Canali Minisiti ECM

Liste d'attesa, è scontro fra Governo e Regioni: che cosa c'è dietro. Gimbe, fallimento annunciato

Sanità pubblica Redazione DottNet | 18/04/2025 17:29

Ministero della Salute: “Rammarico per mancata intesa dopo cinque mesi di interlocuzione”.REgioni: "Da noi ampia disponibilità". Anaao: "Subito soluzioni condivise con gli operatori". Altroconsumo: "Più risorse e meno scaricabarile"

"Più che un confronto costruttivo, quello in corso appare come un tentativo reciproco di nascondere un fallimento annunciato: l'incapacità di Governo e Regioni di affrontare con serietà e responsabilità una delle più gravi emergenze del Servizio Sanitario Nazionale. E mentre si rincorrono lettere, accuse e rinvii, milioni di cittadini continuano ad aspettare una prestazione sanitaria, rischiando ogni giorno di vedersi negato un diritto costituzionale". Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE, commenta lo scontro fra governo e Regioni sul decreto "liste di attesa", con "un botta e risposta con almeno cinque lettere ufficiali, senza contare smentite e dichiarazioni pubbliche. E ora la corda rischia di spezzarsi sul decreto attuativo più indigesto: quello che prevede poteri sostitutivi dello Stato in caso di inadempienze regionali. Le Regioni vogliono maggiore chiarezza, garanzie di contraddittorio e indicatori chiari per il commissariamento; il Governo, dal canto suo, ha rimandato al mittente tutte le richieste.

L'ultima nota arriva dal Ministero che "esprime rammarico per la decisione delle Regioni di negare l’intesa in Conferenza Stato-Regioni sul decreto attuativo relativo ai poteri sostitutivi sulle liste d’attesa. La norma in origine già contestata dalle Regioni era stata modificata in sede di approvazione del decreto legge.

Il decreto attuativo sui poteri sostitutivi è stato trasmesso alle Regioni il 6 novembre scorso: in questi cinque mesi c’è stata una interlocuzione costante e le Regioni hanno trasmesso al Ministero osservazioni che sono state recepite con leale spirito di confronto e collaborazione". "I poteri sostitutivi rappresentano una soluzione estrema in caso di gravi inadempienze fermo restando l’auspicio di tutti che a prevalere siano le buone pratiche. Diverse Regioni come Liguria, Basilicata, Lombardia, Lazio, Piemonte, Marche, Veneto, Toscana, che attuano la legge in vigore, stanno ottenendo risultati positivi- si legge nel documento -. Ciò non significa che non esistano ancora sacche di inefficienza ma il più delle volte vengono effettuati i controlli soltanto dopo l’intervento dei Nas o delle troupe televisive. I poteri sostitutivi sono una garanzia in più a tutela del diritto alla salute dei cittadini, non un’ingerenza nelle competenze delle Regioni. Negare a priori questa possibilità rischia di apparire più come volontà di sottrarsi a qualsiasi forma di controllo che di difendere l’autonomia regionale". Pronta la risposta degli Enti: "Le Regioni all’unanimità avevano manifestato l’ampia disponibilità al confronto e a trovare soluzioni – riferisce la nota delle amministrazioni locali – per questohanno richiesto un rinvio del provvedimento alla prossima seduta della Stato-Regioni, ricevendo in risposta il diniego del rappresentante del Governo, che ha invece preferito l’esito di una mancata intesa".

Uno scambio sempre più teso che, al di là dei formalismi istituzionali, mette in luce un conflitto sostanziale su risorse, competenze e responsabilità nella gestione delle liste di attesa". Cartabellotta ricorda che "il Governo accusa le Regioni di non aver speso € 320 milioni su oltre € 2 miliardi destinati al recupero delle prestazioni non erogate durante la pandemia; ma di fatto € 860 milioni del Governo Meloni non sono risorse aggiuntive, bensì solo di indicazioni di spesa.     Schillaci punta giustamente anche sulle gravi irregolarità rilevate dai NAS. Dal canto loro, le Regioni contestano la mancanza di risorse aggiuntive, l'assenza di interventi per ridurre le prestazioni inappropriate e, soprattutto, l'invasione di campo sulle loro competenze.    Secondo Nino Cartabellotta, "il conflitto tra Governo e Regioni si placa quando le responsabilità sono reciproche". Infatti, prima le Regioni hanno temporeggiato per mesi prima di dare parere favorevole al decreto attuativo sulla piattaforma nazionale; poi il Governo lo ha tenuto in ostaggio per quasi due mesi prima di pubblicarlo in Gazzetta Ufficiale. E ora le Regioni hanno 60 giorni di tempo per presentare un progetto operativo per far comunicare le 21 piattaforme regionali con quella nazionale".

Intanto  Anaao scrive a Schillaci: “Le liste d'attesa non si accorciano, anzi. Subito soluzioni condivise con gli operatori”. È quanto scrive il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Pierino Di Silverio in una lettera indirizzata al Ministro della salute Orazio Schillaci. I maggiori sforzi che Regioni e Aziende stanno chiedendo ai professionisti, che non vedono rispettati neppure i diritti elementari stabiliti dal contratto di lavoro, nei rari casi in cui viene applicato, dimostrano il ‘disprezzo’ nei confronti della categoria. Che quotidianamente deve fare i conti con la carenza di organici e con le carenze organizzative", scrive Di Silverio. "Occorrono pertanto, altre misure urgenti che vanno concordate con gli operatori. Non si può pensare di risolvere un’emergenza sanitaria di questa portata con imposizioni o a costo zero né tanto meno serve demonizzare l'attività intramuraria, parcellare e residuale". "Chiediamo pertanto - conclude Di Silverio - di aprire con urgenza un tavolo insieme a Regioni e parti sociali per trovare una soluzione condivisa e realmente utile, una strategia sinergica per il bene dei professionisti e dei cittadini".

Il problema delle liste d’attesa nella sanità è uno dei tanti che affligge il Servizio Sanitario Nazionale. Altroconsumo monitora da tempo la situazione a supporto dei cittadini, aiutandoli a sollecitare le ASL regionali affinché garantiscano loro le prenotazioni nei tempi previsti dalla legge. Il provvedimento del Governo di agosto 2024 che scaricava sulle Regioni il problema delle liste di attesa senza nulla cambiare in termini di regole o risorse, non sta funzionando. Così commenta Federico Cavallo, Responsabile Public Affairs & Media Relations Altroconsumo: "Si è trasformato anzi in uno scontro istituzionale; da una parte il Governo accusa le Regioni d’ inadempienza e ritardi nello smaltimento delle liste d’attesa e dall’altra le Regioni invece lamentano mancanze di risorse, di chiarezza e di contraddittorio nel confronto col Ministero. Serve una risposta strutturale al problema e purtroppo gli scontri tra istituzioni non fanno che peggiorarlo. L’unico modo per risollevare il SSN è aumentare le risorse economiche e il personale sanitario.

Le nostre recenti indagini sul servizio sanitario nazionale dimostrano che i problemi sono tanti e diffusi. Nella nostra ultima inchiesta i cui risultati sono stati pubblicati a marzo di quest’anno ed in cui abbiamo intervistato 1086 persone dai 18 anni in su che negli ultimi due anni hanno provato a prenotare con il Ssn, risulta che per il 52% delle visite non c’è il rispetto dei tempi. Inoltre, continua il fenomeno delle agende chiuse (in ben il 26% dei casi non è possibile prenotare alcun appuntamento, anche se la pratica è vietata per legge) e ci sono attese che arrivano a superare l’anno. Tra le prestazioni con le attese maggiori per la prima visita, ce ne sono alcune particolarmente delicate, che servono per individuare problemi gravi come i tumori (ad esempio la mammografia o la colonscopia, per cui c'è un'attesa media di ben 5 mesi). Ed è proprio questo il male peggiore che le lunghe attese possono generare: l'impossibilità di curarsi e, quindi, i rischi per la propria salute. Le soluzioni proposte finora non possono risolvere il problema annoso delle liste d’attesa, dovute in larga parte al sottofinanziamento cronico del SSN e al progressivo impoverimento del personale sanitario in forze alle strutture pubbliche. Il Ministero tenta di superare le criticità sui tempi d’attesa introducendo sanzioni per chi non riorganizza l’offerta di esami, visite e cure, imponendo un commissariamento alle Regioni inadempienti. Tuttavia, senza un parallelo piano di reclutamento di personale e nuove risorse per garantire ai cittadini i Livelli essenziali di assistenza, si rischia solo di scaricare sulle Regioni problemi che in realtà richiedono un intervento nazionale. Non c’è più tempo da perdere, irrigidendosi sulle proprie posizioni. Servono azioni immediate e condivise per salvare il pilastro fondativo della nostra Repubblica: un Servizio sanitario nazionale, pubblico universale".

Commenti

I Correlati

Le liste d'attesa non si accorciano, anzi. Subito soluzioni condivise con gli operatori

Merzagora: "Fondazione Onda ETS rinnova il suo impegno nell’informazione, la prevenzione e la cura al femminile: una causa che sentiamo da quando l'allora Ministro Beatrice Lorenzin istituì la giornata dedicata alla salute femminile"

Formalizzato l’uso della telemedicina per il rilascio dei certificati di malattia, equiparando la visita a distanza alla constatazione diretta

Sette le associazioni federate. La nuova organizzazione rappresenterà i pazienti nel confronto con le Istituzioni, con un’unica autorevole voce. L’obesità in Italia riguarda circa il 12 per cento della popolazione

Ti potrebbero interessare

Più formazione per vincere sfida arresto cardiaco improvviso

I vaccini sono adattati alla variante JN.1. Possibile la co-somministrazione dei nuovi vaccini aggiornati con altri

Bellantone: "la sicurezza dell’assistito è un pilastro fondamentale della qualità delle cure ed è un diritto inalienabile di ogni persona"

"Uso corretto delle risorse non avviene in tutte le regioni"

Ultime News

Più letti