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Covid, a distanza di mesi aumentano i casi di trombosi venosa profonda, embolia polmonare ed emorragie

Infettivologia Redazione DottNet | 07/04/2022 18:02

Studio svedese, i tassi di incidenza erano significativamente aumentati 70 giorni dopo il covid-19 per trombosi venosa profonda, 110 giorni per embolia polmonare e 60 giorni per sanguinamento

Il Covid-19 ha portato a una crisi sanitaria, con milioni di morti in tutto il mondo. I sintomi variano da lievi a critici, con la manifestazione grave più comune che è la polmonite con sindrome da distress respiratorio acuto. Recentemente, le segnalazioni di complicanze cardiovascolari sono in aumento, e in precedenza abbiamo identificato il covid-19 come fattore di rischio per infarto del miocardio e ictus. Uno studio svedese pubblicato sul British Medical Journal dice che ci sarebbe un incremento esponenziale del rischio di fenomeni di questo tipo dopo Covid-19 rispetto a chi è sano

Precedenti studi sul rischio di tromboembolismo venoso dopo covid-19 hanno mostrato risultati contrastanti. Sebbene una meta-analisi abbia riportato un'incidenza di tromboembolismo venoso di circa il 13%, lo studio ha incluso principalmente pazienti con covid-19 grave durante la prima ondata della pandemia.

 Un altro rapporto, inclusi studi con un disegno di gruppo di controllo, non ha mostrato un aumento del tasso di tromboembolismo venoso. Con dati così contrastanti, sono necessari ampi studi a livello nazionale per determinare meglio i rischi di tromboembolismo venoso dopo il covid-19. Inoltre, la tromboprofilassi solleva preoccupazioni sulle complicanze emorragiche. Dalle informazioni ottenute su tutte le persone risultate positive per SARS-CoV-2 in Svezia, indipendentemente dalla gravità della malattia, abbiamo determinato il rischio di trombosi venosa profonda ed embolia polmonare, nonché di sanguinamento dopo covid-19 utilizzando serie di casi autocontrollati e abbinati metodi di studio di coorte.

Long Covid, i rischi di trombosi ed embolia dopo l'infezione

Nel primo mese dopo l'infezione si osserva un aumento di 5 volte del rischio di trombosi venosa profonda, un aumento di 33 volte del rischio di embolia polmonare e quasi raddoppia l'incidenza di emorragie. Il tutto, seppur le probabilità tendono a scendere col tempo, si mantiene anche nei controlli a tre e sei mesi, tanto che gli esperti svedesi che hanno condotto l'indagine segnalano come sia importante effettuare una profilassi mirata per ridurre i rischi. Ci sarebbe infatti un aumento del rischio di trombosi venosa profonda con formazione di coaguli nei vasi delle gambe fino a tre mesi dopo Covid-19, di embolia polmonare fino a sei mesi, e di emorragia fino a due mesi dopo. I pericoli maggiori li corrono i fragili, chi ha altre patologie croniche e chi ha avuto quadri più complessi. Ma un rischio, seppur inferiore, esiste anche per chi ha "fatto" la malattia in modo lieve.

Il campione analizzato

L'indagine (autore di riferimento Anne-Marie Fors Connolly dell'Università svedese di Umeå) è stata condotta utilizzando la banca dati dei registri nazionali svedesi, in cui sono raccolte le informazioni relative ad oltre un milione di persone con infezione confermata da Sars-CoV-2 dal febbraio 2020 al maggio 2021, confrontate con quanto emerso da una popolazione di controllo non contagiata di più di quattro milioni di persone. Lo studio ha previsto due diverse modalità. In primo luogo si sono calcolati i tassi di trombosi venosa profonda, embolia polmonare e sanguinamenti in individui con Covid-19 prima e molto tempo dopo la diagnosi di Covid-19, confrontati con i tassi di diversi intervalli di tempo dopo la diagnosi di malattia (giorni 1-7, 8-14, 15-30, 31-60, 61-90 e 91-180). Nella seconda analisi, gli esperti hanno calcolato i tassi di trombosi venosa profonda, embolia polmonare e sanguinamento entro un mese dopo la diagnosi di Covid-19 nel gruppo Covid-19 e li hanno confrontati con i tassi corrispondenti nel gruppo di controllo. I risultati mostrano che rispetto al periodo di controllo, i rischi erano significativamente aumentati 90 giorni dopo il Covid-19 per trombosi venosa profonda, 180 giorni per embolia polmonare e 60 giorni per sanguinamento. Dopo aver eliminato altri fattori che potevano interferire sui risultati, i ricercatori hanno riscontrato un aumento di 5 volte del rischio di trombosi venosa profonda, un aumento di 33 volte del rischio di embolia polmonare e un aumento di quasi due volte del rischio di sanguinamento nei 30 giorni dopo l'infezione.

Rischi più alti per chi ha sviluppato la malattia nella prima ondata

I rischi sono risultati maggiori nei pazienti con Covid-19 più grave e durante la prima ondata di pandemia rispetto alla seconda e alla terza ondata. Secondo gli esperti su questa tendenza potrebbero aver inciso i miglioramenti nel trattamento e la copertura del vaccino nei pazienti più anziani dopo la prima ondata. Attenzione: anche tra i pazienti covid-19 lievi e non ospedalizzati, i ricercatori hanno riscontrato un aumento dei rischi di trombosi venosa profonda ed embolia polmonare. Non è stato riscontrato un aumento del rischio di sanguinamenti nei casi lievi, ma un notevole aumento è stato osservato nei casi più gravi. Conclusione: Covid-19 potrebbe essere considerato un fattore di rischio indipendente per trombosi venosa profonda, embolia polmonare e sanguinamento e il rischio di questi esiti è aumentato rispettivamente per uno, sei e due mesi dopo la malattia.

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