Non si trovano antibiotici e antipiretici come ibuprofene e paracetamolo, ma anche antiepilettici, antipertensivi e antitumorali. La lettera di Gizzi al ministro Schillaci
Mancano farmaci soprattutto quelli contro raffreddore e influenza. Secondo Aifa la carenza di oltre tremila preparati, di cui 554 per problemi produttivi o distributivi, elevata richiesta, discontinuità nella forniture o ridotta disponibilità. Il segretario generale di Federfarma Roberto Tobia spiega al Messaggero che la: "Situazione è peggiore rispetto alla pandemia". Non si trovano antibiotici e antipiretici come ibuprofene e paracetamolo, ma anche antiepilettici, antipertensivi e antitumorali. Tra la risalita dei casi di Covid e il boom dell’influenza stagionale, vari tipi di medicinali comuni – in Italia e non solo – sono diventati, dunque, quasi introvabili. L’ultimo bollettino dell’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) riporta la carenza di oltre tremila farmaci, di cui 554 per problemi produttivi o distributivi, elevata richiesta, discontinuità nella forniture o ridotta disponibilità. Nella lista compaiono tutti i più comuni farmaci da banco antinfluenzali: Tachipirina, Efferalgan, Tachidol, Tachifludec, Neoborocillina. Ma anche l’amoxicillina (un antibiotico generico) preparati fondamentali per le cure di malattie croniche (ad esempio il Levodopa) e per i pazienti oncologici (lo Zofran).
I motivi sono vari. In promo luogo la dipendenza dell’Italia da Paesi come India e Cina nella produzione di principi attivi: “A causa della pandemia e del lockdown, gli stabilimenti situati in questi Paesi hanno rallentato la loro produzione. Per evitare conseguenze simili e avere una maggiore tranquillità bisognerebbe fare in modo di essere più indipendenti in futuro”, spiega Tobia al quotidiano romano. La crisi delle materie prime, aggiunge, fa mancare ad esempio “il materiale per il packaging dei farmaci, l’alluminio per i blister che contengono le medicine, il salice per le fiale e le bottiglie di sciroppo, e addirittura il cartone, un materiale che sottovalutiamo ma che è fondamentale per la distribuzione”. Non da ultimo, “la paura di non trovare questi farmaci spinge i cittadini all’acquisto anche senza che ce ne sia bisogno”.
E il problema, come detto, non riguarda solo l’Italia. Il ministro della Salute greco, Thanos Plevris, ha inviato una lettera alla Commissaria europea per la Salute, la cipriota Stella Kyriakidou, chiedendo “una politica centrale a livello di Unione europea per il problema della carenza di farmaci che affligge tutti gli Stati membri (…) a causa della riduzione della produzione dovuta alla pandemia di Covid-19, alla crisi energetica, alla guerra in Ucraina e alla riduzione del processo produttivo nei Paesi in cui si trovano le materie prime”. Anche in Gran Bretagna l’Association of independent multiple pharmacies (uno dei sindacati dei farmacisti) denuncia la mancanza delle “forniture di base” per contrastare i sintomi di influenza e raffreddore a causa dell’altissima richiesta da parte di molte persone, alle prese con le malattie stagionali, per di più in un momento di enorme pressione sulla sanità britannica: i medici di famiglia sono oberati dai tanti pazienti che chiedono di essere visitati, mentre prosegue la “crisi” di molti pronto soccorso per i tanti accessi causati sempre dalle malattie invernali.
Dopo l’allarme di farmacisti e Farmindustria anche le farmacie comunali mettono in allerta sulla carenza di farmaci. “Si sta verificando, sempre di più, la mancanza dei farmaci distribuiti dalle farmacie: le farmacie comunali ritengono non più sostenibile tale situazione”, afferma il presidente dell’associazione delle farmacie comunali Assofarm, l’aquilano Venanzio Gizzi, in una lettera indirizzata al ministro della Salute Orazio Schillaci, al quale chiede di intervenire per affrontare tale criticità.
“Appare evidente – sottolinea Gizzi – che il fenomeno dei farmaci mancanti è dovuto in parte alla mancanza di materie prime per la produzione ed il confezionamento degli stessi da parte dell’industria, in parte ad una maggiore richiesta di alcuni farmaci per la cura dei contagi influenzali e del Covid-19”. Ma rimane da valutare, “con serenità ed equilibrio – avverte – il fattore riguardante l’esportazione verso Paesi ove il prezzo di alcuni farmaci è più alto rispetto a quello della vendita nel nostro Paese. Le farmacie comunali non praticano tali operazioni e ritengono ingiusto, soprattutto per la popolazione, subirne eventuali conseguenze”. “Le chiedo, pertanto – conclude il presidente Assofarm – un Suo autorevole decisivo intervento in merito, tendente a neutralizzare la situazione dei farmaci mancanti per la distribuzione ai cittadini”. Assofarm chiede inoltre un incontro al ministro per sottoporre le iniziative ed i programmi che l’associazione promuove “nell’interesse del sistema farmacie e quindi della popolazione bisognosa di servizi per la salute”.
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