L'indagine riguarda anche un commercio illecito con la Turchia
Anche il botulino può essere falsificato. La procura di Firenze, infatti, ha indagato 12 persone per associazione a delinquere finalizzata alla contraffazione di medicinali a base di tossina botulinica di tipo A, principio usato in medicina estetica. Secondo le indagini del Nas venivano commercializzate confezioni artefatte di 'botulino', disconosciute dall'azienda farmaceutica, unica autorizzata a venderle in Italia. In parallelo, nel corso della stessa indagine è emerso un commercio non autorizzato in Italia di confezioni destinate alla Turchia. Ambedue le attività erano operate da intermediari che risulterebbero privi di autorizzazione a vendere un farmaco a base di tossina botulinica, prodotto da una società inglese e che in Italia deve essere venduto dall'unica società commerciale autorizzata.
Principale indagato della presunta associazione è un commerciante di farmaci di Vinci (Firenze), mentre perquisizioni sono state eseguite anche a Napoli, dove venivano prodotte fiale di 'botulino falso'. Le confezioni, avrebbe ricostruito il Nas, erano smerciate a medici ignari, che le somministravano ai pazienti. L'inchiesta è nata perché uno di questi, constatato l'effetto nullo del botulino su una paziente, se ne era lamentato con la ditta commerciale ufficialmente autorizzata in Italia dalla casa inglese. La filiale italiana ha quindi fatto denuncia. Nelle indagini, ancora in corso, campioni sequestrati a Napoli sono stati mandati dal Nas all'Istituto superiore di Sanità (Iss) per le analisi.
Già in un primo reperto esaminato, secondo quanto emerge alla procura di Firenze, è stata accertata la totale assenza di 'tossina botulinica'. L'Iss sta proseguendo le sue verifiche, sia sui campioni contraffatti sia su quelli regolari per valutare composizione, natura, principio attivo e, soprattutto, se si tratta di sostanze pericolose per la salute. Sull'altro fronte dell'inchiesta, il Nas ha trovato che l'imprenditore di Vinci sarebbe in contatto con una farmacia in Grecia da cui sembrano provenire farmaci 'al botulino' destinati alla Turchia.
La circostanza, però, avrebbe messo in evidenza che gli indagati commercializzavano a numerosi medici, non solo in Toscana, confezioni che risultano prive dell'autorizzazione sanitaria necessaria per la vendita in Italia. Sia i medici, sia la casa produttrice inglese risultano ignari di queste presunte irregolarità e gli accertamenti proseguono. Gli investigatori stanno esaminando i documenti sequestrati nelle perquisizioni. Tra i sequestri, anche 34.000 euro in contanti prelevati a un indagato di Napoli.
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