Broccolo, è in corso una deriva antigenica come nei virus dell'influenza
Il virus SarsCV2 sta mutando continuamente: le nuove varianti si stanno formando durante "tempeste di infezioni incontrollate" come quelle avvenute in Gran Bretagna, India e Perù, ed è in corso il cosiddetto "drift antigenico", una deriva del virus dovuta a continue mutazioni, come quella finora osservata nei virus dell'influenza, che ogni anno richiedono vaccini basati su una composizione diversa. Lo ha detto all'ANSA il virologo Francesco Broccolo, dell'Università di Milano Bicocca e direttore del laboratorio Cerba di Milano.
"Il virus sperimenta nuove mutazioni casuali che possono essere vantaggiose o svantaggiose e non si può escludere - ha osservato - che nuove varianti stiano nascendo sotto la pressione selettiva esercitata dagli anticorpi maturati nei soggetti che hanno avuto la malattia o che sono stati vaccinati. Le nuove varianti sono ormai continue: l'alfabeto greco potrebbe non bastare per elencarle tutte".
Il drif antigenico "è un fenomeno che generalmente vediamo nell'influenza stagionale e che ogni anno costringe a modificare il vaccino" e che, ha aggiunto il virologo, nel caso del virus SarsCoV2 è evidente nelle continue mutazioni osservate nella proteina Spike, la principale arma con cui il virus aggredisce le cellule. Le mutazioni, per esempio, le permettono di sfuggire agli anticorpi, "sia a quelli naturali, sia a quelli indotti dal vaccino", come indica anche la ricerca sulla variante Epsilon pubblicata sulla rivista Science dal biochimico Matthew McCallum, dell'Università di Washington a Seattle.
Fanno parte della variante epsilon i due ceppi di Sars-Cov-2 denominati B.1.427 e B.1.429, entrambi individuati in California, negli Stati Uniti, tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021. La variante presenta tre diverse mutazioni all’interno della glicoproteina spike, la “chiave di accesso” che consente a Sars-Cov-2 di penetrare nelle cellule umane, nonché target dei vaccini e di altre terapie sperimentali contro Covid-19, come gli anticorpi monoclonali. Proprio perché la proteina Spike gioca un ruolo fondamentale nel regolare l’immunità nei confronti del coronavirus, i ricercatori hanno voluto appurare i possibili cambiamenti indotti da Epsilon, e in che modo potesse impattare la situazione epidemiologica futura. Lo studio condotto da McCallum, in vitro, ha quantificato l’attività di neutralizzazione del plasma umano di pazienti vaccinati o convalescenti da un’infezione del ceppo originario di Sars-Cov-2, nei confronti della variante epsilon. Gli anticorpi contro la proteina spike dovrebbero indurre, in presenza del coronavirus, il fenomeno della neutralizzazione, ovvero del blocco fisico da parte degli anticorpi della trasmissione del virus nelle cellule: quando si verifica, questo fenomeno è un buon indice di protezione contro l’infezione del virus.
La ricerca si è basata sull’analisi del plasma di 57 campioni, derivanti da 15 persone vaccinate con due dosi di Moderna, 33 vaccinate con due dosi di Pfizer-BioNtech e da 9 convalescenti in seguito a Covid-19. I dati sulla neutralizzazione anticorpale indicano, con la variante epsilon, una diminuzione pari a 2-3,5 volte rispetto all’infezione da coronavirus originario. Questo indicherebbe una maggior resistenza da parte di epsilon sia agli anticorpi generati dai vaccini a Rna messaggero sia a quelli generati dall’infezione da Sars-CoV-2.
Un'altra ricerca, pubblicata sulla rivista Immunity dal gruppo dell'Istituto nazionale giapponese per le malattie infettive guidato da Saya Moriyama, indica che gli anticorpi neutralizzanti di chi ha avuto la malattia, anche se in numero ridotto, continuano a proteggere sia dall'infezione sia dalle nuove varianti.
"Vale a dire - ha osservato Broccolo - che il declino del titolo degli anticorpi neutralizzanti non corrisponde al declino della protezione: il titolo anticorpale scende, ma nello stesso tempo avviene una maturazione degli anticorpi: migliorano la qualità e acquisiscono una plasticità che comprende le nuove varianti. Al momento - ha concluso l'esperto - non sappiamo se un processo analogo avvenga anche negli anticorpi generati dai vaccini, ma fin da adesso potremmo dire che leggere solo il titolo degli anticorpi potrebbe essere riduttivo".
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