I sindacati: L’emendamento per l’innalzamento dell’età pensionabile dei medici e degli infermieri a 72 anni è «un insulto alla categoria, solo per salvare alcune lobby. Altri scioperi a gennaio
Via libera della commissione Bilancio del Senato alla manovra. La commissione, dopo una lunga maratona notturna durante la quale si è concluso il voto sugli emendamenti, è tornata a riunirsi in mattinata e ha votato il mandato ai relatori a riferire in Aula, dove il provvedimento dovrebbe arrivare mercoledì 20 dicembre. Il voto di fiducia sul maxi-emendamento e il voto finale sono invece previsti nella mattina di venerdì 22.
Sì della commissione Bilancio del Senato a un emendamento del governo all'articolo 33 della manovra: salve dai tagli inizialmente previsti le pensioni di vecchiaia di medici, dipendenti di enti locali, maestri e ufficiali giudiziari. Restano penalizzate quelle anticipate ma c'è un taglio più soft per i sanitari con una riduzione di un trentaseiesimo del taglio per ogni mese in più di permanenza al lavoro.
La commissione Bilancio del Senato ha completato intorno alle 6 del mattino di stamani, al termine di una seduta notturna iniziata poco prima dell’1, l’esame di tutti gli emendamenti alla manovra. Dopo aver proceduto alla votazione di quelli dell’opposizione, la commissione ha dato il via libera a quelli del governo e successivamente a quelli dei relatori, oltreché agli emendamenti unitari delle forze di minoranza sui 40 milioni del “tesoretto” da destinare al contrasto alla violenza di genere e sui 2 milioni da destinare allo screening delle malattie rare e dei tumori. Terminata la seduta, è stato stabilito che la commissione si riunirà alle 10:00 per gli ordini del giorno, le dichiarazioni di voto e per dare, infine, il mandato ai relatori.
Dietrofront del Governo: non presenta l’emendamento sui medici
La giornata di domenica 17 dicembre ha registrato la decisione dell’esecutivo di non presentare la proposta di modifica sulle pensioni dei medici. Un cambiamento di strategia a tutti gli effetti, considerato che in un primo momento il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, a margine di una riunione tra governo e maggioranza in commissione Bilancio del Senato, in riferimento alla riformulazione di un emendamento che avrebbe previsto il pensionamento a 72 anni per i dirigenti medici ospedalieri, aveva chiarito: «Il governo è pronto e ha un testo, ci sono anche proposte che vengono dalla maggioranza e dall’opposizione e vorremmo discuterne. Siamo disposti a ragionare». «La maggioranza - aveva poi aggiunto - è d’accordo, ora dobbiamo parlarne con l’opposizione». Inizialmente «il testo del governo prevedeva la pensione a 70 anni su base volontaria - aveva ricordato Ciriani - ma ci sono state tante richieste di modificare il testo dalla maggioranza e dall’opposizione. Il governo è favorevole, ha preparato un testo e valuteremo di estendere a 72 anni la possibilità ai dirigenti medici ospedalieri, anche allargandola ai docenti universitari». La misura, aveva poi aggiunto il ministro, non prevede l’innalzamento per gli infermieri, la cui età «resta a 70 anni» ma anche su questo punto «dovremo parlarne assieme a maggioranza e opposizione per vedere se si trova un punto unitario».
La protesta dei sindacati
Ma a seguito delle proteste dei sindacati, l’esecutivo ha alla fine deciso di fare un passo indietro. L’emendamento per l’innalzamento dell’età pensionabile dei medici e degli infermieri a 72 anni è «un insulto alla categoria, solo per salvare alcune lobby. Questa volta faremo le barricate e siamo disposti a indire nuovi scioperi da subito. Non si salva così la sanità pubblica», aveva sottolineato da Pierino Di Silverio, segretario del maggiore dei sindacati dei medici ospedalieri, l’Anaao Assome. L’emendamento sui medici «non è mai stato depositato quindi non viene ritirato, era una proposta, una disponibilità da parte di governo e maggioranza a discutere, abbiamo visto che è scattato subito un dibattito gigantesco sulla questione che porterebbe via troppo tempo e forse ora non è il momento né l’ora per discutere una questione così importante. Verificheremo nei prossimi mesi», ha detto Ciriani. Ciriani ha spiegato che c’è stata un’interlocuzione con il ministero della Salute, che aveva condiviso l’iniziativa, ma «siccome è una questione complessa e controversa, le opposizioni e i gruppi vogliono discuterne approfonditamente, ora è un po’ troppo tardi, quindi non vale la pena», ha concluso.
Intanto i sindacati annunciano altri scioperi per gennaio. «La manovra economica per il 2024 è l’ennesimo schiaffo al Servizio sanitario pubblico e ai suoi professionisti e perché mortifica i principi della salvaguardia della sanità pubblica e del diritto alla tutela della salute che continuano a non essere tra le priorità di questo Paese, a prescindere dal colore e dall’appartenenza politica di chi lo governa».
«Al netto dei rinnovi contrattuali in scadenza, ben al di sotto del tasso inflattivo, il vero finanziamento del SSN è di soli 800 milioni che saranno impegnati in interventi non strutturali, ma di "propaganda" per far credere ai cittadini l’impegno del Governo a risolvere l’annosa questione dei tempi di attesa. Noi professionisti siamo i primi a subire gli effetti distorsivi di un sistema non più in grado di garantire l’accesso alle cure ed è questo il motivo che siamo al fianco dei cittadini con il dovere civico di proseguire le nostre azioni di protesta nei prossimi mesi portandola, se necessario, anche in sede di Parlamento Europeo.
Senza confronto e senza novità sostanziali sulle richieste alla base delle nostre mobilitazioni, nel mese di Gennaio 2024 proseguiremo con 48 ore di sciopero, le cui date verranno comunicate non appena sentite la basi associative annunciano Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale ANAAO ASSOMED, Guido Quici, Presidente CIMO-FESMED e Antonio De Palma, Presidente NURSING UP.
«I numeri della fuga di medici, dirigenti sanitari, infermieri ed ostetriche dalle corsie italiane in favore degli ospedali di altri paesi europei – denunciano i leader sindacali - sono sempre più allarmanti e la mancanza di una seria politica di investimenti nel sistema sanitario e nel suo capitale umano non lascia alcuna speranza per il futuro. Un’emorragia che avvicina il Ssn al baratro verso cui la politica lo sta spingendo da anni, con la differenza che ora non c’è più tempo per salvarlo. Siamo a un punto di non ritorno».
«Le nostre richieste – proseguono - rappresentano non solo legittime rivendicazioni delle categorie che rappresentiamo, ma vere e proprie parole d’ordine che mirano a migliorare il sistema di cure nel suo complesso tenendo conto anche delle implicazioni che possono avere sui cittadini. Pensiamo alla situazione dei luoghi di lavoro in cui operiamo venuta tristemente alla ribalta dopo l’incendio all’ospedale di Tivoli che ha fatto emergere prepotentemente lo stato di abbandono di molti ospedali. Quello della manutenzione delle infrastrutture è un ulteriore tassello di un puzzle che nessuno si prende cura di comporre. E dire che l’Italia ha a disposizione i fondi del PNRR per opere di ammodernamento, ma non sanno bene come utilizzarli!».
«Siamo sempre più determinati – concludono Di Silverio, Quici e De Palma - a uscire dal vicolo cieco in cui la politica ci costringe da almeno 20 anni e siamo disposti a tutte le azioni sindacali per affermare la nostra dignità di professionisti e riprenderci la considerazione che meritiamo. Sappiamo di avere al nostro fianco milioni di italiani che alla sanità pubblica si rivolgono ogni giorno e che alla sanità pubblica non possono rinunciare».
Infine via libera della commissione anche ai quattro emendamenti del governo alla manovra che prevedono, tra l'altro, la rimodulazione dei fondi per il Ponte sullo stretto con una parte delle risorse prese dal Fondo di coesione. Ok anche alla cabina di regia per il disagio abitativo e ai fondi per i concorsi per il comparto della sicurezza. Approvato l'emendamento con il quale tutti i 40 milioni del 'tesoretto' per le modifiche parlamentari spettante alle opposizioni sono stati impiegati per il contrasto alla violenza sulle donne. Nessuna modifica sul Superbonus in arrivo con la manovra. Tra gli emendamenti alla manovra presentati nella notte e approvati dalla commissione Bilancio del Senato non risulta nessun intervento sul Superbonus.
Sottosegretario Gemmato: “La prevenzione passa anche dalla corretta alimentazione. Il TanSiN sarà un punto di riferimento per una popolazione più consapevole e in salute”
ll ciclo di incontri Morning Health Talks di EIT Health aiuta ad indentificare gli ostacoli alla digital transformation del settore healthcare e raccoglie proposte per accelerare l’innovazione in sanità, in Italia e non solo
Si è appena concluso “ENDO-DIABE 2025: medicina di genere per l’endocrinologo”, congresso promosso dall’IRCCS MultiMedica e dall’Università Statale di Milano
Il Presidente Snami Testa: “Senza una visione strutturale, non si cambia rotta”
Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo
Quando ad essere accentrati sono periodi contributivi particolarmente lunghi, il costo può diventare importante e divenire un deterrente spesso insuperabile
L’integrazione, in Enpam, è curata dal Servizio Trattamento Giuridico e Fiscale delle Prestazioni, dell’Area della Previdenza.
Il cedolino è già disponibile, mentre i pagamenti partiranno a inizio mese
Commenti