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Farmaci: così sono aumentati da inizio anno

Farmaci Redazione DottNet | 10/02/2023 18:45

Il prezzo dei medicinali più comuni è aumentato del 10,4% tra dicembre e gennaio, come rileva Fpress

 Nel 2023 gli aumenti sono arrivati anche nelle farmacie. In media, il prezzo dei medicinali più comuni è aumentato del 10,4% tra dicembre e gennaio. A rilevarlo è Fpress, ente specializzato in farmacia, che ha analizzato il costo dei circa 1.100 farmaci di fascia C, quelli completamente a carico del cittadino ma che possono essere ottenuti solo con la prescrizione del medico. Tra questi ci sono la Tachipirina da iniettare, diversi antidolorifici come il Toradol e il Muscoril. E ancora: ansiolitici e farmaci per la disfunzione erettile, tra gli altri. Si tratta di un giro d’affari da 3,46 miliardi di euro che diventano 5,8 allargando il campo a quelli da banco ottenibili senza ricetta. Per questi, il rincaro è del 5,1% riporta La Stampa che ha visionato in anteprima i dati Istat.

Perché un aumento tanto improvviso? I farmaci di fascia C possono variare di prezzo solo a gennaio degli anni dispari. Ma la media del 10% nasconde variazioni interne considerevoli. Il prezzo di alcune medicine, infatti, è addirittura raddoppiato.

Come nel caso del Tadalafil, il generico del Cialis, utile contro la disfunzione erettile e l’iperplasia prostatica. La confenzione da 4 compresse da 10 mg è passata dai 22,90 euro a 57. Un rincaro del 149%. Aumento prossimo al 100% anche per il Sildennafil Zentiva, anch’esso contro la disfunzione erettile. Quattro compresse da 25 mg sono passate da 12,20 a 24 euro. Il discorso è simile per i farmaci contro patologie gravi. Chi soffre di ipotensione ortostatica spesso prova un senso di vertigine anche solo all’alzarsi da un poltrona o dal letto. Condizione che può essere migliorata con Effortil. Ma a caro prezzo, perché una confezione da 6 compresse da 10 mg è passata da 40 a 69 euro (+72,5%). E nel caso di farmaci che già erano particolarmente costosi. Il Dantrium agisce contro l’ipermetabolismo fulminante. Il pacchetto da 36 flaconcini ha subito un rincaro di 170 euro da un giorno all’altro.

Più contenuti, ma significativi, gli aumenti sui farmaci di uso più comune. La Tachipirina iniettabile nella confezione da 7 flaconcini è passata da 78,54 a 87,96 euro, un aumento che sfiora il 12%. Il Domperidone, che chi soffre di bruciori di stomaco, nausea e vomito conosce bene, ha fatto un balzo, da 5,50 euro a 6,30. Il Toradol, per i dolori post-operatori e le coliche renali, nella scatola con 10 pillole da 10 mg è passato da 13,40 a 14,20 euro. Discorso simile per il Muscoril, utile nel trattamento di lombosciatalgie acute e croniche, delle nevralgie cervico-brachiali, dei torcicolli ostinati, delle sindromi dolore post-traumatiche e post-operatorie. Una confezione adesso costa un euro in più, e ha raggiunto i 19,85 euro.

Gli aumenti hanno toccato anche i farmaci da banco senza ricetta. Aspirina, Voltaren, Buscopan, Rinazina e la Tachipirina in compresse, in media hanno fatto registrare aumenti del 5,1%, che seguono quelli del 2,9% nel corso del 2022. Nello specifico, nel caso dei prodotti per la tosse e il raffreddore, nel 2022 l’aumento medio del prezzo è stato del 4,6%; degli analgesici dello 0,8%; degli integratori del 2%. E in molti casi le vendite sono aumentate grazie a Covid e al picco del’influenza. Dentifrici e collutori? +6%Farmaci dermatologici? +5,1%. Il tutto mentre la spesa per i medicinali costituisce il 62% della spesa sanitaria di una famiglia povera, e il 43% di quella una famiglia media.

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