Studio Usa analizza gli effetti inibitori della pompa protonica
Sono farmaci antireflusso (tra i più prescritti al mondo) e sono conosciuti anche come "inibitori della pompa protonica". Una ricerca americana dell'Università della California oggi ha scoperto come possano aumentare il rischio di malattie renali. Il loro lavoro è stato riassunto in un articolo pubblicato su Scientific Reports. Dallo studio emerge come i pazienti che assumevano gli inibitori avevano maggiori probabilità di sviluppare questo genere di patologie rispetto a chi, invece, assumeva antagonisti del recettore istamina-2, un'altra forma di antiacido. L'analisi è arrivata a questa conclusione dopo aver analizzato i dati di circa 43mila persone, che assumevano antireflusso e nessun altro genere di farmaco.
Dopo aver applicato un algoritmo matematico per cercare differenze statisticamente significative, hanno scoperto come coloro i quali prendevano gli inibitori della pompa protonica avevano reazioni avverse sui reni con una frequenza del 5,6%, rispetto allo 0,7% dei pazienti che prendevano solo gli antagonisti del recettore istamina-2. Il gruppo di lavoro ha rilevato che, rispetto al gruppo di controllo, i pazienti che assumevano solo gli inibitori avevano 28,4 volte più di probabilità di riportare malattie renali croniche, oltre al danno renale acuto (4,2 volte più probabile), la malattia renale allo stadio terminale (35,5 volte più probabile) e l'insufficienza renale non specificata (8 volte più probabile).
fonte: Scientific Reports
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