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Le sei nuove varianti di Omicron: sintomi e diffusione. Preoccupa Kraken

Infettivologia Redazione DottNet | 05/01/2023 18:14

Problematico è in questo periodo riconoscere se si è stati contagiati dal Covid o da qualche altro virus

Sei varianti di Sars-Cov-2 sotto osservazione: rappresentano il 74,4% dei casi nel mondo nella settimana dal 12 al 18 dicembre e hanno sostituito i precedenti lignaggi discendenti Ba.5. A fare il punto è l'Organizzazione mondiale della sanità, nell'aggiornamento epidemiologico settimanale. Sulla base delle evidenze attuali, sottolinea l'Oms, "non esiste indicazione di una maggiore gravità associata a queste varianti sotto monitoraggio rispetto alle prime Omicron". Fra le 6 varianti sorvegliate speciali, anche Xbb, che nella settimana considerata ha una prevalenza del 6,8%, inclusa Xbb1.5. Quest'ultima risulta in aumento: le sequenze segnalate alla piattaforma Gisaid sono passate da 525 (5-11 dicembre 2022) a 667. Gryphon e Kraken, come sono state ribattezzate dagli esperti su Twitter, restano 'varianti di interesse' (Voi) per l'Oms, che non le ha innalzate a 'varianti di preoccupazione' (Voc).

Le altre varianti sotto il monitoraggio dell'Oms sono Bq.1 (44,9%), Ba.5 con le sue mutazioni (10,3%), Ba.2.75 (11,8%), Ba.4.6 (0,6%) e Ba.2.3.20 (<0,1%). Omicron 5 e i suoi sottolignaggi restano dominanti, ma in calo. La mancanza di dati precisi e ufficiali delle autorità sanitarie cinesi non aiuta a capire cosa stia effettivamente succedendo nel Paese asiatico. In molti pensano però che l’aumento dei contagi e dei decessi dovuti al Covid-19 potrebbe essere legato soprattutto al diffondersi di Gryphon, XBB.1.5, sottovariante di Omicron che sta spingendo il rialzo dei casi anche altrove. Così ad esempio negli Stati Uniti, soprattutto nell’area di New York

Come si manifesta Gryphon? I sintomi più comuni che la caratterizzano, scrive AdnKronos, non sono poi così diversi da quelli che già conosciamo: mal di golatosse, naso che cola, dolori diffusi, sensazione di stanchezza, mal di testa, in alcuni casi febbre. Al momento, i dati disponibili non sembrano però indicare una sua particolare aggressività sull’organismo. In Italia, come riporta l'ultimo bollettino mensile dell'Iss sulle varianti, le sequenze presenti nella piattaforma Icogen relative a Gryphon sono pari al 2% del totale. La sintomatologia di Gryphon coincide con quella di CerberusBQ.1.1, un’altra variazione nata all’interno della numerosa famiglia di Omicron, che secondo i dati Iss al momento in Italia è al 30,84%. Entrambe, come del resto tutto il ceppo, non presentano invece i sintomi che all’inizio della pandemia indicavano con certezza la presenza del virus del corpo: augesia e anosmia, cioè perdita di gusto e di olfatto.

Rilevata per la prima volta negli Stati Uniti a ottobre, la variante Kraken si è diffusa in maniera significativa in poco più di sessanta giorni. Appena un mese fa la nuova sottovariante era rilevabile nel 4 per cento dei nuovi casi di infezione. Oggi, negli Stati del Nord-Est del Paese, rappresenta invece il 75 per cento dei casi. E, stando ai dati diffusi dal Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (Cdc), nella sola New York la sua prevalenza è cresciuta di oltre 140 punti percentuali in poco più di trenta giorni. In Italia, secondo le informazioni diffuse nell'ultimo report dell'Istituto Superiore di Sanità, dai sequenziamenti effettuati sarebbero emersi due contagi a opera di questa ultima evoluzione di Sars-CoV-2. La raccolta dei dati nelle nazioni del Vecchio Continente è però ancora in corso. Per quanto riguarda i sintomi, non ci sono particolari differenze tra Kraken e le altre forme di Omicron. La parte dell'apparato respiratorio maggiormente coinvolta è quella delle alte vie aeree. Dunque i sintomi più frequenti sono il mal di gola e la tosse, a cui si aggiungono quelli cosiddetti sistemici: con dolori articolari e muscolari diffusi in tutto il corpo. Con un'adeguata protezione, rappresentata dalla profilassi vaccinale ed eventualmente da una pregressa esposizione a Sars-CoV-2, anticorpi e linfociti T sono quasi sempre sufficienti a proteggere dalle forme più gravi della malattia.

Problematico è in questo periodo riconoscere se si è stati contagiati dal Covid o da qualche altro virus. Senza aver perso la capacità di sentire odori e sapori, i sintomi delle due sottovarianti coincidono in larga parte con quelli dell’influenza. La stagione influenzale quest’anno si è peraltro manifestata con una forza di gran lunga superiore rispetto agli ultimi due anni, quando – tra distanziamento fisico, assembramenti vietati e mascherine protettive obbligatorie – la diffusione dell’influenza è stata ben più limitata del solito. L’unico modo per capire davvero se mal di gola, tosse e altri sintomi sono dovuti al coronavirus, che si tratti di Gryphon e Cerberus o di altre forme di Omicron, è quindi sottoporsi a tampone.

In ogni caso, di qualsiasi variante si parli, l'Istituto Superiore di Sanità continua a sottolineare come chi corre i rischi più gravi di contrarre una malattia grave che porta al decesso sono le persone non ancora vaccinate. Nell'ultimo report esteso dell'Iss si legge che nella popolazione di età 60-79 anni, per i non vaccinati, il tasso di mortalità risulta tre volte più alto rispetto ai vaccinati con booster e quasi cinque volte più alto rispetto ai vaccinati con quarta dose da meno di 120 giorni. Nella popolazione over 80, per i non vaccinati, la mortalità risulta quasi sei volte più alta rispetto ai vaccinati con dose addizionale/booster, e rispettivamente undici volte e quasi cinque volte più alto rispetto ai vaccinati con seconda dose booster da meno di 120 giorni e da oltre 120 giorni

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