Lo rileva una ricerca della Rmit University di Melbourne, pubblicata sul Journal of the International Neuropsychological Society
Le apnee del sonno, che si stima colpiscano più di 936 milioni di persone nel mondo, mettono a rischio anche la memoria. Coloro che ne sono colpiti faticano a ricordare i dettagli dei ricordi della proprie vite, cosa che li rende potenzialmente vulnerabili alla depressione. Lo rileva una ricerca della Rmit University di Melbourne, pubblicata sul Journal of the International Neuropsychological Society. Le apnee ostruttive si verificano quando il respiro di una persona viene interrotto durante il sonno. Il legame con i problemi di memoria e la depressione in generale è stato già indagato a livello scientifico, ma non è ben chiaro come questi problemi siano collegati allo sviluppo del disturbo. Il nuovo studio ha esaminato in che modo la condizione colpisse la memoria cosiddetta autobiografica, legata alle proprie esperienze di vita, trovando che le persone con apnee non trattate avevano problemi a ricordare dettagli specifici.
È stato effettuato un controllo su 44 adulti con apnee non trattate e altri 44 con la funzione di gruppo di controllo, valutando come fossero in grado di ricordare episodi legati all'infanzia, alla giovinezza o più recenti.
fonte: Journal of the International Neuropsychological Society
A Napoli esperti da tutto il mondo per il “Salotto di Matteo”
L’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria di Forlì, che dirigo, è un riferimento internazionale per il trattamento di questa patologia
Decisione finale da Commissione europea nel 2° trimestre 2025
La notizia è stata ufficializzata in una lettera firmata dal Direttore Regionale OMS per l’Europa, Dr. Hans Henri P. Kluge
Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie
Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen
I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali
Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri
Commenti