata 'herald wave', un'ondata d'annuncio, che ci diceva che questo virus avrebbe circolato quest'anno". L'affidabilità dell'annuncio è stata poi confermata dall'andamento dell'influenza nell'emisfero Sud, dove si è registrata una stagione molto intensa, con una forte presenza di H1N1: in Australia, per esempio, ha causato più della metà dei casi. Ora in Italia, è stato rilevato in oltre il 95% dei campioni analizzati e tipizzati dai laboratori afferenti alla rete di sorveglianza RespiVirNet dell'Istituto Superiore di Sanità.

"L'influenza H1N1 è quella che ha circolato più frequentemente in Italia quest'anno, si chiama 'suina' perché nel 2009 ci fu una pandemia con numerosi casi e diversi morti nel mondo" spiega all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive ospedale San Martino di Genova, commenta i due decessi in poche ore all'ospedale di Vicenza positivi al virus influenzale H1N1.

"E' una forma di influenza A che conosciamo bene e ogni anno ci sono dei decessi. Nulla di nuovo all'orizzonte, purtroppo abbiamo vaccinato poco quest'anno - sottolinea l'esperto - La campagna vaccinale è stata disastrosa e questi sono i risultati, insieme ad una bassissima copertura per il Covid. Sappiamo che i vaccini evitano le forme gravi dell'influenza, purtroppo quando ci sono queste forme così virulente che colpiscono anche soggetti giovani ci si ricorda dell'importanza dei vaccini".

I due decessi per l'influenza H1N1 all'ospedale di Vicenza "ci ricordano quella che è la storia dell'influenza, che nel 95% dei casi non è una malattia grave dalle conseguenze letali ma c'è un percentuale della popolazione che invece rischia di più. Abbiamo detto sempre i fragili, gli anziani e gli immunodepressi, ma raramente può essere letale anche per i più giovani e sani. Oggi l'80% dei casi di influenza in Italia è proprio H1N1 e non abbiamo, purtroppo, vaccinato bene", ha detto all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, la Società italiana delle malattie infettive e tropicali. Proprio l'importanza delle vaccinazioni è rimarcata anche da Andreoni: "C'è ancora tempo per farle, vediamo proprio da questi casi di cronaca quanto possa essere determinante essere immunizzati".


 

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