Molti di loro, e in particolare quelli della medicina del territorio, non hanno diritto al risarcimento d'infortunio sul lavoro
Eroi ed eroine che hanno salvato migliaia di vite e accompagnato altre fino all'ultimo respiro, gli operatori sanitari sono stata la categoria professionale più esposta al Covid. Tra medici, infermieri e altre professioni sanitarie, sono quasi 30.000 quelli che sono stati contagiati dal nuovo coronavirus in Italia, pari al 12% dei casi totali dall'inizio della pandemia, secondo un'analisi della Fondazione Gimbe. Pur avendo pagato in prima persona e in alcuni casi con la vita, però, molti di loro risultano ora esclusi dai risarcimenti assicurativi per i danni subiti. Questa la denuncia dei sindacati, che contestano l'esclusione dagli indennizzi per i medici del territorio.
Secondo il nuovo report della Fondazione Gimbe, fino al 30 giugno, risultano esser stati 29.476 gli operatori sanitari contagiati, pari al 12,3% dei 240.578 dei casi totali in Italia. Una percentuale altissima e in crescita: se si guarda solo ai mesi di maggio e giugno, infatti sono stati identificati 7.
"L'Inail deve ammettere a che in questi mesi i medici di famiglia hanno subìto veri e propri infortuni sul lavoro a causa del contagio trasmesso dai loro pazienti", commenta il segretario del Sindacato Medici Italiani (Smi) Pina Onotri, e "il riconoscimento dell'infortunio deve essere previsto anche dalle assicurazioni private, che al pari dell'istituto pubblico, non presumono questa copertura". Una richiesta a cui si associa la Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti (Fismu) che già il 15 aprile scorso, aveva chiesto il riconoscimento dell'infortunio di lavoro per il Coronavirus per i medici medicina generale, specialisti ambulatoriali e pediatri. "Una denuncia - sottolinea Francesco Esposito, segretario generale Fismu - caduta nel dimenticatoio. Ora si andrà incontro a una lunga stagione di ricorsi ai tribunali, affinché sia fatta giustizia. Facciamo appello al premier Conte affinché sia una priorità sanare questa grottesca vicenda. Altrimenti i nostri colleghi saranno due volte vittime: prima sul lavoro, poi per il menefreghismo della politica".
"Il testo della legge di Bilancio approvato dalla Camera non contiene alcun riferimento alla volontà di vincolare al rinnovo dei contratti collettivi l’accreditamento delle strutture sanitarie private al SSN"
"Però on basta, perché i medici vanno incentivati con ulteriori finanziamenti: se le remunerazioni rimangono le stesse non basta cambiare la sede in cui si stipulano i contratti"
Di Silverio, Quici, De Palma: Nonostante le promesse, le belle parole, gli apprezzamenti: nulla. Onotri: Non si sono trovate le risorse adeguate a sostenere la medicina convenzionata
Sarà del + 5,4% la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni a partire dal 1° gennaio 2024, alla luce dell’inflazione registrata dall’Istat fra l’anno 2022 e l’anno 2023
La finalità del divieto è di garantire la massima efficienza e funzionalità operativa all'Ssn, evitando gli effetti negativi di un contemporaneo esercizio, da parte del medico dipendente, di attività professionale presso strutture accreditate
Le richieste puntano sull'adeguamento economico e sulla riorganizzazione del lavoro
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