Lo studio europeo LipiDiDiet mostra come un complesso di nutrienti assunto una volta al giorno possa stabilizzare le prestazioni cognitive e funzionali delle persone con malattia di Alzheimer in stadio iniziale
47 milioni di persone in tutto il mondo soffrono di Alzheimer; si stima che tale numero sia destinato a raddoppiare ogni vent’anni, raggiungendo gli oltre 130 milioni nel 2050. In Italia sono 600mila le persone e le famiglie che affrontano quotidianamente la malattia, per la quale non esiste ancora una cura. Ma da un nuovo studio europeo giunge la speranza di poterne arginare il progredire.
Sono infatti stati pubblicati oggi online, sul prestigioso The Lancet Neurology i risultati dello studio clinico europeo LipiDiDiet che dimostra come, nelle persone con Alzheimer in fase iniziale (stadio prodromico), l’assunzione una volta al giorno di una miscela di nutrienti, pur non migliorando una batteria di test neuropsicologici (NTB, un insieme di diversi test di apprendimento, memorizzazione e categorizzazione), permetta una significativa stabilizzazione delle performance cognitive e funzionali della vita quotidiana e una riduzione dell’atrofia cerebrale.
“Sebbene questo intervento nutrizionale non possa rappresentare una cura per l’Alzheimer, esso mostra in maniera evidente che prima si interviene, maggiore è il vantaggio per il paziente”, ha affermato Tobias Hartmann, coordinatore del progetto LipiDiDiet. “È importante notare come la riduzione dell’atrofia cerebrale mostri che il beneficio non è solo sintomatico. Questo risultato non si era mai ottenuto prima”.
Lo studio LipiDiDiet è parte di un ampio progetto di ricerca finanziato dall’Unione Europea e ha coinvolto 311 pazienti con Alzheimer in stadio iniziale (definito anche come MCI, Mild Cognitive Impairment, o lieve ritardo cognitivo) in 11 centri di quattro nazioni (Finlandia, Germania, Olanda e Svezia). I pazienti sono stati randomizzati per ricevere per 2 anni la bevanda funzionale in studio o una bevanda di controllo isocalorica.
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