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Farmacie, le app per le consegne a domicilio nuovo business

Farmacia Redazione DottNet | 14/06/2020 21:10

Il 20 giugno debutterà Dottor Farma, l'app realizzata da Federfarma attraverso la controllata Promofarma

Addio alle file in farmacia e dal medico, e, soprattutto, senza l'obbligo di muoversi da casa. Le medicine arrivano direttamente al domicilio già da tempo ma la svolta arriva con le app per la consegna dei farmaci a domicilio sulla scia delle misure di contenimento per il coronavirus.

Le app si inseriscono su un mercato che ha accettato con fatica le liberalizzazioni volute da Bersani nel 2006 e a cui il settore ha risposto con la “farmacia dei servizi”: non più luogo dove si acquistano solo medicine, che ormai sono disponibili anche altrove, ma punto di riferimento per molte attività legate alla sfera della salute.

E ora, riporta Wired, c’è la consegna a domicilio. Che oltre allo scontro tra tradizionalisti e innovatori, pone altri tipi di problemi a cui questo genere di piattaforme ci ha abituato. Privacy, gestione delle consegne (dalla tutela dei fattorini al traporto a temperatura controllata) e, non ultimo, l’enorme potere sui flussi. Il timore dei farmacisti? L’effetto-Amazon: chi è iscritto alla piattaforma rientra nel panorama percepito dall’utente; chi ne è fuori, semplicemente, rischia di non esistere.

Nuovi servizi

Le farmacie italiane sono 19.300. Esiste una statistica che dice che, in media, bastano sei minuti di cammino per trovarne una. Una presenza che nelle città è così capillare da rendere difficile creare un legame di fedeltà con il cliente. Ma c’è un altro aspetto peculiare: la perfetta sostituibilità del prodotto Quando i farmaci vengono consegnati dal fattorino, il brand del negozio, i vasi di ceramica e i mobili antichi, retaggio di una tradizione costruita nel corso dei decenni, non servono più a nulla. Ciò che conta è solo il valore d’uso.

Tuttavia davanti all’avanzare delle piattaforme i farmacisti fissano dei palett0, si legge su Wiredi. “Premesso che la consegna di farmaci è legale ed anche utile, la disintermediazione del professionista a mio giudizio è pericolosa”, commenta a Wired Marco Cossolo, presidente nazionale di Federfarma, che rappresenta le private convenzionate con il sistema sanitario nazionale: “Non è questione di essere contrari o a favore.  Dal mio punto di vista, bisogna solo assicurarsi che le regole siano rispettate, ed essere certi di non allontanare il paziente dal professionista”.

Parole di pace, ma il sindacato è corso ai ripari. Il 20 giugno uscirà un’app realizzata dalla controllata Promofarma. Cossolo insiste con il giornale telematico: “La nostra proposta metterà al primo posto la tutela della libera scelta da parte del cittadino. La privacy? La rispetteremo, questo è sicuro: peraltro, il farmacista conosce già oggi la prescrizione del paziente. Posso solo dire che inserire un soggetto terzo nella catena significa inserire un passaggio ulteriore”.

Dottor Farma, questo il nome dell’app, sarà innanzitutto un servizio click and collect basato su chatbot. Una volta connessi, diventerà possibile comunicare il numero di ricetta elettronica o inviare il pdf della prescrizione e andare a ritirarlo. Il servizio di consegna a domicilio sarà in capo alla farmacia. “L’ipotesi di un accordo nazionale con un player di settore è stata scartata per problematiche legate ai costi e alla gestione – spiega a Wired Fabrizio Zenobii, amministratore delegato di Promofarma che ha seguito il progetto -. Prossimamente sarà operativo anche un servizio di teleconsulto. Ci tengo a sottolineare il nostro servizio sarà gratuito per tutto il 2020”. E dopo? “Vedremo, anche in base ai risultati”.

Occorrerà vedere anche se le abitudini maturate durante il lockdown proseguiranno. “Si dice che servano 21 giorni per consolidare un’abitudine – riflette il manager –. Nel caso del Covid-19 parliamo di una crisi lunga qualche mese, quindi il problema non è il tempo. Il fatto è, piuttosto, che la richiesta è già calata rispetto ai giorno del lockdown. Non solo. In farmacia, a differenza di quanto accade al supermercato, lo scontrino medio è basso, quindi il costo del trasporto incide di più”. Come sarà il futuro, quindi? “Più che il semplice ritiro del farmaco, a mio modo di vedere si svilupperanno servizi che forniranno accesso rapido alla prescrizione medica: a chi richiede sempre la stessa ricetta basterà connettersi, senza la necessità di andare dal medico”, dice l’ad. Di diverso avviso Pharmap, per la quale lo scontrino medio del cliente web è del 44% più alto rispetto a quello di chi si reca in negozio.

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