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Medici e pensione, le vie d'uscita nel 2022

Previdenza Redazione DottNet | 10/02/2022 18:05

Dall'Ape sociale a opzione donna, fino alla pensionamento anticipato della Legge Fornero: come fare e i requisiti

Dopo esserci occupati della nuova Quota 102 e degli anticipi pensionistici per i medici in turno notturno (lavori gravosi ed APE sociale), vediamo quali sono le altre possibilità di collocamento in quiescenza per i medici nel 2022.

Con APE sociale possono comunque ottenere un’uscita anticipata (fino all’età di vecchiaia, quando inizieranno a percepire la pensione normale) anche tutti i medici dipendenti che hanno almeno 63 anni di età e che sono in possesso di un’invalidità civile almeno del 74% o che si prendono cura di un familiare con grave handicap. In entrambi questi casi servono almeno 30 anni di contributi, ma le donne hanno lo sconto di un anno per ogni figlio fino ad un massimo di due.

Si tratta di una possibilità molto interessante, che consente di avere un trattamento indennitario commisurato alla pensione già maturata, di importo non superiore a 1.500 euro mensili, fino ad arrivare alla pensione di vecchiaia (oggi 67 anni), calcolata nel suo importo ordinario, senza penalizzazioni. La legge di bilancio del 2022 (art. 1, comma 94) ha inoltre prorogato Opzione Donna, riproposta con caratteristiche uguali a quelle del 2021. L’accesso è riservato alle dottoresse dipendenti (di casa di cura o di ospedale) che nel 2021 hanno raggiunto almeno 35 anni di contributi e 58 anni di età. La legge ha semplicemente spostato di un anno (dal 2020 al 2021) il termine entro cui maturare i requisiti.

Opzione Donna è una modalità di pensionamento che è soggetta all’applicazione delle cosiddette finestre mobili, per cui tra la maturazione del diritto e l’accesso alla pensione per le dottoresse passano 12 mesi. Importante però ricordare che l’importo dell’assegno viene calcolato interamente con il metodo contributivo, invece che con quello misto (retributivo più contributivo), a cui le interessate avrebbero diritto, avendo versato contributi prima del 1996. Da qui discende una riduzione dell’importo percepito, che in media si aggira sul 30 per cento in meno, rispetto alla pensione ordinaria.

Questa forma di pensionamento è soggetta all’applicazione delle finestre mobili, per cui tra la maturazione del diritto e l’accesso alla pensione passano 12 mesi. Per capirci, quindi, se i 35 anni di contributi e i 58 anni di età si sono raggiunti il 15 giugno 2021, la pensione decorrerà dal 1° luglio 2022. Le dottoresse dipendenti interessate all’opzione donna, che vogliono anche riscattare il corso di studi universitari a costo agevolato (attualmente poco meno di 5.300 euro per ogni anno), debbono fare attenzione a fare contemporaneamente le due domande, quella di riscatto e quella di pensione. Infatti l’Inps, con il recente messaggio n. 4560/2021 ha ricordato che se si effettua prima il passaggio al metodo contributivo per riscattare alcuni anni di studio, poi non si può più accedere ad opzione donna.

E’ sempre il caso di ricordare che rimane in piedi il canale di pensionamento anticipato della Legge Fornero, che consente di maturare il diritto a 42 anni e 10 mesi (più tre di finestra mobile) per gli uomini ed un anno di meno per le donne. Utilizzando il cumulo contributivo gratuito e quindi l’anzianità contributiva presso la Quota A dell’Enpam, accompagnata dal riscatto presso Inps dei sei anni di laurea, le dottoresse dipendenti più fortunate possono acquisire il diritto a pensione a poco più di 61 anni, e gli uomini a poco più di 62. Per la pensione di vecchiaia occorrono invece 67 anni di età, con almeno 20 anni di contributi. I medici convenzionati iscritti all’Enpam possono invece accedere al pensionamento anticipato con 35 anni di contributi e 62 anni di età, oppure con 42 anni di contribuzione (riscatti compresi) a qualunque età. Per la pensione di vecchiaia, il limite è di 68 anni, senza alcun minimo contributivo, se si rimane in attività fino al compimento dell’età pensionabile.

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