Il prezzo dei medicinali più comuni è aumentato del 10,4% tra dicembre e gennaio, come rileva Fpress
Nel 2023 gli aumenti sono arrivati anche nelle farmacie. In media, il prezzo dei medicinali più comuni è aumentato del 10,4% tra dicembre e gennaio. A rilevarlo è Fpress, ente specializzato in farmacia, che ha analizzato il costo dei circa 1.100 farmaci di fascia C, quelli completamente a carico del cittadino ma che possono essere ottenuti solo con la prescrizione del medico. Tra questi ci sono la Tachipirina da iniettare, diversi antidolorifici come il Toradol e il Muscoril. E ancora: ansiolitici e farmaci per la disfunzione erettile, tra gli altri. Si tratta di un giro d’affari da 3,46 miliardi di euro che diventano 5,8 allargando il campo a quelli da banco ottenibili senza ricetta. Per questi, il rincaro è del 5,1% riporta La Stampa che ha visionato in anteprima i dati Istat.
Perché un aumento tanto improvviso? I farmaci di fascia C possono variare di prezzo solo a gennaio degli anni dispari. Ma la media del 10% nasconde variazioni interne considerevoli. Il prezzo di alcune medicine, infatti, è addirittura raddoppiato.
Più contenuti, ma significativi, gli aumenti sui farmaci di uso più comune. La Tachipirina iniettabile nella confezione da 7 flaconcini è passata da 78,54 a 87,96 euro, un aumento che sfiora il 12%. Il Domperidone, che chi soffre di bruciori di stomaco, nausea e vomito conosce bene, ha fatto un balzo, da 5,50 euro a 6,30. Il Toradol, per i dolori post-operatori e le coliche renali, nella scatola con 10 pillole da 10 mg è passato da 13,40 a 14,20 euro. Discorso simile per il Muscoril, utile nel trattamento di lombosciatalgie acute e croniche, delle nevralgie cervico-brachiali, dei torcicolli ostinati, delle sindromi dolore post-traumatiche e post-operatorie. Una confezione adesso costa un euro in più, e ha raggiunto i 19,85 euro.
Gli aumenti hanno toccato anche i farmaci da banco senza ricetta. Aspirina, Voltaren, Buscopan, Rinazina e la Tachipirina in compresse, in media hanno fatto registrare aumenti del 5,1%, che seguono quelli del 2,9% nel corso del 2022. Nello specifico, nel caso dei prodotti per la tosse e il raffreddore, nel 2022 l’aumento medio del prezzo è stato del 4,6%; degli analgesici dello 0,8%; degli integratori del 2%. E in molti casi le vendite sono aumentate grazie a Covid e al picco del’influenza. Dentifrici e collutori? +6%. Farmaci dermatologici? +5,1%. Il tutto mentre la spesa per i medicinali costituisce il 62% della spesa sanitaria di una famiglia povera, e il 43% di quella una famiglia media.
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